martedì 22 dicembre 2009

La regione contro la privatizzazione dell'acqua. Un buon passo come richiesto dal PRC

La Regione Piemonte ha impugnato – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE - davanti alla Corte Costituzionale l'art 15 della legge 166/2009, meglio nota come "legge sulla privatizzazione dell'acqua".
”Il provvedimento di impugnazione – continua Deambrogio - è stato adottato dalla Giunta regionale il 14 dicembre, richiamando un precedente ricorso del 2008, ricorso con il quale si contestava la legittimità dell'articolo 23bis della legge 133 del 6 agosto 2008 recante disposizioni in materia di servizi pubblici, per violazione degli articoli 5, 114, 117, 118 e 120 della Costituzione, anche con riferimento agli articoli 3 e 97 della nostra Carta fondamentale.
In altri termini, il Governo regionale ritiene che l'articolo 15 della legge 166 rappresenti sia una riduzione dei diritti fondamentali dei cittadini (art 3 della Costituzione) sia una prevaricazione rispetto al riconoscimento dei poteri assegnati alle Regioni in forza del Titolo V della Costituzione.
Alle osservazioni già inoltrate in precedenza, la Giunta ne aggiunge una serie riguardanti la violazione dei trattati europei e la libera concorrenza”.
“Per me è motivo di vera soddisfazione – continua ancora Deambrogio – sia perché il Piemonte si pone con questo atto in prima fila tra i difensori di un decisivo bene comune, sia perché la richiesta di opposizione di fronte alla Corte Costituzionale, come avvenne già sull’art. 23 bis, è stata richiesta per prima in aula da Rifondazione Comunista”.
“Con questo importante tassello istituzionale – conclude deambrogio – si compone un quadro di lotta e opposizione alla privatizzazione dell’acqua, che passerà anche dalla costruzione di un referendum su cui tutta la Federazione della Sinistra piemontese si impegnerà a partire da gennaio a fianco di movimenti, cittadini ed Enti Locali. Abbiamo condiviso in pieno l’amarezza di Alex Zanotelli di fronte alle deisioni del Governo nazionale, ma da oggi abbiamo un motivo in più per sperare con lui nell’affermazione di diritti inalienabili di fronte all’arrogante pretesa del mercato”.

Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

lunedì 21 dicembre 2009

PUNTI PROGRAMMATICI DELLA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA PER LE ELEZIONI REGIONALI DEL 2010

Il Piemonte è attraversato da una grave crisi economica che aggredisce con particolare forza il mondo del lavoro. Una crisi che non solo non può dirsi superata ma che tutti gli indicatori suggeriscono mostrerà nei prossimi mesi il proprio volto peggiore, soprattutto sul piano occupazionale.
Crediamo che per affrontare la situazione sia necessario mettere a punto politiche attente e lungimiranti, nel solco di ciò che è stato fatto negli ultimi cinque anni dalla Giunta Bresso, pur con gli opportuni aggiustamenti e le necessarie modifiche. Aggiustamenti e modifiche che non sono solo il frutto di una valutazione dell’evolvere del contesto generale della crisi ma anche conseguenza delle proposte e dei suggerimenti che via via nel corso della legislatura abbiamo presentato.
Ciò è tanto più importante quanto più si profila all’orizzonte l’eventualità di una discontinuità a destra nel governo della Regione, di una destra portatrice di una cultura segnata in profondità dal razzismo e dall’intolleranza. Purtroppo sappiamo bene come l’intolleranza, già di per sé segno gravissimo di un’incapacità di costruire una convivenza civile e democratica fra le persone, costituisca inevitabilmente un potente motore per il rafforzamento di politiche contro il lavoro e contro i lavoratori.
La Federazione della Sinistra propone con forza in questo quadro la costruzione un nuovo modello sociale e di sviluppo, basato sulla capacità di contrasto alla crisi economica, a partire dalla messa a punto di politiche di sostegno al lavoro e ai lavoratori, e allo stesso tempo sul rilancio e sul rafforzamento di un sistema di servizi pubblici, a partire dai beni essenziali (acqua, energia, trasporti, salute, formazione), alternativo a un sistema basato al contrario sulla centralità delle grandi opere inutili e dannose, come è molto evidentemente il caso della TAV.

Le nostre proposte programmatiche si concentrano su 6 temi principali: lavoro, sanità, scuola e formazione, ambiente energia e trasporti, laicità delle istituzioni, moralità della politica.

LAVORO
La crisi economica aggredisce con particolare forza la nostra Regione: in assenza di provvedimenti correttivi rischiamo nel 2010 almeno 30.000 licenziamenti solo in Piemonte. La crisi colpisce soprattutto le lavoratrici ed i lavoratori più deboli, lasciando senza lavoro decine di migliaia di giovani e di donne impegnate al lavoro con finti contratti individuali (come molti lavoratori autonomi) e con contratti temporanei (come i collaboratori, le prestazioni tramite agenzie interinali ed i contratti a termine). In molti casi si tratta di persone che non hanno alcuna copertura di reddito. Una parte del lavoro precario sta scivolando nel lavoro nero senza tutela e senza dignità.
E’ necessaria una politica regionale che sappia affrontare efficacemente una situazione tanto difficile.

Proponiamo
Blocco dei licenziamenti sia dal punto di vista delle modifiche normative, sia dal punto di vista dell’azione politica. Proposta della modifica della legge 223 per 3 anni; proroga per 3 anni della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà; azione politica a livello regionale e comunale per il blocco di fatto dei licenziamenti; sostegno alle lotte dei lavoratori contro i licenziamenti.
Una profonda azione di contrasto ad ogni forma di precariato. Ribadiamo il nostro obiettivo politico dell’abolizione della legge 30 e delle numerose forme di precariato ad essa connesse.
In questo quadro è necessario garantire il reddito minimo ai disoccupati e impegnare la Regione e le pubbliche amministrazioni a non ricorrere ad assunzioni caratterizzate da lavoro precario nelle sue varie forme.
Istituzione di un osservatorio sul fenomeno della violazione della dignità della persona nel lavoro e della sua sicurezza e salute, potenziando i servizi di prevenzione sul territorio.
Contrasto alle delocalizzazioni attraverso il sostegno alla nostra proposta di legge regionale che prevede forti disincentivi alla delocalizzazione e indennizzi ai lavoratori colpiti. Come obiettivo intermedio la richiesta ai comuni di procedere al sequestro cautelativo.
Piano straordinario per l’occupazione ed il lavoro dignitoso, prevedendo tre ambiti principali di attuazione: grande e diffuse opere di risanamento, attività di formazione scolastica permanente e di assistenza alle persone, riconversione energetica (risparmio/energia rinnovabile), azione per il rafforzamento salute e sicurezza dei lavoratori, istituzione di un organismo pubblico per il recupero e la riconversione produttiva di aziende in crisi

SANITÀ
Il sistema sanitario pubblico ha garantito, in Italia e in Piemonte, il progressivo miglioramento dello stato di salute della popolazione. La sanità pubblica rappresenta dunque un pilastro dei diritti di cittadinanza, che va valorizzato e potenziato. L’importante impegno in questa direzione della Regione Piemonte e dell’Assessorato alla Sanità –ancora più significativo se si tiene conto che l’attuale Giunta ha ereditato dai precedenti 10 anni di governo della destra un sistema sanitario agonizzante- va confermato e rilanciato con forza.

Proponiamo
L’assunzione come valore strategico fondamentale della programmazione sanitaria e in particolare del ruolo del piano socio-sanitario regionale. Spetta in questo senso alla amministrazione regionale, in coerenza con il piano sanitario, l’eventuale preventiva autorizzazione a realizzare nuove strutture sanitarie convenzionate.
Potenziamento della politica sanitaria basata sulla prevenzione, intervenendo prioritariamente sulle cause che determinano le malattie, in particolare quelle tumorali, quelle cronico degenerative collegate agli stili di vita e quelle collegate alle esperienze di lavoro.
Impegno per ridurre ulteriormente le liste di attesa per esami clinici, visite e operazioni chirurgiche.
Potenziamento della medicina territoriale, con il pieno sviluppo dell’ambito distrettuale.
Sperimentazione dell’istituzione di case della salute con i comitati di partecipazione dei cittadini e degli operatori. Esse sono il centro delle cure primarie e costituiscono lo strumento che prende in carico il cittadino in ragione della propria malattia diventando il luogo dei servizi di base ad essi connessi (consultori, servizi contro le dipendenze, servizi di salute mentale).
Potenziamento e rilancio del ruolo dei consultori pubblici per l’assistenza sanitaria psicologica e sociale e per l’applicazione della legge 194.
Potenziamento dell’erogazione pubblica dei servizi domiciliari, nell’ottica del superamento della logica dei voucher per gli anziani e i non autosufficienti.
Esenzione dai ticket per i lavoratori in cassa integrazione, precari o lavoratori che hanno perso il lavoro.
Chiediamo una attenzione specifica per i lavoratori della sanità piemontesi. Le strutture sanitarie della nostra Regione hanno continuato infatti a funzionare con efficacia nonostante il blocco delle assunzioni imposto in questi anni dai governi nazionali che si sono succeduti. L’elevato livello qualitativo espresso dal sistema sanitario regionale è stato garantito in primo luogo dalle capacità professionali e dalla dedizione dei lavoratori della sanità piemontesi. A questi va riconosciuta la giusta valorizzazione sia in termini professionali che economici.

