venerdì 29 gennaio 2010

Stupiti dalle dichiarazioni del Consiglio Direttivo Valenzano di Sinistra e Libertà

Rimaniamo negativamente stupiti dalle dichiarazioni del Consiglio Direttivo Valenzano di Sinistra e Libertà apparse sui giornali locali nei giorni scorsi, in merito alle scelte programmatiche per le prossime elezioni comunali di Valenza.
In particolar modo, ci riferiamo a quanto dichiarato dal' Assessore Di Carmelo, esponente della suddetta forza politica, quando parla di municipalizzate e sottolinea la necessità di stimolarne il rilancio con il coinvolgimento dei privati.
Ci spiace che queste affermazioni vengano fatte da una persona che con noi ha condiviso un percorso lungo e segnato da numerose battaglie contro la privatizzazione sia a carattere nazionale che locale, ci stupisce altresì che tutto il Direttivo si sia espresso in quel modo, all'unanimità, senza
nessuna voce di dissenso.
Noi non condividiamo assolutamente queste proposte, siamo fortemente convinti che i servizi debbano rimanere pubblici e ci batteremo perchè così rimangano, conosciamo perfettamente le difficoltà degli enti locali nel dover far quadrare i bilanci visti i continui tagli che trasversalmente i vari governi che si sono susseguiti hanno applicato, ma crediamo che la privatizzazione dei servizi non sia il metodo migliore per risolvere il problema.
Crediamo che una politica attenta alle necessità dei cittadini, non abbia bisogno di interventi privati, ma di una maggiore condivisione delle scelte amministrative, più rivolta alle esigenze di molti che agli interessi di pochi.

La Segreteria Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista

mercoledì 27 gennaio 2010

Il LAVORO è un DIRITTO DI TUTTI

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martedì 26 gennaio 2010

Rifiuti, ad Alessandria stop alla differenziata in nome della tecnologia. A Pagare al solito i cittadini.

“Ho appreso - dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE - da un recente comunicato del presidente della Commissione Ambiente del comune di Alessandria, che il capoluogo intende abbandonare la raccolta differenziata porta a porta perché troppo costosa, ritornando ai cassonetti stradali ovunque tranne che nel centro storico, ove verrà mantenuta, così si dice, la raccolta domiciliare con i cassonetti a “scomparsa”, per introdurre nel sistema ‘più tecnologia’”.
“E’ incomprensibile – continua Deambrogio – come si possa affermare di voler ridurre i costi del servizio introducendo punti di raccolta che costeranno non meno di 70 mila euro ognuno, prevedendone ‘in quattro anni 10’: alla faccia della raccolta residenziale! Sono certo che il presidente Bocchio, come il sindaco Fabbio puntano ad introdurre ‘più tecnologia’, facendo prima fallire la raccolta differenziata per poi introdurre l’inceneritore e la megadiscarica concordati con la Provincia di Asti”.
“Del resto, nello stesso comunicato, - continua ancora Deambrogio – si sottolinea che la raccolta è ‘l’ultimo anello’ del ciclo dei rifiuti, mentre il primo è, per questa Giunta, ‘l’utilizzo del rifiuto come risorsa per produrre energia’ in totale contrasto con la Direttiva europea, che ribadisce la gerarchia per le varie fasi del ciclo rifiuti, in cui le priorità sono esattamente capovolte con il privilegio di una differenziata che permetta di recuperare il massimo di materia”.
“E i soldi per i cassonetti interrati e l’inceneritore come si trovano? Nessuna preoccupazione – conclude deambrogio – ci penseranno i cittadini con la tassa rifiuti del futuro e i CIP6 pagati nella bolletta elettrica”.

