martedì 22 dicembre 2009

La regione contro la privatizzazione dell'acqua. Un buon passo come richiesto dal PRC

La Regione Piemonte ha impugnato – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE - davanti alla Corte Costituzionale l'art 15 della legge 166/2009, meglio nota come "legge sulla privatizzazione dell'acqua".
”Il provvedimento di impugnazione – continua Deambrogio - è stato adottato dalla Giunta regionale il 14 dicembre, richiamando un precedente ricorso del 2008, ricorso con il quale si contestava la legittimità dell'articolo 23bis della legge 133 del 6 agosto 2008 recante disposizioni in materia di servizi pubblici, per violazione degli articoli 5, 114, 117, 118 e 120 della Costituzione, anche con riferimento agli articoli 3 e 97 della nostra Carta fondamentale.
In altri termini, il Governo regionale ritiene che l'articolo 15 della legge 166 rappresenti sia una riduzione dei diritti fondamentali dei cittadini (art 3 della Costituzione) sia una prevaricazione rispetto al riconoscimento dei poteri assegnati alle Regioni in forza del Titolo V della Costituzione.
Alle osservazioni già inoltrate in precedenza, la Giunta ne aggiunge una serie riguardanti la violazione dei trattati europei e la libera concorrenza”.
“Per me è motivo di vera soddisfazione – continua ancora Deambrogio – sia perché il Piemonte si pone con questo atto in prima fila tra i difensori di un decisivo bene comune, sia perché la richiesta di opposizione di fronte alla Corte Costituzionale, come avvenne già sull’art. 23 bis, è stata richiesta per prima in aula da Rifondazione Comunista”.
“Con questo importante tassello istituzionale – conclude deambrogio – si compone un quadro di lotta e opposizione alla privatizzazione dell’acqua, che passerà anche dalla costruzione di un referendum su cui tutta la Federazione della Sinistra piemontese si impegnerà a partire da gennaio a fianco di movimenti, cittadini ed Enti Locali. Abbiamo condiviso in pieno l’amarezza di Alex Zanotelli di fronte alle deisioni del Governo nazionale, ma da oggi abbiamo un motivo in più per sperare con lui nell’affermazione di diritti inalienabili di fronte all’arrogante pretesa del mercato”.

Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

lunedì 21 dicembre 2009

PUNTI PROGRAMMATICI DELLA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA PER LE ELEZIONI REGIONALI DEL 2010

Il Piemonte è attraversato da una grave crisi economica che aggredisce con particolare forza il mondo del lavoro. Una crisi che non solo non può dirsi superata ma che tutti gli indicatori suggeriscono mostrerà nei prossimi mesi il proprio volto peggiore, soprattutto sul piano occupazionale.
Crediamo che per affrontare la situazione sia necessario mettere a punto politiche attente e lungimiranti, nel solco di ciò che è stato fatto negli ultimi cinque anni dalla Giunta Bresso, pur con gli opportuni aggiustamenti e le necessarie modifiche. Aggiustamenti e modifiche che non sono solo il frutto di una valutazione dell’evolvere del contesto generale della crisi ma anche conseguenza delle proposte e dei suggerimenti che via via nel corso della legislatura abbiamo presentato.
Ciò è tanto più importante quanto più si profila all’orizzonte l’eventualità di una discontinuità a destra nel governo della Regione, di una destra portatrice di una cultura segnata in profondità dal razzismo e dall’intolleranza. Purtroppo sappiamo bene come l’intolleranza, già di per sé segno gravissimo di un’incapacità di costruire una convivenza civile e democratica fra le persone, costituisca inevitabilmente un potente motore per il rafforzamento di politiche contro il lavoro e contro i lavoratori.
La Federazione della Sinistra propone con forza in questo quadro la costruzione un nuovo modello sociale e di sviluppo, basato sulla capacità di contrasto alla crisi economica, a partire dalla messa a punto di politiche di sostegno al lavoro e ai lavoratori, e allo stesso tempo sul rilancio e sul rafforzamento di un sistema di servizi pubblici, a partire dai beni essenziali (acqua, energia, trasporti, salute, formazione), alternativo a un sistema basato al contrario sulla centralità delle grandi opere inutili e dannose, come è molto evidentemente il caso della TAV.

Le nostre proposte programmatiche si concentrano su 6 temi principali: lavoro, sanità, scuola e formazione, ambiente energia e trasporti, laicità delle istituzioni, moralità della politica.

