Il Piemonte è attraversato da una grave crisi economica che aggredisce con particolare forza il mondo del lavoro. Una crisi che non solo non può dirsi superata ma che tutti gli indicatori suggeriscono mostrerà nei prossimi mesi il proprio volto peggiore, soprattutto sul piano occupazionale.
Crediamo che per affrontare la situazione sia necessario mettere a punto politiche attente e lungimiranti, nel solco di ciò che è stato fatto negli ultimi cinque anni dalla Giunta Bresso, pur con gli opportuni aggiustamenti e le necessarie modifiche. Aggiustamenti e modifiche che non sono solo il frutto di una valutazione dell’evolvere del contesto generale della crisi ma anche conseguenza delle proposte e dei suggerimenti che via via nel corso della legislatura abbiamo presentato.
Ciò è tanto più importante quanto più si profila all’orizzonte l’eventualità di una discontinuità a destra nel governo della Regione, di una destra portatrice di una cultura segnata in profondità dal razzismo e dall’intolleranza. Purtroppo sappiamo bene come l’intolleranza, già di per sé segno gravissimo di un’incapacità di costruire una convivenza civile e democratica fra le persone, costituisca inevitabilmente un potente motore per il rafforzamento di politiche contro il lavoro e contro i lavoratori.
La Federazione della Sinistra propone con forza in questo quadro la costruzione un nuovo modello sociale e di sviluppo, basato sulla capacità di contrasto alla crisi economica, a partire dalla messa a punto di politiche di sostegno al lavoro e ai lavoratori, e allo stesso tempo sul rilancio e sul rafforzamento di un sistema di servizi pubblici, a partire dai beni essenziali (acqua, energia, trasporti, salute, formazione), alternativo a un sistema basato al contrario sulla centralità delle grandi opere inutili e dannose, come è molto evidentemente il caso della TAV.
Le nostre proposte programmatiche si concentrano su 6 temi principali: lavoro, sanità, scuola e formazione, ambiente energia e trasporti, laicità delle istituzioni, moralità della politica.
LAVOROLa crisi economica aggredisce con particolare forza la nostra Regione: in assenza di provvedimenti correttivi rischiamo nel 2010 almeno 30.000 licenziamenti solo in Piemonte. La crisi colpisce soprattutto le lavoratrici ed i lavoratori più deboli, lasciando senza lavoro decine di migliaia di giovani e di donne impegnate al lavoro con finti contratti individuali (come molti lavoratori autonomi) e con contratti temporanei (come i collaboratori, le prestazioni tramite agenzie interinali ed i contratti a termine). In molti casi si tratta di persone che non hanno alcuna copertura di reddito. Una parte del lavoro precario sta scivolando nel lavoro nero senza tutela e senza dignità.
E’ necessaria una politica regionale che sappia affrontare efficacemente una situazione tanto difficile.
ProponiamoBlocco dei licenziamenti sia dal punto di vista delle modifiche normative, sia dal punto di vista dell’azione politica. Proposta della modifica della legge 223 per 3 anni; proroga per 3 anni della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà; azione politica a livello regionale e comunale per il blocco di fatto dei licenziamenti; sostegno alle lotte dei lavoratori contro i licenziamenti.
Una profonda azione di contrasto ad ogni forma di precariato. Ribadiamo il nostro obiettivo politico dell’abolizione della legge 30 e delle numerose forme di precariato ad essa connesse.
In questo quadro è necessario garantire il reddito minimo ai disoccupati e impegnare la Regione e le pubbliche amministrazioni a non ricorrere ad assunzioni caratterizzate da lavoro precario nelle sue varie forme.
Istituzione di un osservatorio sul fenomeno della violazione della dignità della persona nel lavoro e della sua sicurezza e salute, potenziando i servizi di prevenzione sul territorio.
Contrasto alle delocalizzazioni attraverso il sostegno alla nostra proposta di legge regionale che prevede forti disincentivi alla delocalizzazione e indennizzi ai lavoratori colpiti. Come obiettivo intermedio la richiesta ai comuni di procedere al sequestro cautelativo.