Alberto Deambrogio - consigliere regionale PRC-SE

lunedì 25 gennaio 2010

La SALUTE è un BENE COMUNE

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domenica 17 gennaio 2010

Craxi e Almirante nella toponomastica di Alessandria, il revisionismo ha potenti radici nell'oggi

“L’indignazione che alcuni hanno dimostrato nei confronti della scelta di rinnovare la toponomastica alessandrina dedicando luoghi ad Almirante e Craxi – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE – coglie, a mio avviso, solo una parte, forse la più superficiale, del revisionismo storico che ha dettato questa scelta”.
“E’, quest’ultimo, - continua Deambrogio – un revisionismo attivo, che ha però potenti radici nell’oggi e nella piegata e piagata comunità alessandrina. Non basta fermarsi, dunque, alla sacrosanta repulsa del fascismo, dell’Almirante sostenitore del manifesto della razza, repubblichino, fascista mai pentito, punto di riferimento delle trame nere degli anni ’70. Se oggi ad Almirante e a tutto quello che ha rappresentato si può rendere un piccolo e osceno onore di questo tipo è esattamente perché razzismo e xenofobia, autoritarismo fascistoide ed estrema svalutazione della democrazia stanno nella pancia profonda della società di Alessandria, nel suo mainstream culturale diffuso, nelle piccole pratiche di tutti i giorni oltre che nell’orientamento di gran parte della classe politica”.

“Non mi stupisco poi – continua ancora Deambrogio – che su Craxi vada scemando persino l’indignazione superficiale, quella che almeno si dovrebbe avere esercitando un minimo la memoria a breve. Andando oltre questo, voglio ricordare che Craxi ha propriamente sfigurato il concetto di politica intesa come polis. Con lui ha potuto affermarsi una logica perversa per cui i fini giustificano i mezzi, il potere è un esercizio duro, personale o al limite di pochi illuminati, il danaro è elemento decisivo per prendere gestire e conservare il potere, la commistione inestricabile tra politica, affari ed economia è un valore, la questione morale è un orpello, invenzione per anime belle che non capiscono come va il mondo, la democrazia della partecipazione è insopportabile retaggio antimoderno”.

“Non mi stupisco della mancata reazione negativa – conclude Deambrogio – esattamente perché questi disvalori hanno fatto molta strada e innervano abbondantemente la politica al di là degli schieramenti. Se un uomo come Daniele Borioli ha candidamente dichiarato che quella di Craxi è ‘presenza importante sulla scena politica italiana’ vuol proprio dire che non basta un qualsiasi scatto morale nell’oggi. Per chi ha ancora energia e intelligenza per farlo è venuta l’ora di una lunga traversata nel deserto. C’è da riconquistare una responsabilità pubblica. C’è da lavorare a smentire, se ne saremo capaci, Pasolini sostenitore del fatto che in Italia il coraggio intellettuale della verità è inconciliabile con la politica. Sarà difficile, ma occorre pur provarci”.

Alberto Deambrogio - consigliere regionale PRC-SE

giovedì 14 gennaio 2010

In consiglio regionale minuto di raccoglimento per i due operai morti a Tortona

“Il Consiglio Regionale – dice Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale del PRC - commemora di solito con il minuto di raccoglimento ex colleghi o militari italiani caduti in missione all'estero. Stamane ho chiesto (e ottenuto) al Presidente del Consiglio e all’aula di raccogliersi in un minuto di silenzio per i due operai, Bruno Montixi e Ruddi Cariolato, morti mentre erano impegnati in un’opera di bonifica in un distributore di carburanti in disuso sulla statale Lomellina che collega Sale a Tortona”.
“Ogni morto sul lavoro – continua il Consigliere - rappresenta una sconfitta per tutta una comunità. Nonostante le attività messe in campo dalla Regione per monitore il problema, i continui richiami a “tenere alta la guardia” che come Federazione della Sinistra in provincia di Alessandria facciamo da mesi, l’istituzione di un organismo provinciale che prova a far dialogare tutti i soggetti che si occupano di sicurezza sul lavo, siamo – è del tutto evidente - ad uno stato di grave insufficienza.
“In un momento di crisi economica – conclude Deambrogio - la tutela e la sicurezza sono lasciati ancora di più, colpevolmente, sullo sfondo. Ci vuole urgentemente un salto di qualità di attenzione pubblica verso questa gravissimo problema”.