SCUOLA E FORMAZIONE
E’ necessario contrastare con forza l’attacco operato dal governo Berlusconi e dal ministro Gelmini alla scuola e all’università pubblica. Già oggi questo attacco sta determinando una grave situazione nel sistema scolastico e formativo piemontese che rischia di comprometterne il normale funzionamento.

Proponiamo

Rafforzamento di una politica per il diritto allo studio che preveda adeguate risorse sia per i singoli (gratuità dei libri e accesso ai servizi) sia per le scuole pubbliche in relazione ai bisogni collettivi, cercando per questa via di contrastare il disegno del governo di affossare la scuola pubblica, laica e pluralista attraverso una progressiva sottrazione di risorse.
Forte investimenti per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Mantenimento dei piccoli plessi scolastici garantendo capillarmente la presenza della scuola pubblica su tutto il territorio regionale.
Qualificazione della formazione professionale nella direzione della formazione permanente e del reimpiego dei lavoratori che perdono il lavoro.
Azioni di sostegno in favore dell’integrazione dei figli degli immigrati nei percorsi didattici e formativi.
Maggiori risorse per la ricerca e l’università pubblica.

AMBIENTE, ENERGIA, TRASPORTI
Il pianeta è attraversato da una gravissima crisi ambientale, i cui effetti sono sempre più drammatici e tangibili. La situazione impone mutamenti profondi nelle politiche economiche e nelle politiche pubbliche e questa consapevolezza deve guidare anche le scelte della Regione Piemonte.

Proponiamo
Puntare sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili.
Investire sulla mobilità sostenibile privilegiando il trasporto locale, dei pendolari e degli studenti. L’avvio dell’alta velocità Torino-Milano dimostra come una politica dei trasporti centrata sull’alta velocità comporti il collasso del trasporto regionale e l’aumento delle tariffe.
Trasferire gli investimenti programmati per le grandi opere infrastrutturali non ancora in avanzato stato di realizzazione in favore del miglioramento delle rete dei trasporti ferroviario regionale, del raddoppio dei binari laddove sia ancora presente il binario unico, del completamento dell’elettrificazione della rete, dello sdoppiamento delle linee per il trasporto merci e il trasporto per i passeggeri.
Un piano di gratuità dei trasporti pubblici locali per lavoratori in cassa integrazione, precari e lavoratori che hanno perso il lavoro. Riduzione del biglietto per tutti gli studenti, così come già previsto per gli studenti universitari.
Adeguati finanziamenti per il sostegno all’agricoltura a minore impatto, con particolare attenzione al biologico, prevedendo risorse per il reddito degli agricoltori, per la riconversione dell’agricoltura normale e per la valorizzazione di un consumo consapevole.
Contrarietà al nucleare e conseguente proposta per il Piemonte di “regione denuclearizzata”.
Riassetto idrogeologico del territorio a partire dalle aree montane.
Gestione pubblica dell’acqua e miglioramento dei servizi, eliminando il grave fenomeno della dispersione, prevedendo adeguati investimenti nella rete di distribuzione.
Consolidamento e implementazione della raccolta differenziata, agendo contemporaneamente per una riduzione dei rifiuti alla fonte e il recupero della materia.

LAICITÀ DELLE ISTITUZIONI
Riteniamo cruciale ribadire il carattere di laicità delle istituzioni democratiche, anche e soprattutto a garanzia della loro indipendenza e a tutela dei diritti fondamentali della persona.

Proponiamo
Una legge regionale che vieti ogni discriminazione nelle materie di competenza regionale rispetto al genere, all’orientamento religioso, sessuale, all’origine etnica e culturale.
Sostegno a una politica pubblica per un’educazione sessuale consapevole e per l’autodeterminazione delle donne, a partire dalla difesa della legge 194.

MORALITÀ DELLA POLITICA

Esprimiamo forte preoccupazione per i gravi processi di degrado morale nella vita politica ed istituzionale nel nostro paese e nella nostra Regione. Riteniamo perciò di dover assumere alcuni impegni precisi:

Proponiamo

Non candidabilità di soggetti condannati o inquisiti per reati contro la pubblica amministrazione o per reati di mafia.
Monitoraggio sul ricorso alle consulenze, divenuto in gran parte un mero strumento clientelare, nell’ambito di una valorizzazione delle competenze esistenti negli apparati regionali e nell’ottica di un affidamento trasparente e pubblico delle consulenze stesse.
Proposta di una riduzione delle spese del 10% per il Consiglio e per la Giunta.
Riduzione del 10% delle indennità e dei benefit dei Consiglieri orientando le risorse risparmiate sull’incentivazione alla partecipazione politica attiva dei cittadini.
Riduzione dei finanziamenti erogati direttamente ai gruppi, sostituendoli con la fornitura diretta di servizi.
Istituzione di un osservatorio regionale sulle infiltrazione delle organizzazioni criminali e mafiose in relazione alle grandi opere, agli appalti e ai subappalti pubblici.



domenica 13 dicembre 2009

Cara compagna, caro compagno,
il nostro Partito arriva da un periodo molto travagliato: sconfitte elettorali, scissioni, e da un oscuramento dell’informazione che ci ha quasi fatto sparire dai mass media.
In quest’ultimo anno abbiamo lavorato a ricostruire il partito. Per la prima volta dopo tanti anni siamo riusciti a darci una gestione interna unitaria, in cui tutte le le aree del partito collaborano, mentre parallelamente stiamo ricostruendo l’intervento politico esterno.
Lo abbiamo fatto in questi mesi ricostruendo il lavoro sociale del partito: a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori nelle lotte per la difesa del posto di lavoro, nel movimento dei precari, nelle battaglie ambientali e per l’acqua pubblica, con l’impegno nel terremoto e con la raccolta di firme per il referendum contro il lodo Alfano. Lo abbiamo fatto costruendo dal basso il partito sociale, nelle mille forme di aggregazione e di solidarietà vertenziale a cui abbiamo dato vita sui territori.
Lo facciamo oggi con l’impegno concreto nella costruzione della Federazione della Sinistra, un processo unitario che partirà ufficialmente il 5 dicembre a Roma. Vogliamo mettere fine a troppi anni in cui i comunisti e la sinistra di alternativa si sono continuamente divisi, facendoci perdere ogni credibilità. Vogliamo ripartire unendo le forze, per ridare credibilità alla costruzione di un polo politico di alternativa, dove far vivere il progetto della rifondazione comunista. Una proposta unitaria che chiudendo la stagione delle continue divisioni, ridia una speranza alla nostra gente.
Per fare tutto questo abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno di rivitalizzare Rifondazione Comunista e di renderla più forte. Non si tratta di un fatto testimoniale. La crisi capitalistica ha riaperto i giochi e oggi concretamente ci troviamo di fronte al rischio di una svolta a destra, di cui il berlusconismo è l’espressione peggiore, fatta di ingiustizie e di guerra tra poveri: una vera e propria crisi di civiltà in cui tutti guardano al futuro con paura, in cui i giovani sono immersi in una precarietà senza confini che toglie ogni speranza. Noi lavoriamo per una uscita da sinistra dalla crisi, basata su maggior giustizia sociale, sull’allargamento della democrazia e su una riconversione sociale ed ambientale dell’economia. Per costruire l’alternativa abbiamo bisogno di più lotte ma anche di un Partito della Rifondazione Comunista e di una Federazione della Sinistra più forte.
Per questo ti scrivo. Non è oggi il tempo di stare a guardare, è il tempo di dare una mano per ricostruire una sinistra degna di questo nome e una presenza dei comunisti forte e autorevole. Per questo ti propongo di iscriverti o re-iscriverti a Rifondazione; per ricostruire quel partito che ci ha fatto sperare e disperare ma di cui c’è, oggi più che mai, bisogno.

Un caro saluto.
Paolo Ferrero: Segretario nazionale PRC-SE

mercoledì 9 dicembre 2009

Vicenda ARISTOR: interpellanza del consigliere comunale Giorgio Barberis (PRC-SE)

Riportiamo il testo dell'interpellanza urgente del consigliere comunale Giorgio Barberis sulla situazione dell'ARISTOR.

INTERPELLANZA URGENTE

Al Presidente
del Consiglio Comunale di Alessandria

Oggetto: Situazione complessiva della società partecipata ARISTOR, in particolare in merito ai suoi bilanci e alla sua gestione.

Il sottoscritto, consigliere Giorgio Barberis, premesso che:

come noto, l’ARISTOR è un’azienda di diritto privato a partecipazione comunale, che si occupa di ristorazione;

la stessa ARISTOR, grazie al raggiungimento di elevati standard qualitativi per quanto concerne i mezzi e la professionalità del personale operante al suo interno, è (era?) in grado non solo di soddisfare le necessità della refezione nelle mense scolastiche, ma anche di proporsi competitivamente nei confronti dei privati per servizi di catering;

negli ultimi mesi la stessa società è stata più volte al centro della cronaca per fatti certamente poco lusinghieri, quali ad esempio il tentativo (per fortuna fallito) di svendita della stessa ai privati, i problemi legati al presunto esubero di alcuni lavoratori, il licenziamento di un malato oncologico grave, il mancato riconoscimento del premio di produttività ai dipendenti, etc.;

Interpella
Il Signor Sindaco e l’Assessore competente al fine di conoscere nel dettaglio quale sia la reale situazione della società ARISTOR, e di sapere se non convengano sulla necessità di convocare urgentemente una commissione consiliare d'indagine sui gravi fatti sopra citati.