LAVORO
La crisi economica aggredisce con particolare forza la nostra Regione: in assenza di provvedimenti correttivi rischiamo nel 2010 almeno 30.000 licenziamenti solo in Piemonte. La crisi colpisce soprattutto le lavoratrici ed i lavoratori più deboli, lasciando senza lavoro decine di migliaia di giovani e di donne impegnate al lavoro con finti contratti individuali (come molti lavoratori autonomi) e con contratti temporanei (come i collaboratori, le prestazioni tramite agenzie interinali ed i contratti a termine). In molti casi si tratta di persone che non hanno alcuna copertura di reddito. Una parte del lavoro precario sta scivolando nel lavoro nero senza tutela e senza dignità.
E’ necessaria una politica regionale che sappia affrontare efficacemente una situazione tanto difficile.

Proponiamo
Blocco dei licenziamenti sia dal punto di vista delle modifiche normative, sia dal punto di vista dell’azione politica. Proposta della modifica della legge 223 per 3 anni; proroga per 3 anni della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà; azione politica a livello regionale e comunale per il blocco di fatto dei licenziamenti; sostegno alle lotte dei lavoratori contro i licenziamenti.
Una profonda azione di contrasto ad ogni forma di precariato. Ribadiamo il nostro obiettivo politico dell’abolizione della legge 30 e delle numerose forme di precariato ad essa connesse.
In questo quadro è necessario garantire il reddito minimo ai disoccupati e impegnare la Regione e le pubbliche amministrazioni a non ricorrere ad assunzioni caratterizzate da lavoro precario nelle sue varie forme.
Istituzione di un osservatorio sul fenomeno della violazione della dignità della persona nel lavoro e della sua sicurezza e salute, potenziando i servizi di prevenzione sul territorio.
Contrasto alle delocalizzazioni attraverso il sostegno alla nostra proposta di legge regionale che prevede forti disincentivi alla delocalizzazione e indennizzi ai lavoratori colpiti. Come obiettivo intermedio la richiesta ai comuni di procedere al sequestro cautelativo.
Piano straordinario per l’occupazione ed il lavoro dignitoso, prevedendo tre ambiti principali di attuazione: grande e diffuse opere di risanamento, attività di formazione scolastica permanente e di assistenza alle persone, riconversione energetica (risparmio/energia rinnovabile), azione per il rafforzamento salute e sicurezza dei lavoratori, istituzione di un organismo pubblico per il recupero e la riconversione produttiva di aziende in crisi

SANITÀ
Il sistema sanitario pubblico ha garantito, in Italia e in Piemonte, il progressivo miglioramento dello stato di salute della popolazione. La sanità pubblica rappresenta dunque un pilastro dei diritti di cittadinanza, che va valorizzato e potenziato. L’importante impegno in questa direzione della Regione Piemonte e dell’Assessorato alla Sanità –ancora più significativo se si tiene conto che l’attuale Giunta ha ereditato dai precedenti 10 anni di governo della destra un sistema sanitario agonizzante- va confermato e rilanciato con forza.

Proponiamo
L’assunzione come valore strategico fondamentale della programmazione sanitaria e in particolare del ruolo del piano socio-sanitario regionale. Spetta in questo senso alla amministrazione regionale, in coerenza con il piano sanitario, l’eventuale preventiva autorizzazione a realizzare nuove strutture sanitarie convenzionate.
Potenziamento della politica sanitaria basata sulla prevenzione, intervenendo prioritariamente sulle cause che determinano le malattie, in particolare quelle tumorali, quelle cronico degenerative collegate agli stili di vita e quelle collegate alle esperienze di lavoro.
Impegno per ridurre ulteriormente le liste di attesa per esami clinici, visite e operazioni chirurgiche.
Potenziamento della medicina territoriale, con il pieno sviluppo dell’ambito distrettuale.
Sperimentazione dell’istituzione di case della salute con i comitati di partecipazione dei cittadini e degli operatori. Esse sono il centro delle cure primarie e costituiscono lo strumento che prende in carico il cittadino in ragione della propria malattia diventando il luogo dei servizi di base ad essi connessi (consultori, servizi contro le dipendenze, servizi di salute mentale).
Potenziamento e rilancio del ruolo dei consultori pubblici per l’assistenza sanitaria psicologica e sociale e per l’applicazione della legge 194.
Potenziamento dell’erogazione pubblica dei servizi domiciliari, nell’ottica del superamento della logica dei voucher per gli anziani e i non autosufficienti.
Esenzione dai ticket per i lavoratori in cassa integrazione, precari o lavoratori che hanno perso il lavoro.
Chiediamo una attenzione specifica per i lavoratori della sanità piemontesi. Le strutture sanitarie della nostra Regione hanno continuato infatti a funzionare con efficacia nonostante il blocco delle assunzioni imposto in questi anni dai governi nazionali che si sono succeduti. L’elevato livello qualitativo espresso dal sistema sanitario regionale è stato garantito in primo luogo dalle capacità professionali e dalla dedizione dei lavoratori della sanità piemontesi. A questi va riconosciuta la giusta valorizzazione sia in termini professionali che economici.