Alberto Deambrogio - consigliere regionale PRC-SE

mercoledì 13 gennaio 2010

Largo Almirante, uno schiaffo alla Resistenza

Negli ultimi anni le forze della destra stanno cercando con ogni mezzo, di denigrare le idee e i protagonisti della Resistenza per rimettere in pista coloro che hanno precipitato l'Italia, prima nella dittatura e poi nella seconda guerra mondiale a fianco della Germania Nazista. E' una operazione che avanza silenziosa, da parte di coloro che da sempre sono nemici degli ideali di giustizia, di democrazia, di solidarietà sociale, dei diritti collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori, di cui la Resistenza fu portatrice ed interprete.
La decisione della Commissione toponomastica del Comune di Alessandria di intitolare una via ad Almirante rientra in questo disegno inaccettabile.
Giorgio Almirante, infatti, da responsabile della rivista "La difesa della razza" (1938 – 1943) che forniva legittimità al razzismo italiano è stato un repubblichino della primissima ora dell'Italia di Salò. Picchiatore e fucilatore, ordinò nel suo ruolo di Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura Popolare, e firmò il noto manifesto che prevedeva la fucilazione alla schiena degli "sbandati ed appartenenti a bande": ossia i partigiani.
La scelta vergognosa della Casa della Libertà costituisce quindi una vera e propria aggressione contro la città di Alessandria e di tutta la sua provincia insignita della Medaglia d’Oro alla Resistenza, protagonista diretta di una intensa lotta partigiana fortemente sostenuta dalla sua popolazione.
Invitiamo tutti i sinceri democratici, gli amanti della pace e della libertà a mobilitarsi, manifestando la propria indignazione contro questa Giunta guidata dal Sindaco Fabbio. Chiediamo pertanto la revoca della decisione della Commissione Comunale con cui si intende intitolare una via ad uno dei principali nemici della Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione.
Negli anni 70 Almirante tentò di svolgere un comizio nella città di Alessandria: gli Antifascisti Alessandrini insorsero e Almirante se ne andò dalla città sommerso dai fischi.
A 40 anni di distanza si vuole dimenticare tutto ciò.
Ieri come oggi confermiamo la nostra volontà di combattere i fascisti, si presentino in camicia nera o doppio petto.

Federazione della Sinistra
Partito della Rifondazione Comunista Circolo di Alessandria
Partito dei Comunisti Italiani Circolo di Alessandria

lunedì 11 gennaio 2010

Sostegno ai disabili e ai precari della scuola

Ammonta a sette milioni di euro la somma destinata dalla Giunta regionale per l’attivazione di progetti didattici speciali rivolti agli studenti con disabilità e con esigenze educative particolari che frequentano le istituzioni scolastiche di ogni grado del Piemonte. L’iniziativa consentirà non solo di garantire continuità alle attività per tutto l’anno scolastico, ma soprattutto l’assunzione a tempo determinato di docenti precari e personale amministrativo in graduatoria ed in attesa di incarico. In particolare, la Regione contribuirà, in via straordinaria e limitatamente all’anno scolastico 2009/10, alle spese per l’assunzione del personale necessario a consentire la piena integrazione scolastica degli allievi disabili certificati. I progetti didattici migliori saranno individuati con un bando al quale le istituzioni scolastiche che intendono partecipare dovranno aderire entro il 20 gennaio 2010.
Nell’anno scolastico 2009/10 in Piemonte gli alunni con handicap certificato sono aumentati rispetto all’anno precedente di circa 900 unità arrivando al numero complessivo di 12.745. Gli insegnanti di sostegno sono rimasti sostanzialmente invariati (6.086) creando di fatto un taglio pesante. In molte situazioni il taglio ha penalizzato fortemente le ore di sostegno compromettendo sia l’integrazione scolastica dell’alunno sia la normale attività didattica, creando grande preoccupazione alle famiglie. Questo provvedimento non solo permetterà una migliore assistenza agli alunni disabili, ma darà anche una opportunità occupazionale agli insegnanti rimasti disoccupati dopo i deliranti tagli alla scuola pubblica della Ministra Gelmini che come sempre penalizzano i più deboli: disabili e precari.