Giorgio Barberis
Gruppo Consiliare PRC

martedì 8 dicembre 2009

Amianto, al via il processo, ma la politica è troppo distante da esigenze lavoratori e cittadini

“Le attese che si appuntano sul processo ‘Eternit’ che parte il prossimo 10 dicembre a Torino – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE – sono molte e giustamente ambiziose. Queste attese testimoniano, oggi più che mai che, anche nelle difficoltà, le battaglie vanno fatte perché altrimenti si è già perso in partenza”.
“Come consigliere regionale pro tempore però - continua Deambrogio – non posso che rilevare, tanto più in vicinanza di un processo così importante persino in sede europea, quanto sia siderale la distanza tra la politica e le esigenze di lavoratori, ex lavoratori, famiglie e cittadini, che se oggi chiedono giustizia a un tribunale non dimenticano affatto il deserto normativo, o peggio, il cambiamento funesto di leggi che riguardano la sicurezza sul lavoro”.
“Da quest’ultimo punto di vista – continua ancora Deambrogio – ricordo come la tragedia dell’amianto non abbia insegnato nulla all’attuale Governo e al suo testo unico sulla sicurezza. Come ho recentemente ricordato, in Parlamento non si sblocca il decreto per distribuire il pur misero fondo vittime dell’amianto, mentre di nuova legge nazionale dopo quella del 1992 non se ne sussurra nemmeno: nemanco un’audizione in commissione è stata fatta!”.
“Siccome giovedì mattina fioccheranno i comunicati di parlamentari di tutti gli schieramenti – conclude Deambrogio – chiedo loro di essere conseguenti con dichiarazioni che troppo spesso sono caratterizzate dal vuoto pneumatico in termini di azioni conseguenti. A costo di risultare politicamente non corretto, intendo stigmatizzare senza mezzi termini comportamenti vacui, utilitaristici, strumentali: il 10 dicembre si parli di meno e si faccia di più”.

Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

Solvay Solexis: Si faccia luce sulla vicenda

In seguito alle recenti vicende della Solvay Solexis-polo chimico di Spinetta Marengo, ritengo che il quadro della vicenda sia preoccupante: la Procura sta indagando su accuse di avvelenamento doloso ed omessa bonifica contro 38 persone, fra vertici e dirigenti di tre società, Ausimont, Atofina-Arkema e Solvay Solexis.
Lo stato di inquinamento dell'acqua in falda determina il rischio di effetti tossico nocivi per la salute umana, attraverso l'uso dell'acqua potabile diretto e tramite l'irrigazione dei campi.
La Procura continua le verifiche e predispone anche un'indagine epidemiologica per vedere l'incidenza degli inquinanti alla Fraschetta su morti e malattie.
Fino alla primavera 2008 bevevano quell'acqua (es. pozzo num.8, acquedotto interno polo chimico) i dipendenti Solvay e le famiglie di una parte del sobborgo di Spinetta (Fonte notizie:"La Stampa" di venerdì 4 dicembre 2009).
Nel frattempo qualche giorno fa si verifica una fuoriuscita di gas alla Solvay per l'esattezza perfluoroisobutene, gas incolore ma tossico se inalato, allarme poi rientrato.
Arrivano, sempre pochi giorni fa, anche pressioni e telefonate, scritte sui muri contro chi fa parte del Comitato che si batte da tempo per far luce sulle vicende già citate e sui possibili danni alla salute.
In un quadro del genere, ritengo grave la continua riproposizione dello scontro fra Lavoro/Occupazione e Salute/Ambiente.
Nell'esprimere tutta la mia personale solidarietà a chiunque abbia subito pressioni e intimidazioni, a partire da Lino Balza, compagno in tante battaglie ambientali, rivolgo un appello a tutte le realtà ambientaliste, ai sindacati, ai lavoratori del polo chimico, nonchè agli abitanti di Spinetta e del territorio provinciale, perchè il problema ci riguarda tutti.
Si smetta una buona volta di contrapporre il diritto al lavoro al diritto alla salute e alla salvaguardia dell'ambiente; non si può barattare l'occupazione con la sicurezza sul lavoro o con la salute nostra e del territorio che abitiamo.
Non si può accusare chi chiede, giustamente, di far luce sulla vicenda e si preoccupa dello stato delle falde, della salubrità di aria ed acqua, di mirare a far chiudere l'azienda e togliere il lavoro ai suoi dipendenti.
Non si possono, d’altro canto, ignorare la questione lavorativa e le preoccupazioni dei lavoratori: per favore, però, non ci si presti, non prestiamoci, al solito ricatto "o di qua o di là". Occorre che sindacati, associazioni e comitati, i partiti, assumano una posizione chiara, in difesa della salute e del lavoro, tenendoli insieme, non contrapponendoli.
Confrontiamoci e adoperiamoci perchè venga fatta piena luce sulla faccenda, nessuna remora o reticenza. Combattere l’inquinamento della terra, dell’acqua e dell’aria è qualcosa che deve coinvolgerci tutti se vogliamo avere un futuro e soprattutto offrire un futuro a chi verrà dopo di noi.

Daniela Cauli-Segretaria del circolo PRC di Tortona

lunedì 7 dicembre 2009

Salute, si inaugura la nuova PET ad Alessandria. "San Tommaso" Cavallera cosa si inventerà ora?

“Sarà inaugurata mercoledì 9 dicembre – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE – la nuova PET presso l’Azienda Ospedaliera di Alessandria. In questa occasione intendo ricordare che la ristrutturazione delle strutture che ospitano la nuova tecnologia e l’acquisizione della strumentazione sono avvenuti per impegno della Regione Piemonte con un finanziamento di 3.300.000 euro”.
“Con la nuova PET - continua Deambrogio – ci sarà uno strumento diagnostico capace di rilevare con grande precisione tridimensionale la presenza di cellule anormali. Di più: essa sarà inoltre completata da una TC (Tomografia Computerizzata). Questa fusione delle due modalità diagnostiche in un’unica apparecchiatura permetterà esami in immediata sequenza senza muovere il paziente tra le due indagini”.
“Con l’acquisizione della nuova PET – continua ancora Deambrogio – l’Azienda Ospedaliera si dota della miglior tecnologia sul mercato per la diagnosi oncologica, e la mette a disposizione di tutti i pazienti dell’area sud-est del Piemonte. Ora, forse, anche Ugo ‘san tommaso’ Cavallera potrà, una volta ficcato il naso mercoledì, cessare la sua litania sul mancato arrivo di questa tecnologia ad Alessandria. Semmai potrei cominciare io a chiedergli come mai nei dieci anni in cui lui era protagonista di un governo regionale di centro destra nulla, ma proprio nulla si era mosso in tal senso”.
“Come consigliere regionale di una maggioranza di centro sinistra – conclude Deambrogio – rivendico appieno la bontà di questo ennesimo risultato per la sanità nella nostra provincia. Chi, in special modo da parti politiche importanti del centro sinistra, sostiene in questi giorni che serve discontinuità e individua nelle politiche sanitarie un terreno di nuova apertura al privato è un autolesionista e un nemico dichiarato delle riforme portate avanti negli ultimi cinque anni. Mi piacerebbe che su questo tema, quello della valorizzazione del lavoro svolto, ci fossero chiare prese di posizione da parte dei consiglieri regionali di centro sinistra eletti in provincia di Alessandria”.

Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

Lavorare in sicurezza, vivere in sicurezza

L'industria chimica ha sempre avuto una difficile convivenza con il territorio, gli esempi da manuale non mancano certo (Seveso e Bhopal per quanto riguarda gli incidenti disastrosi, l'Acna per quanto riguarda un inquinamento cronico e costante per decenni). Il confronto perenne tra lavoratori ed abitanti, e molto spesso c'è chi ricopre entrambi i ruoli, il perenne dilemma di scelta tra difesa del posto di lavoro ed ambiente, ma questo non dovrebbe essere una contrapposizione perché il lavoro fa parte del vivere quotidiano, e si vive nell'ambiente.
Pensare a difendere il proprio posto di lavoro è giusto ed ovvio, però questo non può significare che lavoratori e sindacalisti di categoria costituiscano un blocco con l'azienda.
Gli interessi dei lavoratori molto spesso non coincidono con le strategie aziendali. Se in un'occasione di confronto con ambientalisti ed abitanti della zona limitrofa all'azienda (prendiamo ad esempio la Solvay di Spinetta Marengo) le posizioni dei lavoratori sembrano coincidere con quelle aziendali, non bisogna pensare che questo possa essere un eterno idillio. I vertici aziendali sono sempre molto pronti a cogliere certe occasioni per far aggiungere qualche buco alle cinture, o peggio, ed il peggio è sempre per i lavoratori non certo per i colossi della chimica. Il lavorare in sicurezza è senza dubbio il primo solido gradino da cui partire. Il nostro gruppo consigliare al comune di Alessandria in data 18 settembre 2008 presentò un ordine del giorno con oggetto: “Proposta di istituzione di un osservatorio che monitori nel territorio comunale lo stato di sicurezza sul posto di lavoro,prioritariamente nei siti industriali a maggiore rischio ambientale.” l'ente pubblico, comune o provincia, deve essere al corrente di cosa si produce sul suo territorio, deve essere il collettore delle informazioni delle varie realtà, fornite da Vigili del fuoco, A.S.L., ARPA, Ispettorato del lavoro e naturalmente, la dichiarazione periodica ed aggiornata dalle aziende sui materiali e sui componenti chimici trattati. In tal modo da garantire che anche in caso di variazioni degli elementi trattati le condizioni di sicurezza siano adeguate. Naturalmente il nostro ordine del giorno sta ancora a far polvere da qualche parte. Quello che è avvenuto in passato nell'area della Solvay, ex Montedison, ex....ex...ex (le sigle delle aziende andando a ritroso sono molte possiamo arrivare sino all'Italgas e proseguire ancora), era ben noto ai più,ma naturalmente tollerato e ovattato per l'infinita storia della contropartita occupazionale.
Oggi la Solvay deve dimostrare che l'impianto della Fraschetta è in sicurezza, per i lavoratori e per gli abitanti della zona, come di norma deve essere. Considerando che nell'area di Marengo sta potenzialmente sorgendo un nuovo problema, cioè che con il decollo della politica filo-nucleare del governo per il problema scorie si devono individuare stazioni di stoccaggio,e queste sono individuabili in comuni non denuclearizzati, come Bosco Marengo ad esempio.
Inoltre il piano di protezione civile per l'area deve essere portato a conoscenza a tutti i livelli, non conosciuto da pochi e quindi di difficile rapida attuazione in caso di non augurato bisogno.
Gli stabilimenti chimici hanno sempre avuto un gran riguardo anche da parte degli alleati durante la seconda guerra mondiale, tranne pochi casi, gli Anglo-Americani non bombardarono gli stabilimenti (che sarebbero serviti a loro in seguito), per fermare la produzione bombardarono i quartieri operai. Il peggio è sempre toccato alla salute dei lavoratori e degli abitanti. Consigliamo una lettura, “Storia dell'Italgas”, molto interessante per la storia arcaica dell'impianto di Spinetta e di quello di Cengio per molto tempo legati a filo doppio.
Saluti a pugno chiuso.

Federazione della Sinistra di Alternativa Anti-capitalista
Partito della Rifondazione Comunista: Circolo di Alessandria
Partito dei Comunisti Italiani: Circolo di Alessandria

mercoledì 2 dicembre 2009

Non fermate la raccolta differenziata

Negli ultimi anni in Piemonte il dato della raccolta differenziata dei rifiuti è cresciuto in termini estremamente positivi. Siamo cresciuti dal 14,8 del 1999 al 32,9 del 2004 fino al 48,4 del 2008. Il risultato quest’ anno crescerà ancora. Siamo una delle pochissime regioni italiane in linea con gli obiettivi di legge. Certo molta strada deve essere ancora fatta, non solo sulle RD per cui l’Europa pone obiettivi sempre più ambiziosi, ma soprattutto sul versante della diminuzione della produzione dei rifiuti. Molto dipenderà anche dalle politiche messe in campo dalle varie amministrazioni a livello locale, anche perché non è scritto da nessuna parte che, una volta raggiunto un certo tipo di risultato positivo, lo si migliori automaticamente a prescindere dagli sforzi e dalle tecniche messe in campo. Insomma: se non ci si applica si può anche tornare indietro.
Apprendo dalla stampa locale che l’amministrazione di Casale Monf. intende rendere operativo “un nuovo sistema realizzato con più estetiche isole ecologiche seminterrate” e subito penso che questa è esattamente una decisione in grado di mettere in pericolo ulteriori miglioramenti per quanto riguarda una seria raccolta differenziata dei rifiuti.
Non intendo in questa sede difendere acriticamente il processo che ha portato all’inserimento del sistema fin qui usato a Casale. Molto probabilmente degli errori sono anche stati fatti e non tutto quel che si poteva produrre per rendere condivisa ed efficace l’innovazione per andare oltre il cassonetto stradale indifferenziato è stato prodotto.
Questo detto, provo a indicare alcuni elementi di criticità della modalità di raccolta attraverso isole seminterrate.
In primo luogo occorre sapere che tale sistema richiede costi di investimento davvero notevoli sia per l’acquisto delle postazioni che per i lavori di installazione delle stesse. I costi di installazione in città per gli scavi, i lavori di muratura e quant’altro sono di norma ancora più ingenti. L’incremento di costi può risultare assai significativo e questo deve essere un elemento da prendere in considerazione da parte di qualsiasi amministrazione pubblica o azienda, che certo non naviga nell’oro. In ogni caso va fatta un’ analisi costi benefici a confronto con altre modalità di conferimento e raccolta.
In secondo luogo occorre segnalare che persino presso le isole ecologiche dotate di sistemi di identificazione sono ancora più frequenti i fenomeni di abbandono dei rifiuti nei pressi delle medesime non solo da parte di cittadini dotati di scarso senso civico, ma anche da parte di utenti che non intendono perdere troppo tempo (la fase di identificazione risulta spesso laboriosa e può durare alcuni minuti allorquando il sistema prevede la rotazione dei contenitori sotto il punto di conferimento), per gli utenti non abilitati (turisti di passaggio) o male informati. Bisogna infine tenere anche presente che, scegliendo sistemi molto complessi e delicati quali quelli che prevedono l’identificazione degli utenti, si può andare incontro con maggiore frequenza a casi di vandalismo e di danneggiamento del sistema che comportano lunghi periodi di inattività del sistema e costosi interventi di riparazione e/ sostituzione. In ogni caso la vita di impianti come questi è assai più corta di sistemi con piccoli cassonetti per il porta a porta.
Le isole interrate possono essere una buona soluzione per contesti molto particolari, ad esempio le zonee auliche dei centri storici, nei quali si scelga di mettere in secondo piano i risultati di RD e i costi. Ipotizzarle inceve quale soluzione di massa per tutta la Città mi pare molto problematico.
I casi di fallimento di questo modello di raccolta sono numerosi e vanno da Bari dove le 12 isole interrate hanno funzionato solo pochi mesi fino a Trento, una città virtuosa in termini di RD e attenta al proprio decoro urbano.Il sistema adottato nel 2003 in circa 8 postazioni nel centro storico, ma ad oggi, a causa di varie problematiche di funzionamento e abbandono dei rifiuti, ne sono rimaste attive solo 2.
Spero che questi miei dubbi possano trovare in città luoghi dove essere dibattuti seriamente. Illudere i cittadini, magari arrabbiati per come funziona ora la raccolta, sarebbe davvero imperdonabile.

Lettera ai giornali locali di Alberto Deambrogio Consigliere Regionale PRC-SE

martedì 1 dicembre 2009

DImissioni Grassano e nuovo presidente

Finalmente Grassano, dimettendosi, ha fatto quello che secondo noi doveva fare molto tempo fa. Con le sue dimissioni ha liberato, momentaneamente, il signor Sindaco da una situazione non felice e da cui la maggioranza, di fatto, ne sarebbe uscita spaccata, basti pensare che non tutti i consiglieri di maggioranza avevano firmato la cosiddetta “mozione del sindaco” e che c’è stato bisogno del soccorso di una buona parte dei consiglieri dell’opposizione.
Le dimissioni in extremis hanno evitato che andasse in porto il goffo tentativo di modifica dello statuto del consiglio comunale, cioè di portare a due anni e mezzo la durata della carica di presidente, modifica “ad personam” per liberarsi del problema che avrebbe, però, indebolito la figura e il ruolo istituzionale del presidente del consiglio comunale.
Adesso si apre la partita per la nomina del nuovo presidente del consiglio comunale e dopo la vicenda Grassano, riteniamo per lo meno inopportuno proporre il nome di un altro consigliere comunale appartenente al gruppo della Lega Nord. In questo contesto la Lega Nord ha già dato ed ha fallito nel mettere un suo uomo a capo del consiglio comunale, sarebbe il caso che si facessero da parte, sempre che il loro attaccamento alle poltrone non sia troppo forte.

Il circolo di Alessandria del Partito della Rifondazione Comunista

lunedì 30 novembre 2009

Congresso straordinario PRC Casale Monf.: Beppe Bruno eletto segretario. Priorità: crisi e costruzione Federazione Sinistra

Si è svolto venerdì 27 novembre il congresso straordinario del Circolo di Rifondazione Comunista di Casale Monferrato. L’appuntamento è stato costruito come passaggio verso il congresso straordinario della federazione provinciale, che si è svolto domenica 29 novembre eleggendo Simone Subrero come nuovo segretario federarale.

A casale, invece, gli iscritti e le iscritte, hanno designato Beppe Bruno quale nuovo segretario del Circolo. Bruno, operaio presso l’azienda COSMO di Casale, ha svolto nel recente passato il ruolo di consigliere comunale, nonché capogruppo per Rifondazione Comunista. Il nuovo segretario succede ad Alessandro Merenda, che per lunghi anni ha lavorato nella tessitura dei rapporti politici, delle lotte e delle iniziative in ambito casalese. A lui è andato il ringraziamento di tutte le compagne e i compagni del circolo.