SCUOLA E FORMAZIONE
E’ necessario contrastare con forza l’attacco operato dal governo Berlusconi e dal ministro Gelmini alla scuola e all’università pubblica. Già oggi questo attacco sta determinando una grave situazione nel sistema scolastico e formativo piemontese che rischia di comprometterne il normale funzionamento.

Proponiamo

Rafforzamento di una politica per il diritto allo studio che preveda adeguate risorse sia per i singoli (gratuità dei libri e accesso ai servizi) sia per le scuole pubbliche in relazione ai bisogni collettivi, cercando per questa via di contrastare il disegno del governo di affossare la scuola pubblica, laica e pluralista attraverso una progressiva sottrazione di risorse.
Forte investimenti per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Mantenimento dei piccoli plessi scolastici garantendo capillarmente la presenza della scuola pubblica su tutto il territorio regionale.
Qualificazione della formazione professionale nella direzione della formazione permanente e del reimpiego dei lavoratori che perdono il lavoro.
Azioni di sostegno in favore dell’integrazione dei figli degli immigrati nei percorsi didattici e formativi.
Maggiori risorse per la ricerca e l’università pubblica.

AMBIENTE, ENERGIA, TRASPORTI
Il pianeta è attraversato da una gravissima crisi ambientale, i cui effetti sono sempre più drammatici e tangibili. La situazione impone mutamenti profondi nelle politiche economiche e nelle politiche pubbliche e questa consapevolezza deve guidare anche le scelte della Regione Piemonte.

Proponiamo
Puntare sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili.
Investire sulla mobilità sostenibile privilegiando il trasporto locale, dei pendolari e degli studenti. L’avvio dell’alta velocità Torino-Milano dimostra come una politica dei trasporti centrata sull’alta velocità comporti il collasso del trasporto regionale e l’aumento delle tariffe.
Trasferire gli investimenti programmati per le grandi opere infrastrutturali non ancora in avanzato stato di realizzazione in favore del miglioramento delle rete dei trasporti ferroviario regionale, del raddoppio dei binari laddove sia ancora presente il binario unico, del completamento dell’elettrificazione della rete, dello sdoppiamento delle linee per il trasporto merci e il trasporto per i passeggeri.
Un piano di gratuità dei trasporti pubblici locali per lavoratori in cassa integrazione, precari e lavoratori che hanno perso il lavoro. Riduzione del biglietto per tutti gli studenti, così come già previsto per gli studenti universitari.
Adeguati finanziamenti per il sostegno all’agricoltura a minore impatto, con particolare attenzione al biologico, prevedendo risorse per il reddito degli agricoltori, per la riconversione dell’agricoltura normale e per la valorizzazione di un consumo consapevole.
Contrarietà al nucleare e conseguente proposta per il Piemonte di “regione denuclearizzata”.
Riassetto idrogeologico del territorio a partire dalle aree montane.
Gestione pubblica dell’acqua e miglioramento dei servizi, eliminando il grave fenomeno della dispersione, prevedendo adeguati investimenti nella rete di distribuzione.
Consolidamento e implementazione della raccolta differenziata, agendo contemporaneamente per una riduzione dei rifiuti alla fonte e il recupero della materia.

LAICITÀ DELLE ISTITUZIONI
Riteniamo cruciale ribadire il carattere di laicità delle istituzioni democratiche, anche e soprattutto a garanzia della loro indipendenza e a tutela dei diritti fondamentali della persona.

Proponiamo
Una legge regionale che vieti ogni discriminazione nelle materie di competenza regionale rispetto al genere, all’orientamento religioso, sessuale, all’origine etnica e culturale.
Sostegno a una politica pubblica per un’educazione sessuale consapevole e per l’autodeterminazione delle donne, a partire dalla difesa della legge 194.