Alberto Deambrogio - consigliere regionale PRC-SE

Preventivo di spesa

Apprendiamo dai mezzi di informazione e dalle voci di Palazzo, che finalmente la maggioranza che amministra” l'azienda Alessandria” ha trovato l'accordo sul nome del futuro Presidente del consiglio comunale della città.
Al di là della nostra probabile contrarietà al nome che verrà proposto, chiediamo che nel caso venisse riconosciuto al gruppo della Lega Nord di esprimere il Presidente, questa volta presenti un preventivo di spesa ai cittadini di Alessandria per il mantenimento alla carica del soggetto proposto.
Saluti a pugno chiuso.

Federazione della Sinistra
Partito della Rifondazione Comunista Circolo di Alessandria
Partito dei Comunisti Italiani Circolo di Alessandria

sabato 9 gennaio 2010

Tre interpellanze del Consigliere Comunale Giorgio Barberis (PRC-SE) in merito ad Aristor ed Aspal

GiustificaI.Situazione complessiva della società partecipata ARISTOR, e chiarimento relativo alle spese del rinfresco natalizio.

Il sottoscritto, consigliere Giorgio Barberis, premesso che:

come noto, l’ARISTOR è un’azienda di diritto privato a partecipazione comunale, che si occupa di ristorazione;

negli ultimi mesi la stessa società è stata più volte al centro della cronaca per fatti certamente poco lusinghieri, quali ad esempio il tentativo (fortunatamente per ora fallito) di svendita della stessa ai privati, i problemi legati al presunto esubero di alcuni lavoratori, il licenziamento di un malato oncologico grave, il mancato riconoscimento del premio di produttività ai dipendenti, etc. (fatti già oggetto di un'interpellanza urgente presentata dal sottoscritto, purtroppo non ancora discussa in Aula);

nell'imminenza delle Festività natalizie è stato organizzato in Comune un rinfresco costato ben 7000 euro, commissionato proprio alla società ARISTOR;

il Capo di Gabinetto del Sindaco, dottor Paolo Ansaldi, riveste anche l'incarico di Direttore dell'Azienda ARISTOR;

Interpella
Il Signor Sindaco e l’Assessore competente al fine di conoscere nel dettaglio quale sia la reale situazione della società ARISTOR, evidenziando la necessità di convocare urgentemente una commissione consiliare d'indagine sui gravi fatti sopra citati.
Altresì, ci si chiede se sia corretto che il parere di congruità della spesa per il rinfresco natalizio sia stato espresso dal dottor Ansaldi, che come detto riveste due incarichi, in questo caso forse incompatibili. Siamo di fronte ad una situazione legittima oppure no?


II.Chiarimenti sulla Presidenza della società ASPAL


Il sottoscritto, consigliere comunale Giorgio Barberis, interpella il Signor Sindaco e l'Assessore competente alle aziende partecipate del Comune di Alessandria per sapere se corrisponde al vero il fatto che, a seguito di profonde ristrutturazioni interne all'ASPAL, si prevede di assegnare nuove deleghe, ed eventualmente nuovi emolumenti (che si sommerebbero a quanto speso per il prepensionamento di un attuale dirigente della Società), all'ing. Mauro Rogna, presidente dell'Azienda.

Contestualmente, si richiede se è consentito che il Presidente di un'Azienda partecipata, quale ad esempio l'ing. Rogna, sia anche socio - al momento della nomina e a tutt'oggi (come risulta da regolare visura camerale) - di una società fornitrice - nel caso specifico la TEX97 SPA - dell'Azienda direttamente presieduta.
Si chiede ovviamente se ciò sia legittimo, riservando poi ad un diverso ambito valutazioni di carattere etico, che pure l'Amministratore pubblico non dovrebbe trascurare.