Al congresso casalese si è discusso anche di priorità su cui agire sin da subito. In particolare si è deciso di continuare nella campagna, già avviata da settimane in città per far emergere problemi e proposte collegati alla crisi economica e sociale così evidente anche nel casalese. In secondo luogo si è confermato l’impegno nella costruzione della Federazione della Sinistra come spazio pubblico federato in cui far agire comunisti, socialisti, movimenti altermondialisti, singole persone che non si rassegnano alla deriva di una sinistra sempre più incapace di presentarsi come soggetto autonomo ed efficace sul terreno sociale. Di queste cose si è parlato anche con alcuni esponenti di Sinistra Casalese, esperienza che Rifondazione Comunista intende ancora valorizzare attraverso il suo apporto di idee e di iniziative.

Il circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Casale Monferrato

La nuova segreteria della federazione di Rifondazione Comunista di Alessandria

Il congresso straordinario della federazione provinciale di Alessandria del Partito della Rifondazione ha eletto il nuovo Comitato Politico Federale che ha designato come Segretario il Compagno Simone Subrero del circolo di Ovada.

Questi i nomi delle compagne e dei compagni sottoposti dal segretario alla decisione del Comitato Politico, insieme agli incarichi principali:
  • Stefano Barbieri del circolo di Alessandria: Sindacato e politica europea
  • Daniela Cauli del circolo di Tortona: Ambiente e politiche sociali
  • Giampiero Dorato del circolo di Pontecurone: Organizzazione
  • Massimo Lorusso del circolo di Alessandria: Scuola, Università e movimenti della sinistra
  • Filippo Orlando del circolo di Novi Ligure: Lavoro e Servizi
Il comitato politico ha confermato Vincenzo Santoro del circolo di Alessandria nella carica di tesoriere del partito.



sabato 28 novembre 2009

Congresso straordinario della Federazione Provinciale di Alessandria del PRC

Domenica 29 novembre, presso la Sala Marchegiani alla Camera del Lavoro di Alessandria, dalle ore 9,15 alle ore 15, avrà luogo il Congresso straordinario della Federazione Provinciale di Alessandria del Partito della Rifondazione Comunista.
Per riprendere il percorso, quello del Progetto della Rifondazione Comunista, dopo una fase accidentata.

In un momento in cui la politica liberista e la cultura di destra sembrano prevalere, in una fase di grave crisi economica, sociale, ecologica e morale, riteniamo che il nostro “riprendere la strada” significhi contemporaneamente rafforzare la nostra presenza fra la gente e lavorare insieme per ricomporre una sinistra sempre più frammentata.


mercoledì 25 novembre 2009

Caso Kovacic. Se il lavoro e i lavoratori non sono scorie debbono oggi riprendere la parola. Serve una vertenza generale.

“La nota vicenda che vede come protagonista involontario Renato Kovacic – dice Alberto Deambrogio – sta andando oltre la pur penosa volontà dichiarata, da parte di un’azienda municipalizzata, di licenziare un dipendente gravemente ammalato”.
“La solidarietà diffusa nei confronti di Kovacic espressa nei giorni scorsi da molti – continua Deambrogio – non riesce a cancellare un contesto di piombo in cui ad Alessandria si è deciso di relegare il lavoro: lavoro come scoria, lavoratori come escrescenza di quella scoria. In un Paese dove la gente si odia, dove una guerra civile strisciante ha sdoganato il peggio del ‘cattivismo’, ad Alessandria non si scherza, magari si pagano centinaia di migliaia di euro consulenti per mirabolanti piani strategici di sviluppo, ma si lasciano lavoratori in crisi assolutamente soli, si snobbano totalmente le loro rappresentanze sindacali se non per chiedere ridicole fideiussioni per occupazione di suolo pubblico”.
“Bisogna sapere che questo è il brodo di coltura – continua ancora Deambrogio – in cui la storia recente di Kovacic si colloca. Se è così allora occorre riflettere su un salto di qualità complessivo da parte della politica e della società civile su tutto il territorio. Non basta una manifestazione, pur sacrosanta, di solidarietà, ma occorre costruire una vertenza generale, perché il caso di Renato Kovacic possa subito trovare soluzione e, allo stesso tempo, si accendano davvero i riflettori sulle persone che lavorano, temono di perdere il loro posto, o già l’hanno perso. Serve, insomma, discontinuità rispetto alle logiche difensive.”.
“Contribuire a ridare la dignità al lavoratore Kovacic oggi – conclude deambrogio – deve dunque servire ad annullare il senso di deprivazione complessiva di tutti i lavoratori e le lavoratrici della provincia. Saperlo fare significherà anche capire quale spazio quel mondo rivendica ancora per se”.

Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

martedì 24 novembre 2009

Per qualcuno è solo "la questione Kovacic" per Kovacic è una questione di vita....

Piena solidarietà e sostegno da parte del Partito dei Comunisti Italiani e del Circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Alessandria a Renato Kovacic, dipendente ARISTOR licenziato, reintegrato, ri-licenziato ed umiliato dall’Azienda e da questa Amministrazione Comunale di centro–destra incapace di umanità e legalità.
Questa mattina il Compagno Kovacic, insieme ai rappresentanti sindacali, ha preso parte ad un incontro svoltosi presso l’ispettorato del lavoro di Alessandria, al quale hanno presenziato anche in rappresentanza dell’Aristor il Direttore Dott. Paolo Ansaldi e l’Avv. Traverso.
Non si è giunti ad una soluzione, o quanto meno non si è voluta raggiungere. Il Direttore dell’Azienda Municipalizzata ha ribadito il fatto di aver applicato il contratto di lavoro, non essendo a conoscenza dei problemi di salute del lavoratore, o meglio, dell’ex lavoratore.
A noi interessa sapere che ruolo svolge il direttore dell’Aristor se non è nemmeno a conoscenza del fatto che uno dei suoi dipendenti, assente per malattia grave, per parecchio tempo è stato impossibilitato al lavoro. Come può “non sapere” con tutto il clamore nato dopo il primo licenziamento e poi reintegro, bastava leggesse i giornali di allora, oppure sarebbe stato sufficiente ne avesse parlato con il Sindaco, informato, come tutta la città ormai crediamo, delle condizioni di salute del Compagno Kovacic. A noi sorge un forte dubbio: che ci siano altre motivazioni? Che la parola “Comunista” faccia così tanta paura a questa amministrazione? Che il Compagno Kovacic, impegnato in lotte per il diritto del lavoro, della dignità e dell’uguaglianza, si sia fatto qualche nemico di troppo? O semplicemente che il sindaco Fabbio abbia affidato un ruolo tanto importante ad una persona non in grado di svolgere questa funzione? Il Sindaco ha dimostrato, ed il caso “Grassano” ne è un altro esempio, di non essere molto afferrato nella scelta delle risorse umane che lo affiancano nell’amministrazione di questa città.

Federazione della Sinistra di Alternativa Anticapitalista.
Partito dei Comunisti Italiani
Circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Alessandria

domenica 22 novembre 2009

sabato 21 novembre 2009

Mozione del "Sindaco" sulla sfiducia a Grassano, atto di sganciamento dalle proprie responsabilità

La questione Grassano, giunti a questo punto, è senza dubbio di difficile gestione da parte del sindaco Fabbio e dalla sua giunta. Piercarlo Fabbio, come più volte abbiamo rimarcato, ha una grossa responsabilità nella degenerazione della situazione. Egli non può certo stralciare la sua posizione da quella di Grassano semplicemente presentando una mozione di sfiducia nei confronti del medesimo,ribadendo a gran tono al consiglio comunale che quella è la mozione del sindaco. Questo è un sovvertimento dei ruoli, l'assemblea comunale piuttosto dovrebbe porre alla giunta la presa d'atto della situazione,ormai non più sostenibile. Maggioranza ed Opposizioni hanno un ruolo comune in questa fase, cioè di essere nel loro insieme l'assemblea comunale, il consiglio comunale, che ha investito Maurizio Grassano della carica di suo presidente, e solo da loro deve essere proposta la cessazione del rapporto fiduciario con lui. Se questa situazione viene posta dai banchi della giunta è una prevaricazione del Consiglio Comunale. Quando in precedenza erano state avanzate le richieste di dimissioni da parte di due capigruppo la cosa era del tutto naturale, erano voci provenienti dai banchi consiliari, non da quelli del governo cittadino, a cui attribuiamo un grossa responsabilità di ciò che si è venuto a creare. Possono esservi una o più mozioni di sfiducia verso il Presidente del Consiglio comunale di Alessandria, ma non devono essere del Sindaco, il quale, ricordiamo, in data 09 febbraio 2009 sosteneva che con le dimissioni del Grassano dal posto di lavoro riteneva conclusa la vicenda. Bene!
E oggi 19 Novembre 2009 a che punto ritiene che sia la vicenda Grassano? Al punto che ritiene di creare una mozione di sfiducia “del Sindaco” per uscire dalla situazione critica in cui si trova, sperando,o programmando,un soccorso dalle quinte colonne di turno,o di carriera,tra i banchi delle opposizioni.
Saluti a pugno chiuso.