MORALITÀ DELLA POLITICA

Esprimiamo forte preoccupazione per i gravi processi di degrado morale nella vita politica ed istituzionale nel nostro paese e nella nostra Regione. Riteniamo perciò di dover assumere alcuni impegni precisi:

Proponiamo

Non candidabilità di soggetti condannati o inquisiti per reati contro la pubblica amministrazione o per reati di mafia.
Monitoraggio sul ricorso alle consulenze, divenuto in gran parte un mero strumento clientelare, nell’ambito di una valorizzazione delle competenze esistenti negli apparati regionali e nell’ottica di un affidamento trasparente e pubblico delle consulenze stesse.
Proposta di una riduzione delle spese del 10% per il Consiglio e per la Giunta.
Riduzione del 10% delle indennità e dei benefit dei Consiglieri orientando le risorse risparmiate sull’incentivazione alla partecipazione politica attiva dei cittadini.
Riduzione dei finanziamenti erogati direttamente ai gruppi, sostituendoli con la fornitura diretta di servizi.
Istituzione di un osservatorio regionale sulle infiltrazione delle organizzazioni criminali e mafiose in relazione alle grandi opere, agli appalti e ai subappalti pubblici.



domenica 13 dicembre 2009

Cara compagna, caro compagno,
il nostro Partito arriva da un periodo molto travagliato: sconfitte elettorali, scissioni, e da un oscuramento dell’informazione che ci ha quasi fatto sparire dai mass media.
In quest’ultimo anno abbiamo lavorato a ricostruire il partito. Per la prima volta dopo tanti anni siamo riusciti a darci una gestione interna unitaria, in cui tutte le le aree del partito collaborano, mentre parallelamente stiamo ricostruendo l’intervento politico esterno.
Lo abbiamo fatto in questi mesi ricostruendo il lavoro sociale del partito: a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori nelle lotte per la difesa del posto di lavoro, nel movimento dei precari, nelle battaglie ambientali e per l’acqua pubblica, con l’impegno nel terremoto e con la raccolta di firme per il referendum contro il lodo Alfano. Lo abbiamo fatto costruendo dal basso il partito sociale, nelle mille forme di aggregazione e di solidarietà vertenziale a cui abbiamo dato vita sui territori.
Lo facciamo oggi con l’impegno concreto nella costruzione della Federazione della Sinistra, un processo unitario che partirà ufficialmente il 5 dicembre a Roma. Vogliamo mettere fine a troppi anni in cui i comunisti e la sinistra di alternativa si sono continuamente divisi, facendoci perdere ogni credibilità. Vogliamo ripartire unendo le forze, per ridare credibilità alla costruzione di un polo politico di alternativa, dove far vivere il progetto della rifondazione comunista. Una proposta unitaria che chiudendo la stagione delle continue divisioni, ridia una speranza alla nostra gente.
Per fare tutto questo abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno di rivitalizzare Rifondazione Comunista e di renderla più forte. Non si tratta di un fatto testimoniale. La crisi capitalistica ha riaperto i giochi e oggi concretamente ci troviamo di fronte al rischio di una svolta a destra, di cui il berlusconismo è l’espressione peggiore, fatta di ingiustizie e di guerra tra poveri: una vera e propria crisi di civiltà in cui tutti guardano al futuro con paura, in cui i giovani sono immersi in una precarietà senza confini che toglie ogni speranza. Noi lavoriamo per una uscita da sinistra dalla crisi, basata su maggior giustizia sociale, sull’allargamento della democrazia e su una riconversione sociale ed ambientale dell’economia. Per costruire l’alternativa abbiamo bisogno di più lotte ma anche di un Partito della Rifondazione Comunista e di una Federazione della Sinistra più forte.
Per questo ti scrivo. Non è oggi il tempo di stare a guardare, è il tempo di dare una mano per ricostruire una sinistra degna di questo nome e una presenza dei comunisti forte e autorevole. Per questo ti propongo di iscriverti o re-iscriverti a Rifondazione; per ricostruire quel partito che ci ha fatto sperare e disperare ma di cui c’è, oggi più che mai, bisogno.

Un caro saluto.
Paolo Ferrero: Segretario nazionale PRC-SE

mercoledì 9 dicembre 2009

Vicenda ARISTOR: interpellanza del consigliere comunale Giorgio Barberis (PRC-SE)

Riportiamo il testo dell'interpellanza urgente del consigliere comunale Giorgio Barberis sulla situazione dell'ARISTOR.

INTERPELLANZA URGENTE

Al Presidente
del Consiglio Comunale di Alessandria

Oggetto: Situazione complessiva della società partecipata ARISTOR, in particolare in merito ai suoi bilanci e alla sua gestione.