III.Chiarimenti sul pre-pensionamento di un dirigente dell'ASPAL

Il sottoscritto, consigliere comunale Giorgio Barberis, interpella il Signor Sindaco e l'Assessore competente alle aziende partecipate del Comune di Alessandria per sapere se corrisponde al vero il fatto che un dirigente dell'ASPAL, l'architetto Tardito, percepirà la somma di 240.000 mila euro circa per un pensionamento anticipato.

Ci chiediamo contestualmente - qualora tale dato, che ci risulta essere stato deliberato dall'Assemblea dell'ASPAL alla presenza dell'Assessore Vandone, corrisponda al vero - se sia eticamente ammissibile una scelta simile in un momento di così grave difficoltà economica per molti cittadini di Alessandria e per le stesse casse comunali.

martedì 5 gennaio 2010

Partigiani Full time o Repubblichini Part time ?

In prossimità della scadenza elettorale di Marzo inerente alle elezioni regionali, il nostro partito si trova nuovamente a fare delle scelte riguardo ad eventuali alleanze con il centro-sinistra, in particolare con il PD, o proseguire in percorso autonomo, se vengono a mancare presupposti base per un percorso comune. Questa volta si aggiunge una variabile nella scienza matematica delle alleanze, l'UDC. La messa sul mercato dell'UDC da parte di Casini ha creato un nuovo possibile scenario per chi vuol vedere nell'eterno alibi del contrasto a Berlusconi un sempre pronto trampolino di lancio per un'avventura da premier. Per bocca di Casini, e anche da quelle di esponenti del centro-sinistra e della sinistra antagonista è stato citato a ricordo il CLN, il Comitato di Liberazione Nazionale che fronteggiò con dignità e successo i nazi-fascisti. Berlusconi ed il suo governo sono senza discussione il peggio che ci sia per la nostra repubblica, e di riflesso tutti i suoi referenti regione per regione, e vanno contrastati progettualmente al meglio. Se il progetto di contrasto deve prevedere la costituzione di un CLN, ebbene un requisito fondamentale per essere membri di questo era logicamente essere Partigiani. Ma come si ci può proporre Partigiani a Torino per la tornata elettorale regionale ed essere “Repubblichini” in innumerevoli Consigli Comunali o Provinciali, o come in prospettiva avverrà lo schieramento per le regionali nel Lazio.
L'UDC deve fare una scelta chiara, uscire da tutte le maggioranze di centro-destra per essere membro credibile di una coalizione di contrasto al PDL. Questa è la condizione base per cominciare a sviluppare un confronto,logicamente ciò non significa che al seguito non debba poi avvenire una discussione sulle scelte programmatiche, lo spauracchio Berlusconi può fare accettare alcune cose, ma non tutte.

Massimo Orero: segretario del circolo di Alessandria del Partito della Rifondazione Comunista

sabato 2 gennaio 2010

In merito alle prossime elezioni regionali. Quando la politica da arte del possibile diventa arte dell’incredibile