Piano straordinario per l’occupazione ed il lavoro dignitoso, prevedendo tre ambiti principali di attuazione: grande e diffuse opere di risanamento, attività di formazione scolastica permanente e di assistenza alle persone, riconversione energetica (risparmio/energia rinnovabile), azione per il rafforzamento salute e sicurezza dei lavoratori, istituzione di un organismo pubblico per il recupero e la riconversione produttiva di aziende in crisi
SANITÀIl sistema sanitario pubblico ha garantito, in Italia e in Piemonte, il progressivo miglioramento dello stato di salute della popolazione. La sanità pubblica rappresenta dunque un pilastro dei diritti di cittadinanza, che va valorizzato e potenziato. L’importante impegno in questa direzione della Regione Piemonte e dell’Assessorato alla Sanità –ancora più significativo se si tiene conto che l’attuale Giunta ha ereditato dai precedenti 10 anni di governo della destra un sistema sanitario agonizzante- va confermato e rilanciato con forza.
ProponiamoL’assunzione come valore strategico fondamentale della programmazione sanitaria e in particolare del ruolo del piano socio-sanitario regionale. Spetta in questo senso alla amministrazione regionale, in coerenza con il piano sanitario, l’eventuale preventiva autorizzazione a realizzare nuove strutture sanitarie convenzionate.
Potenziamento della politica sanitaria basata sulla prevenzione, intervenendo prioritariamente sulle cause che determinano le malattie, in particolare quelle tumorali, quelle cronico degenerative collegate agli stili di vita e quelle collegate alle esperienze di lavoro.
Impegno per ridurre ulteriormente le liste di attesa per esami clinici, visite e operazioni chirurgiche.
Potenziamento della medicina territoriale, con il pieno sviluppo dell’ambito distrettuale.
Sperimentazione dell’istituzione di case della salute con i comitati di partecipazione dei cittadini e degli operatori. Esse sono il centro delle cure primarie e costituiscono lo strumento che prende in carico il cittadino in ragione della propria malattia diventando il luogo dei servizi di base ad essi connessi (consultori, servizi contro le dipendenze, servizi di salute mentale).
Potenziamento e rilancio del ruolo dei consultori pubblici per l’assistenza sanitaria psicologica e sociale e per l’applicazione della legge 194.
Potenziamento dell’erogazione pubblica dei servizi domiciliari, nell’ottica del superamento della logica dei voucher per gli anziani e i non autosufficienti.
Esenzione dai ticket per i lavoratori in cassa integrazione, precari o lavoratori che hanno perso il lavoro.
Chiediamo una attenzione specifica per i lavoratori della sanità piemontesi. Le strutture sanitarie della nostra Regione hanno continuato infatti a funzionare con efficacia nonostante il blocco delle assunzioni imposto in questi anni dai governi nazionali che si sono succeduti. L’elevato livello qualitativo espresso dal sistema sanitario regionale è stato garantito in primo luogo dalle capacità professionali e dalla dedizione dei lavoratori della sanità piemontesi. A questi va riconosciuta la giusta valorizzazione sia in termini professionali che economici.
SCUOLA E FORMAZIONEE’ necessario contrastare con forza l’attacco operato dal governo Berlusconi e dal ministro Gelmini alla scuola e all’università pubblica. Già oggi questo attacco sta determinando una grave situazione nel sistema scolastico e formativo piemontese che rischia di comprometterne il normale funzionamento.
ProponiamoRafforzamento di una politica per il diritto allo studio che preveda adeguate risorse sia per i singoli (gratuità dei libri e accesso ai servizi) sia per le scuole pubbliche in relazione ai bisogni collettivi, cercando per questa via di contrastare il disegno del governo di affossare la scuola pubblica, laica e pluralista attraverso una progressiva sottrazione di risorse.
Forte investimenti per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Mantenimento dei piccoli plessi scolastici garantendo capillarmente la presenza della scuola pubblica su tutto il territorio regionale.