Federazione della Sinistra di Alternativa Anticapitalista
Partito della Rifondazione Comunista: Circolo di Alessandria
Partito dei Comunisti Italiani: Circolo di Alessandria

venerdì 20 novembre 2009

Il nuovo ospedale di Alessandria, alcune immagini della serata di dibattito

Alcune immagini della serata di discussione pubblica sul nuovo ospedale di Alessandria organizzata dal Partito della Rifondazione Comunista e dal Partito dei Comunisti Italiani
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giovedì 12 novembre 2009

BORSALINO DAY, si vedono i risultati degli investimenti regionali. Solo il comune di Alessandria lavora per renderli inutili.

“Sabato prossimo, 14 novembre – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE – si terrà ad Alessandria il Borsalino Day a cui parteciperanno la Presidente della Regione Bresso, l’Assessora alla Salute Artesio, il Presidente della Fondazione CRAL Taverna, mentre il dottor Petrozzino svolgerà una relazione sull’attività dell’importante centro di riabilitazione”.
“Voglio ricordare in questa occasione – continua Deambrogio – che oltre ai 12 milioni di euro messi a disposizione da Borsalino 2000 Fondazione CRAL, sul Borsalino la Regione Piemonte ha investito 2 milioni di euro per dotazioni tecnologiche e spende circa 8 milioni l’anno per la sua gestione: uno sforzo davvero significativo”.
“Credo che nella giornata di sabato – continua ancora Deambrogio – emergeranno chiaramente i risultati positivi di questa linea d’intervento e si vedrà come i cittadini della provincia di Alessandria possano sempre più trovare nel Centro un ottimo servizio per la riabilitazione di livello. D’altro canto gli stessi dati sulla mobilità passiva dimostrano come si stia invertendo il trend negativo verso le regioni vicine”.
“Spero che questi dati – conclude deambrogio – facciano una volta di più meditare l’Amministrazione comunale di Alessandria, che, con l’ubicazione del nuovo ospedale in zona Cristo, mette in seria difficoltà lo sforzo fatto sul Borsalino. La notevole distanza tra i due presidi renderà pressoché impossibile un governo clinico integrato, nonchè necessario lo spostamento di 48 posti letto per il terzo livello”.

Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

ARISTOR, un altro risultato della strategia della giunta Fabbio

Solo qualche anno fa nessuno avrebbe potuto pensare che dei dipendenti di una municipalizzata sarebbero stati licenziati a causa della cancellazione della posizione lavorativa. Le scissioni in vari rami delle aziende partecipate, i giochi conseguenti sul loro destino ai privati, hanno portato al dissolvimento di ciò che era il tessuto del patrimonio municipale. Il direttore dell'Aristor Paolo Ansaldi, dopo aver messo in mobilità tredici dipendenti per “soppressione del posto di lavoro”, ha pensato bene di licenziare anche un altro lavoratore, che dopo assenze forzate a causa di una patologia, che non era un raffreddore, non può permettersi di infortunarsi sul lavoro, ne tanto meno sentirsi male alla notifica del licenziamento, perché ciò pare non provocare nessuna reazione di umanità in chi è ben disposto a lasciare quattordici persone senza risorse.
Le risorse al sig.Ansaldi arrivano però doppie, come direttore dell'Aristor e come capo di gabinetto del sindaco Fabbio. Di questa situazione, come di altre, se ne deve fare carico l'intera giunta cittadina, che ha voluto seguire la strategia economica dettata dall'assessore Luciano Vandone, eminenza grigia del governo cittadino. Qualche giorno fa, durante un'assemblea organizzata dai commercianti, i membri della giunta presenti hanno dichiarato che le loro scelte sono tutte collegiali.
Quindi anche ciò che ne può conseguire va diviso in eque responsabilità. Si trovi una soluzione dignitosa per i lavoratori Aristor e per l'Azienda stessa, che contempli anche il cambio di direttore.
Saluti a pugno chiuso.

Federazione della Sinistra di Alternativa Anticapitalista
Partito della Rifondazione Comunista: Circolo di Alessandria

Partito dei Comunisti Italiani: Circolo di Alessandria

mercoledì 11 novembre 2009

NUOVO OSPEDALE AD ALESSANDRIA. Dove? Come? Quando? Con quali costi?

Una serata di discussione pubblica sul nuovo ospedale di Alessandria, il cui sito di prossima costruzione è stato deciso in piena solitudine dalla Giunta comunale del capoluogo, nonostante il sito medesimo sia assai problematico da molti punti di vista.

Serve una discussione pubblica in città.

Ne discutiamo con:
Giorgio BARBERIS- Cons. Com. PRC-SE AL
Silvana TIBERTI - Segr. Camera del Lavoro AL
Alberto DEAMBROGIO - Cons. reg. PRC-SE
Vincenzo VERSACE - segr. PdCI AL

Coordina
Claudio CESARONI - medico, circolo PRC-SE AL

Organizza
Federazione della Sinistra alternativa
Federazioni PRC-SE, PdCI AL

lunedì 2 novembre 2009

Il nuovo ospedale di Alessandria, Botta chiede di credere, obbedire, combattere. Il comune non può chiedere atti di fede sul sito

“In una recente esternazione – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE – il consigliere PDL Marco Botta invita la Regione a non fare melina sul nuovo ospedale per Alessandria. Con il suo fido scudiero Bocchio dice sostanzialmente che proprio la Regione non sta mandando avanti gli atti necessari, mentre l’amministrazione di Alessandria ha già da tempo deciso il sito giusto per il presidio: la zona Cristo. Su questo non si devono, sempre secondo gli esponenti PDL, porre questioni, è la miglior soluzione, punto e basta”.
“Insomma – continua Deambrogio – i cittadini e la Regione si devono adattare a una sorta di credere, obbedire, combattere, che magari piacerà tanto a Botta & c., ma che poco ha a che fare con una scelta razionale del sito. Ricordo che non siamo più nel ventennio e, soprattutto, che la zona prescelta al Cristo ha una serie di seri problemi, che Botta bellamente fa finta di non conoscere. E invece, dalle riunioni tecniche dei soggetti interessati al progetto, è chiaramente emerso che le difficoltà sono enormi: notevole distanza dall’attuale presidio Borsalino che renderà necessario lo spostamento di 48 posti letto per il terzo livello; lontananza dalla sede dell’elisoccorso con necessità di costruire una nuova area difficile da realizzare e con aggravio di costi; presenza di falda acquifera superficiale che impedirebbe la dislocazione sotterranea di alcune funzioni come la tecnologia con emissione di radiazioni e per i servizi diagnostici centralizzati; presenza di un elettrodotto che andrebbe interrato o deviato con incremento di costi; estrema difficoltà dei collegamenti viari; interferenze con interventi già pianificati di attività logistica che porterebbero a fenomeni di inquinamento ambientale ed acustico negativi per il nuovo ospedale. E’ la Regione che fa melina, o è il Comune che propone un’area che costa moltissimo e richiederebbe ulteriori costi aggiuntivi per essere resa idonea? Perché il Sindaco non si preoccupa, per esempio, di valorizzare, dopo attento e discusso studio, le aree su cui insistono gli edifici dell’attuale ospedale invece di chiedere un inutile aggravio di spesa di danaro pubblico alla Regione?”.
“Le risorse per l’ospedale nuovo – continua ancora Deambrogio – ci sono a partire dai 2.500.000 euro messi a disposizione per lo studio di fattibilità, fermo esattamente perché l’area del Cristo ha i problemi sopra esposti. Botta ricordi infine che anche i finanziamenti statali dell’ex art. 20 continuano a essere erogati e, quindi, potranno essere dedicati al nuovo ospedale mano a mano che essi saranno effettivamente spendibili. Singolare, poi, il fatto che Botta e Bocchio chiedano una valorizzazione del Borsalino. Forse non sanno quanti investimenti sono stati fatti su quella struttura, che sta dimostrando di essere in grado di intervenire efficacemente persino nell’inversione della mobilità passiva verso altre regioni. Con la soluzione del nuovo ospedale al Cristo, come vorrebbero Botta, Bocchio e Fabbio, il Borsalino sarebbe davvero in difficoltà. Salterebbe il coordinamento clinico garantito dalla vicinanza con il nuovo nosocomio e di risulta ci sarebbe una forte componente della produttività ospedaliera che dovrebbe essere riversata per compensare questa errata scelta organizzativa”.
“Infine, invito Botta e Bocchio – conclude deambrogio – non solo a dismettere il fez e l’atteggiamento fideistico a cui ci vorrebbero condurre, ma anche a dismettere la condotta ‘santommasesca’ per quanto riguarda la nuova PET. Stiano tranquilli, potranno presto ‘ficcare il naso’ nei primi giorni di dicembre, quando appunto la PET sarà inaugurata. Basta quindi con il noioso e reiterato disco rotto della Regione che non vuole la tecnologia ad Alessandria, se polemica politica deve essere, scelgano, per favore, altri obiettivi”.

Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

venerdì 30 ottobre 2009

No alle ronde in Alessandria!