Siamo davvero, in merito alle prossime elezioni regionali, ad un salto di qualità non delimitabile con la solita batteria di aggettivi: cinico, tatticista, opportunista. Quando la politica da arte del possibile diventa arte dell’incredibile, deve essersi rotto definitivamente qualcosa nei suoi meccanismi fondamentali (che oggi sembrano arcani insondabili).
Veniamo ai fatti. La Federazione della Sinistra annuncia mesi fa il suo pieno sostegno a Mercedes Bresso come candidata del centro sinistra per il 2010. Fa questo, lo ricordo di passaggio, mentre nel PD molti, a iniziare da Sergio Chiamparino, si agitavano per giubilarla in fretta e furia. Nelle ultime settimane la Federazione avanza un semplice schema di ragionamento alla coalizione di cui oggi fa parte: rilanciamo questa compagine sulla base della valorizzazione del lavoro collettivo svolto in cinque anni e sulla base di un nuovo programma da scrivere insieme al più presto. Chi ha creduto nell’autoevidente ragionevolezza di quest’impostazione ha sbagliato di grosso. Il PD, con al seguito l’intendenza del resto della coalizione, è intervenuto, dopo una lunga catalessi congressuale, a piedi pari nel percorso non solo per imporre un allargamento al centro della coalizione con l’UDC, ma anche per affermare che questa torsione si poteva ottenere sacrificando bellamente una discussione programmatica con tutta la compagine di centro sinistra, visto che con la Federazione della Sinistra esisteva una supposta totale inconciliabilità di vedute. Accanto a questo, come parte integrante della regia, l’UDC si dimostrava interessato ad aperture verso il centro sinistra dettando due limiti: fuori la sinistra e discontinuità programmatica con il recente passato.
Che significa discontinuità? Vietti e soci lo hanno spiegato chiaramente: sussidiarietà e libertà di scelta nei settori strategici di intervento della Regione, dalla sanità all’istruzione, dalla formazione all’assistenza. In più via libera al ritorno al nucleare. Un bel salto all’indietro nei fatti, con mano libera ai privati e scelte energetiche corrive al peggior berlusconismo d’accatto. Eppure il PD è disposto a tutto per un’alleanza che giudica strategica per il futuro e che si declina ai miei occhi come un’apertura al buio nel poker. In casa PD dalle trionfali mosse veltroniane in avanti dovrebbero saperne qualcosa.
Ci siamo pizzicati per tentare di capire in quale tipo di realtà parallela stavamo vivendo e abbiamo semplicemente deciso di non mollare, di rivendicare la primazia dei contenuti sulle diversioni di geometria politicista. L’abbiamo fatto concentrando la nostra proposta di discussione contenutistica su pochi punti: valorizzazione della sanità pubblica, no chiaro al nucleare, nella crisi sperimentazione di un reddito minimo di sopravvivenza e una legge contro le delocalizzazioni, investimenti sui trasporti collettivi e possibilità di mantenere un dissenso sulla realizzazione della TAV (in cinque anni l’abbiamo mantenuto e abbiamo però contribuito paritariamente al governo della Regione). In questo senso è andata anche un’intervista recente di Paolo Ferrero al quotidiano “la Stampa”.
Per tutta risposta il segretario regionale del PD Morgando ci manda a dire chiaro chiaro che queste semplici proposte, a mio avviso largamente capibili e sostenibili da un ampio spettro di persone collocabili nel centro sinistra, sono di volta in volta bizzarre, demagogiche, fuori dalla realtà.
Noi saremmo, ad esempio, degli inguaribili spendaccioni in sanità. Gente che non sa che cosa siano efficienza e risparmio. Serve, nel ricettario Vietti-Morgando, più sanità privata per ottenerli. A parte il palese conflitto d’interesse dell’on.Vietti, che dentro la sanità privata piemontese ha più di un piede, mi viene da chiedere a Morgando dove sia stato in questi anni. Certo non ha frequentato le aule del Consiglio Regionale, perché se lo avesse fatto, a proposito di efficienza e risparmio, avrebbe visto come esponenti del suo partito sono stati zelanti nel sostenere l’implementazione di strutture costate milioni di euro, volute dal centro destra fuori da ogni programmazione, come l’Hopital du Piemont e la Clinica della Memoria. Oppure avrebbe visto altri esponenti del suo partito e dell’attuale maggioranza strapparsi le vesti per l’aumento dei costi in sanità nelle sedi pubbliche e fare la fila per chiedere all’Assessore competente di aumentare questo o quel servizio, di non tagliare questa o quella superfetazione solo perché c’era un consenso da tenere in piedi.