Qualificazione della formazione professionale nella direzione della formazione permanente e del reimpiego dei lavoratori che perdono il lavoro.
Azioni di sostegno in favore dell’integrazione dei figli degli immigrati nei percorsi didattici e formativi.
Maggiori risorse per la ricerca e l’università pubblica.
AMBIENTE, ENERGIA, TRASPORTIIl pianeta è attraversato da una gravissima crisi ambientale, i cui effetti sono sempre più drammatici e tangibili. La situazione impone mutamenti profondi nelle politiche economiche e nelle politiche pubbliche e questa consapevolezza deve guidare anche le scelte della Regione Piemonte.
ProponiamoPuntare sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili.
Investire sulla mobilità sostenibile privilegiando il trasporto locale, dei pendolari e degli studenti. L’avvio dell’alta velocità Torino-Milano dimostra come una politica dei trasporti centrata sull’alta velocità comporti il collasso del trasporto regionale e l’aumento delle tariffe.
Trasferire gli investimenti programmati per le grandi opere infrastrutturali non ancora in avanzato stato di realizzazione in favore del miglioramento delle rete dei trasporti ferroviario regionale, del raddoppio dei binari laddove sia ancora presente il binario unico, del completamento dell’elettrificazione della rete, dello sdoppiamento delle linee per il trasporto merci e il trasporto per i passeggeri.
Un piano di gratuità dei trasporti pubblici locali per lavoratori in cassa integrazione, precari e lavoratori che hanno perso il lavoro. Riduzione del biglietto per tutti gli studenti, così come già previsto per gli studenti universitari.
Adeguati finanziamenti per il sostegno all’agricoltura a minore impatto, con particolare attenzione al biologico, prevedendo risorse per il reddito degli agricoltori, per la riconversione dell’agricoltura normale e per la valorizzazione di un consumo consapevole.
Contrarietà al nucleare e conseguente proposta per il Piemonte di “regione denuclearizzata”.
Riassetto idrogeologico del territorio a partire dalle aree montane.
Gestione pubblica dell’acqua e miglioramento dei servizi, eliminando il grave fenomeno della dispersione, prevedendo adeguati investimenti nella rete di distribuzione.
Consolidamento e implementazione della raccolta differenziata, agendo contemporaneamente per una riduzione dei rifiuti alla fonte e il recupero della materia.
LAICITÀ DELLE ISTITUZIONIRiteniamo cruciale ribadire il carattere di laicità delle istituzioni democratiche, anche e soprattutto a garanzia della loro indipendenza e a tutela dei diritti fondamentali della persona.
ProponiamoUna legge regionale che vieti ogni discriminazione nelle materie di competenza regionale rispetto al genere, all’orientamento religioso, sessuale, all’origine etnica e culturale.
Sostegno a una politica pubblica per un’educazione sessuale consapevole e per l’autodeterminazione delle donne, a partire dalla difesa della legge 194.
MORALITÀ DELLA POLITICAEsprimiamo forte preoccupazione per i gravi processi di degrado morale nella vita politica ed istituzionale nel nostro paese e nella nostra Regione. Riteniamo perciò di dover assumere alcuni impegni precisi:
ProponiamoNon candidabilità di soggetti condannati o inquisiti per reati contro la pubblica amministrazione o per reati di mafia.
Monitoraggio sul ricorso alle consulenze, divenuto in gran parte un mero strumento clientelare, nell’ambito di una valorizzazione delle competenze esistenti negli apparati regionali e nell’ottica di un affidamento trasparente e pubblico delle consulenze stesse.
Proposta di una riduzione delle spese del 10% per il Consiglio e per la Giunta.
Riduzione del 10% delle indennità e dei benefit dei Consiglieri orientando le risorse risparmiate sull’incentivazione alla partecipazione politica attiva dei cittadini.
Riduzione dei finanziamenti erogati direttamente ai gruppi, sostituendoli con la fornitura diretta di servizi.
Istituzione di un osservatorio regionale sulle infiltrazione delle organizzazioni criminali e mafiose in relazione alle grandi opere, agli appalti e ai subappalti pubblici.