Con questo comunicato vogliamo chiedere al sindaco di Alessandria la rinuncia ad utilizzare le famigerate “ronde” di cui tanto si è discusso in questi mesi. Nonostante la delibera governativa noi crediamo concretamente che la scelta di istituire ronde di privati cittadini a pattugliare le strade Alessandrine sia un errore di gravità inaudita per diverse semplici ragioni:
1- Il clima razzista e xenofobo nel quale versa buona parte della popolazione che si professa favorevole ai pattugliamenti rondisti non può che portare l'esperimento delle ronde alla deriva di una banale quanto pericolosa caccia al “diverso” di turno.
2- L'ufficializzazione di ronde cittadine volute da un gruppo di parlamentari leghisti come propaganda elettorale e, si suppone, richieste da cittadini di identiche ideologie politiche e morali produrrà, come riflesso, ovviamente, gruppi di emuli di opposta fazione e, come l'esperienza di Padova, Massa Carrara, Roma ecc... ci insegna, questo non può che portare a scontri di ogni tipo nelle nostre strade col risultato di ottenere guerriglia cercando sicurezza.
3- Le forze dell'ordine, già umiliate ed impoverite dalle politiche antistatali di questo sciagurato governo, non hanno ne il tempo ne gli uomini necessari per occuparsi dei probabili scontri tra rondisti di destra e di sinistra. I rappresentanti delle forze dell'ordine dovrebbero, al contrario, occupare il tempo (pagato da noi cittadini) pattugliando il territorio, visto che sono gli unici individui legittimati a poterlo fare.
4- L'idea della “sicurezza fai da te” è un concetto estremamente pericoloso! Il “ci penso io perchè lo stato non ci pensa” non può che aumentare la sfiducia allarmante che i cittadini dimostrano sempre più nei confronti dello stato.
5- Il bisogno “ostentato” di sicurezza è in buona parte stato montato a dovere dai mass-media che giocando sull'ingenuità di una certa fetta di popolazione ha portato la stessa a credere di essere in costante pericolo per via di immigrati, rom, drogati ecc...ecc...Noi sappiamo che non è così e lo ribadiremo continuamente ed in ogni occasione!
6- Il comune potrebbe spendere le forze e i soldi profusi nella realizzazione di opere strampalate come nuovi costosissimi ponti od organizzazione di improbabili feste cittadine nella formazione di nuovi vigili urbani, così da rendere non necessarie le suddette ronde.
7- La netta maggioranza dei vari sindacati di polizia, si è dichiarata espressamente contro ogni tipo di pattugliamento del territorio da parte di privati cittadini.
8- Il metodo di scelta dei volontari, con la “delegazione” dei rappresentanti di maggioranza ed opposizione non ci convince neanche un po'.

Partito della Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Lista civica-Crescere Insieme, Sinistra e Libertà, Alessandriacolori, Associazione per una sinistra plurale, Libera, Verso il Kudistan, Contro il Razzismo, Comunisti-Sinistra Popolare.

giovedì 29 ottobre 2009

Casale, polveri sottili: vince il partito dell'automobile, con buona pace della salute di tutti .

“Ho letto esterrefatto – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE – le ultime strategie del Comune di Casale per limitare l’inquinamento da polveri sottili. Un bel balzo all’indietro, contro la logica, contro il buonsenso e ben nascosti dietro la teoria ‘benaltrista’, che fa dire all’Assessore Deluca che semmai serviranno asfalti speciali, lavaggi ecc.”.
“Intanto a Casale – continua Deambrogio – ha vinto il partito dell’auto, che è riuscito a ricacciare nel dimenticatoio il rafforzamento e l’allargamento della zona a ZTL. Libertà dunque, e ci mancherebbe altro, di muoversi in automobile anche quando l’aria fa schifo. Tutto questo stride leggermente con la salute di tutti? Beh, forse in Comune pensano che quei danni si vedano col tempo, li paghino tutti anche di tasca propria, ma, insomma, difficilmente vengano ricondotti a politiche scellerate di gestione del traffico veicolare, che invece ruggisce e ringrazia con consenso ‘pronto uso’”.
“Evidentemente Alessandria ha fatto scuola – continua ancora Deambrogio – e anche a Casale ci apprestiamo, dopo la cancellazione dell’Assessorato alla Pace, alla controriforma nel campo dei rifiuti e nella gestione della qualità dell’aria. Mi pare che neanche i dati forniti da AMC, che testimoniano come il traffico veicolare sia un problema centrale da affrontare con misure serie e progressive, siano riusciti a smuovere amministrazione e assessore competente”.
“Io credo che, invece, – conclude deambrogio – la salute delle persone sia la priorità delle priorità. Sottolineo: la salute, non la sanità, che è invece lo strumento che interviene, con costi alti, quando i determinanti di salute non sono stati attentamente tenuti in conto da tutte le politiche, ivi compresa quella del controllo e limitazione del traffico veicolare. Viviamo in un territorio, la Pianura Padana, tra i più inquinati al mondo. I cittadini casalesi hanno e devono rivendicare con forza, il diritto a vedere migliorata questa condizione attraverso una serie di misure efficaci, tra l’altro rese sempre più inevitabili dalle normative internazionali ed europee. Chi, come l’amministrazione casalese, pensa che si possa far finta di niente, lavora nei fatti per il sicuro decadimento della qualità di vita”

Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

martedì 27 ottobre 2009

Dimissioni, atto dovuto.

Abbiamo assistito, non senza imbarazzo, al Consiglio Comunale di Alessandria di lunedì 26 ottobre
u.s. Imbarazzo vissuto per la decisione del consigliere Grassano di non dimettersi dalla carica di Presidente del Consiglio, forse ultimo atto di un tentativo di difesa o attaccamento alla poltrona. Abbiamo ritenuto opportune le richieste di dimissioni dei capigruppo di maggioranza e di minoranza dalla carica di Presidente del Consiglio comunale fatte al consigliere Grassano, passato tra l’altro al Gruppo misto e quindi di fatto FUORI dalla maggioranza di governo della città.
Grassano è stato delegittimato dal ruolo di Presidente del Consiglio Comunale dalla stessa maggioranza, che poi non si è allineata alla richiesta di sospensione della seduta fatta dalle opposizioni.
Abbiamo, quindi, assistito a questo vergognoso gioco delle parti.
Grassano si sente legittimato a continuare a rappresentare le istituzioni, in quanto non è ancora passata in giudicato l’accusa nei suoi confronti di falso e truffa ai danni del Comune.
Noi ci chiediamo se queste istituzioni e la cittadinanza siano disposte ad accusare il colpo e ad accettare un indagato quale seconda carica istituzionale della città. In rappresentanza del nostro elettorato siamo decisamente contrari a questa situazione.
L’onestà di pensiero e di intenti è alla base della nostra politica e chiediamo a gran voce le dimissioni di questa Giunta e del Sindaco Fabbio, che ha dimostrato di non avere le capacità di gestire questa situazione, anzi ha permesso che degenerasse fino a questo punto non chiedendo, come atto dovuto, al Consigliere un gesto di responsabilità nei confronti della cittadinanza e delle Istituzioni, dimettendosi dalle sua carica viste le circostanze a suo tempo.

Il circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Alessandria
Il circolo del Partito dei Comunisti Italiani di Alessandria

Bosco del Ronzone, al via il progetto di riqualificazione.

“Nella giornata di domani – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE – sarà presentato il progetto di recupero e valorizzazione del bosco del Ronzone, che si trova a Casale Monferrato non distante dal sito su cui insisteva il tristemente noto stabilimento Eternit”.
“Si tratta – continua Deambrogio – di un’importante occasione di riqualificazione di un’area preziosa sia per la biodiversità, sia per la piena fruibilità da parte dei cittadini casalesi, abituati a riferirsi a quella zona della città solo in termini problematici. Il fiume Po può finalmente diventare, invece, un elemento pieno di collegamento naturale, capace di guidare chi lo vorrà in un percorso godibile dall’area del Ronzone sino al ponte in centro città”.
“Questa realizzazione – continua ancora Deambrogio – è resa possibile grazie a un finanziamento regionale, passato se devo dire quasi sotto silenzio, di circa 250.000 euro. Questa cifra è servita per acquisire l’area e per attivare altri finanziamenti PISL pari a 400.000 euro, che sono dedicati in grande misura al recupero del bosco del Ronzone e in misura minore a interventi sui territori di Valenza Po e Pontestura”.
“Se si è arrivati a questo punto, se si è arrivati cioè alla restituzione di un’area significativa del territorio casalese ai suoi abitanti – conclude deambrogio – lo si deve anche alla tenacia e alla capacità progettuale messa in campo dal Parco del Po. Troppo spesso si vedono i parchi solo come elemento di impedimento e di limite, ora si potrà invece vedere come essi siano una risorsa vera per il nostro territorio”.

Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

mercoledì 21 ottobre 2009

Il corteo del 10 ottobre è stata una manifestazione pacifica

La reazione spropositata e caricaturale delle destre alessandrine rispetto alla manifestazione Antirazzista del 10 ottobre ad Alessandria dimostra che lor Signori, in tempi di restrizione assoluta degli spazi democratici, della comunicazione e del diritto al dissenso, non hanno proprio digerito il successo di una manifestazione pacifica e gioiosa.
E han cercato dunque di oscurare la riuscita con le accuse di teppismo, e separando i manifestanti “buoni” da quelli “cattivi”…. sventolando la bandiera (verde? nera?...) della “legalità”.
E pensare che tra loro vi sono anche quelli che in campagna elettorale non si sono fatti scrupoli a far girare un manifesto sui clandestini con scritto: “Torturali: è legittima difesa!” (Lega Nord)
Di quale legalità si riempiono la bocca costoro?!
Di quale legalità può parlare chi effettua respingimenti, chi butta esseri umani a mare, condannandoli a tornare in Paesi dove troveranno la morte, chi li cattura e li ammassa in Italia nei CIE, moderni lager?
Forse è più pericoloso ed è più turpe aizzare i peggiori sentimenti di odio e di intolleranza ed istigare la caccia all’uomo che fare due scritte sui muri!
Noi a quel corteo abbiamo partecipato: siamo solidali con gli organizzatori e con tutti coloro che hanno preso parte ad una manifestazione pacifica e determinata nell’opporsi ad una legge disumana e crudele, che trasforma il migrante in un criminale e nega i più fondamentali diritti umani.
Abbiamo visto un corteo fatto di donne e di uomini, di diversa nazionalità, determinati nell’opporsi alla campagna di odio che addita i migranti come i responsabili della crisi economica, della criminalità organizzata, del traffico di droga, etc …. tutti mali che han ben altri padri: padri che si chiamano potentati e lobbies economiche, multinazionali, ecomafie e via così ….