In secondo luogo Morgando fa finta di non sapere (almeno me lo auguro) che i sistemi in cui la sanità privata è pilastro maggiore o importante fanno crescere la spesa e non certo diminuire. Produrre sanità non è come produrre scatole di fagioli. Eppure il privato che produce sanità ha comunque un obbligo: aumentare i volumi di prestazioni per tenere alti i profitti. Se questo si scontra con l’appropriatezza delle prestazioni chi se ne importa, tanto paga pantalone (la Regione)!
Cinque anni fa si chiedeva a gran voce di finirla con l’assenza di regole nel privato in sanità voluta da Ghigo e soci. Ora le regole ci sono e si è messo un tetto alla spesa. Consiglio ai molti elettori del PD, che in questi anni mi hanno cercato per “tirarmi la giacchetta” su questo tema e per dire che occorreva fare molto di più, di prepararsi a una stagione di riflusso totale e di ritorno al passato.
Il fatto infine che sanità privata porti corruzione è sotto gli occhi di tutti. Consiglio a Morgando di studiarsi, a titolo d’esempio, il caso della clinica S. Rita di Milano.
La discontinuità programmatica chiesta da Vietti e sostenuta in modo sgangherato da Morgando è un chiaro segnale, al di là dello specifico, di come lo spettacolo dell’eutanasia della politica stia, con modalità agghiaccianti, andando in scena sul teatro piemontese.
Conta qualcosa il fatto che più sondaggi (commissionati anche da Bresso), nonché studi persino governativi collochino la sanità Piemontese tra le migliori d’Italia e con un tasso alto di percezione tra le persone del cambiamento avvenuto, degli sforzi fatti nella direzione della salute come bene pubblico? La risposta che viene dal PD è chiara: no, non conta nulla. Persino una parola lisa e stiracchiata da tutte le parti come riformismo (quante volte viene usata a sproposito!) avrebbe potuto trovare un ubi consistam se una politica con tendenze meno suicide avesse deciso, foss’anche per ragioni elettoralistiche, di guardare in faccia al lavoro fatto per cinque anni insieme. Già, perché ora non siamo alla cancellazione della sinistra, dei comunisti, di questo o di quel consigliere, siamo all’evaporazione di un progetto e di una pratica politica venuti dopo dieci anni di governo incontrastato delle destre in Piemonte.
Tutto questo, ed è per me il cruccio maggiore, sta accadendo senza alcun riverbero sui terminali sociali. Come Federazione della Sinistra dobbiamo porci il tema di una rinnovata tensione alla costruzione di una politica più sociale e di una società più politica. Il recente testo appello di Eleonora Artesio a difesa dell’universalità e dell’equità della sanità pubblica ha raccolto centinaia di adesioni, moltissime trasversali alle collocazioni partitiche del centrosinistra. Questo dice che non tutti sono disponibili a mandare il proprio cervello all’ammasso e che, molto probabilmente, esiste un potenziale sociale in grado di mettersi in gioco nonostante tutto, se coinvolto con serietà e con argomentazioni credibili.
Nelle prossime ore conosceremo la fine di questa vicenda. Quello che so è che la Federazione della Sinistra ha ben chiaro il profilo razzista e xenofobo del candidato presidente leghista Roberto Cota. L’opposizione a questo candidato e alla sua coalizione è assicurata. Sapremo farlo nel modo migliore. Certo vorremmo dare un’occasione al valore della coalizione uscente, al lavoro svolto. Vorremmo contribuire con le nostre proposte a un suo rilancio, ma come si è visto questa è una strada assai impervia, o forse un vicolo ormai cieco. Io credo giusto, però, continuare nella discussione pubblica a riportare incessantemente l’attenzione ai contenuti, ai contenuti nostri, che tra l’altro affondano radici profonde negli ultimi cinque anni di centro sinistra piemontese. Quello è il nostro profilo. Noi siamo e saremo, ovunque collocati, i difensori della salute bene comune e della sanità pubblica, gli oppositori netti al nucleare e i fautori dello sviluppo delle energie alternative, i sostenitori di regole per gli imprenditori che godono del danaro pubblico e di un reddito minimo sperimentale garantito, i propositori di nuovi investimenti sul trasporto ferroviario pendolare.
Se qualcuno pensa che queste non siano ubbie comuniste, ma ragioni fondate, realistiche, riformatrici dia una mano non a noi, ma a queste ragioni. Lo faccia come crede, nelle modalità che desidera. Tra qualche giorno potremo tutte e tutti trovarci davanti a un nuovo film in cui veder rovesciata la rappresentanza in rappresentazione. Stare a guardare un viale del tramonto non è mai una cosa troppo allegra.

Lettera ai giornali di Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

venerdì 1 gennaio 2010