Il Circolo di Tortona del Partito della Rifondazione Comunista

martedì 20 ottobre 2009

Barberis: "La giunta è in totale cortocircuito"

Giorgio Barberis, consigliere comunale del PRC ad Alessandria, commenta la vicenda che ha visto la città balzare alle cronache nazionali per la vicenda della cauzione richiesta alla Cgil per gli stati generali in piazzetta della Lega.



Tratto da www.corriereal.it

Chiusura delle sedi decentrate del Politecnico di Torino, un costo sociale non sostenibile.

Era nell’aria da un po’ di tempo, ma adesso sembra dover diventare realtà, la chiusura di tutte le sedi decentrate del Politecnico di Torino. Profumo, rettore del Politecnico, infatti, alla luce della necessità impostagli dal ministero di dimezzare le ore di didattica, ha proposto al Senato Accademico la chiusura delle cinque sedi decentrate (Oltre ad Alessandria sono a rischio chiusura Vercelli, Mondovì, Verres e Biella).
Siamo perfettamente a conoscenza che, in parte, queste sedi rappresentano "interessi particolari" e sono funzionali a “potentati” e gruppi di imprese locali, ma nel contempo riteniamo questa scelta lesiva del diritto allo studio di tutti quei ragazzi che non potranno permettersi di trasferirsi a Torino o di intraprendere una vita da pendolare per proseguire i loro studi universitari o iniziarli.
Con la chiusura di queste sedi probabilmente diminuiranno i costi di gestione del Politecnico, ma aumenteranno i costi sociali a causa di una scelta che nega il futuro a molti ragazzi, soprattutto di quelle fasce sociali che la crisi ha già messo fortemente in difficoltà.
Riteniamo inoltre assurda la pretesa di poter condurre le lezioni in video conferenza o peggio scaricandole da internet, chiunque ha affrontato un percorso di studi universitari conosce benissimo l’importanza di potersi interfacciare direttamente con un docente.
Al diritto allo studio negato si affianca anche il problema di tutti quei lavoratori precari, ma non solo, che rischiano il posto dopo anni di incertezze e contratti a tempo rinnovati di volta in volta.
Ad Alessandria, la sede del politecnico, ha rappresentato un importante punto di riferimento per la ricerca e lo sviluppo del territorio e delle imprese, un capitale di risorse soprattutto umane che rischia di andare perso o trasferito.
I problemi dell’università italiana non sono certo le sedi decentrate, ma la scarsità di risorse per ricerca e didattica e la condizione di precarietà di chi ci lavora, precari a cui ormai è affidato quasi il 50% della ricerca e della didattica.
Un paese che non investe nella formazione e nella ricerca è un paese destinato a un futuro certamente poco roseo.
Vogliamo quindi esprimere la nostra solidarietà e vicinanza a tutti gli studenti e a tutti i lavoratori della Sede di Alessandria del Politecnico di Torino.

I Giovani Comuniste/i del circolo di Alessandria del Partito della Rifondazione Comunista

lunedì 19 ottobre 2009

Solidarietà ai compagni/e ed agli amici della CGIL.

Manifestiamo la nostra solidarietà ai compagni/e ed agli amici della Camera del Lavoro di Alessandria, a cui è stato rivolto uno stupido e provocatorio ricatto da parte del sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio, riguardo alla concessione di piazzetta della Lega per lo svolgimento degli stati generali della Camera del Lavoro. Pretendere una fideiussione per concedere l'uso della Piazzetta è senza dubbio,se non provocatorio, presuntuoso. La Piazzetta se viene considerata dal sindaco (in sua buona fede) il fiore all'occhiello della città,dopo il rifacimento subito con pietre Cinesi “cattura-macchie”,certo si possono avanzare dubbi sul buon gusto del signor Fabbio.
Se invece il suo atteggiamento è la continuità della linea seguita già in passato nei confronti dell'ANPI per la concessione degli spazi per la celebrazione del 25 Aprile,significa che Piercarlo Fabbio ha parecchi problemi con la nostra Repubblica nata dalla guerra di resistenza e basata sul diritto al lavoro e sulla libertà politica e sindacale. Sarebbe senza dubbio opportuno che la giunta di Alessandria provvedesse a stipulare assicurazioni sul proprio operato visto il risultato, non certo stupefacente, dei lavori in corso,la demolizione arbitraria del ponte Cittadella,e la messa in liquidazione del patrimonio comunale.
Saluti a pugno Chiuso.

Il circolo di Alessandria del Partito della Rifondazione Comunista
Il circolo di Alessandria del Partito dei Comunisti Italiani

Lavoro, per l'amministrazione di Alessandria è l'ultimo dei suoi pensieri. Il caso Texo e la fidejussione chiesta a CGIL lo dimostrano.

“L’amministrazione comunale di Alessandria – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE – sta dando in questi giorni il peggio di se, proprio nel momento in cui la crisi economica e occupazionale richiederebbero una certa serietà di impegno”.
“Ci sono esempi concretissimi – continua Deambrogio – che testimoniano quello che dico e che dovrebbero far davvero vergognare quegli amministratori di centro destra. Mentre si consuma la paradossale vicenda della Texo Group, con i lavoratori che occupano la fabbrica e con le istituzioni provinciali e regionali che cercano di porvi rimedio, il Comune di Alessandria brilla per la sua assenza e addirittura per la semplice mancanza di parola”.
“In parallelo – continua ancora Deambrogio – il Comune non si fa scrupoli a chiedere una fideiussione dda diverse decine di migliaia di euro a CGIL per ottenere l’agibilità di una piazza. Siamo davvero al disprezzo, platealmente dichiarato per il mondo del lavoro, per le sue organizzazioni, direttamente per le lavoratrici e per i lavoratori”.
“Il centro destra alessandrino – conclude Deambrogio – farebbe meglio a smettere di baloccarsi con il suo costosissimo piano strategico per lo sviluppo della città, un documento imbarazzante persino per chi dovrà, come l’Università, cercare di riempirlo con qualche proposta dotata di senso. Nell’ora del bisogno materiale, nell’ora del rispetto minimo per una grande organizzazione dei lavoratori quel piano risulta ulteriormente ridicolo e vacuo a fronte della distanza siderale messa tra chi amministra la città e le forze vive che ne determinano la ricchezza e la qualità democratica”.

Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

giovedì 15 ottobre 2009

Lavoro e dignità

Operai, precari, disoccupati, commercianti, artigiani...tante drammatiche storie quotidiane. Ogni giorno si può leggere sul viso delle persone una nuova pagina del dramma che ognuno ha dentro di sè.
L'operaio della Texo, con la sua incertezza sul futuro del suo lavoro, compromesso oltre che dalla crisi anche dai giochetti imprenditoriali all'italiana (concordati preventivi, fallimenti assai particolari). Il giovane che vive sperando in un rinnovo di contratto lavorativo (con la consapevolezza che dovrà lavorare all'infinito per avere una pensione da fame). Il disoccupato, nuovo oppure rassegnato (ti dicono che devi lavorare fino a 65 anni,ma a 45 vieni considerato superato ed inutile dal mondo del lavoro). Il commerciante, che mensilmente sborsa migliaia di euro per una locazione in una zona che chi amministra gli dice essere ”la vetrina della città”, mentre, contemporaneamente, dà il benestare all'insediamento di nuovi centri commerciali, e il portafoglio vuoto di operai ed impiegati non riesce a dare risorse. L'artigiano con poco lavoro e la difficoltà ad incassare i crediti, la demoralizzazione di dover cessare o fallire (senza portafoglio gonfio). Per quanti è liberatorio il venerdì pomeriggio alle 17, quando la banca chiude e nessuno telefona. Chi vive questo quotidiano non è molto interessato alla smania di grandezza di certe forzate manifestazioni, o di mega opere assai discutibili e certamente non ha più voglia di sentirsi dire che tutto và bene, senza però che qualcuno faccia nulla perché tutto vada bene.
Lavoro, assicurazione di una vita dignitosa a chi si trova in difficoltà,non è un'elemosina,è un preciso dovere di chi amministra (a livello centrale o periferico) non lasciare scivolare la società in un dirupo senza appigli per risalire.
Speriamo che questo particolare bisogno di sicurezza sia recepito da chi continua a proporsi come risolutore di un altro tipo di sicurezza (senza per altro dare soluzione di fatto).
Saluti a pugno chiuso.

Il Circolo di Alessandria del Partito della Rifondazione Comunista