Il sottoscritto, consigliere Giorgio Barberis, premesso che:

come noto, l’ARISTOR è un’azienda di diritto privato a partecipazione comunale, che si occupa di ristorazione;

la stessa ARISTOR, grazie al raggiungimento di elevati standard qualitativi per quanto concerne i mezzi e la professionalità del personale operante al suo interno, è (era?) in grado non solo di soddisfare le necessità della refezione nelle mense scolastiche, ma anche di proporsi competitivamente nei confronti dei privati per servizi di catering;

negli ultimi mesi la stessa società è stata più volte al centro della cronaca per fatti certamente poco lusinghieri, quali ad esempio il tentativo (per fortuna fallito) di svendita della stessa ai privati, i problemi legati al presunto esubero di alcuni lavoratori, il licenziamento di un malato oncologico grave, il mancato riconoscimento del premio di produttività ai dipendenti, etc.;

Interpella
Il Signor Sindaco e l’Assessore competente al fine di conoscere nel dettaglio quale sia la reale situazione della società ARISTOR, e di sapere se non convengano sulla necessità di convocare urgentemente una commissione consiliare d'indagine sui gravi fatti sopra citati.

Giorgio Barberis
Gruppo Consiliare PRC

martedì 8 dicembre 2009

Amianto, al via il processo, ma la politica è troppo distante da esigenze lavoratori e cittadini

“Le attese che si appuntano sul processo ‘Eternit’ che parte il prossimo 10 dicembre a Torino – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE – sono molte e giustamente ambiziose. Queste attese testimoniano, oggi più che mai che, anche nelle difficoltà, le battaglie vanno fatte perché altrimenti si è già perso in partenza”.
“Come consigliere regionale pro tempore però - continua Deambrogio – non posso che rilevare, tanto più in vicinanza di un processo così importante persino in sede europea, quanto sia siderale la distanza tra la politica e le esigenze di lavoratori, ex lavoratori, famiglie e cittadini, che se oggi chiedono giustizia a un tribunale non dimenticano affatto il deserto normativo, o peggio, il cambiamento funesto di leggi che riguardano la sicurezza sul lavoro”.
“Da quest’ultimo punto di vista – continua ancora Deambrogio – ricordo come la tragedia dell’amianto non abbia insegnato nulla all’attuale Governo e al suo testo unico sulla sicurezza. Come ho recentemente ricordato, in Parlamento non si sblocca il decreto per distribuire il pur misero fondo vittime dell’amianto, mentre di nuova legge nazionale dopo quella del 1992 non se ne sussurra nemmeno: nemanco un’audizione in commissione è stata fatta!”.
“Siccome giovedì mattina fioccheranno i comunicati di parlamentari di tutti gli schieramenti – conclude Deambrogio – chiedo loro di essere conseguenti con dichiarazioni che troppo spesso sono caratterizzate dal vuoto pneumatico in termini di azioni conseguenti. A costo di risultare politicamente non corretto, intendo stigmatizzare senza mezzi termini comportamenti vacui, utilitaristici, strumentali: il 10 dicembre si parli di meno e si faccia di più”.

Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

Solvay Solexis: Si faccia luce sulla vicenda

In seguito alle recenti vicende della Solvay Solexis-polo chimico di Spinetta Marengo, ritengo che il quadro della vicenda sia preoccupante: la Procura sta indagando su accuse di avvelenamento doloso ed omessa bonifica contro 38 persone, fra vertici e dirigenti di tre società, Ausimont, Atofina-Arkema e Solvay Solexis.
Lo stato di inquinamento dell'acqua in falda determina il rischio di effetti tossico nocivi per la salute umana, attraverso l'uso dell'acqua potabile diretto e tramite l'irrigazione dei campi.
La Procura continua le verifiche e predispone anche un'indagine epidemiologica per vedere l'incidenza degli inquinanti alla Fraschetta su morti e malattie.
Fino alla primavera 2008 bevevano quell'acqua (es. pozzo num.8, acquedotto interno polo chimico) i dipendenti Solvay e le famiglie di una parte del sobborgo di Spinetta (Fonte notizie:"La Stampa" di venerdì 4 dicembre 2009).
Nel frattempo qualche giorno fa si verifica una fuoriuscita di gas alla Solvay per l'esattezza perfluoroisobutene, gas incolore ma tossico se inalato, allarme poi rientrato.
Arrivano, sempre pochi giorni fa, anche pressioni e telefonate, scritte sui muri contro chi fa parte del Comitato che si batte da tempo per far luce sulle vicende già citate e sui possibili danni alla salute.
In un quadro del genere, ritengo grave la continua riproposizione dello scontro fra Lavoro/Occupazione e Salute/Ambiente.
Nell'esprimere tutta la mia personale solidarietà a chiunque abbia subito pressioni e intimidazioni, a partire da Lino Balza, compagno in tante battaglie ambientali, rivolgo un appello a tutte le realtà ambientaliste, ai sindacati, ai lavoratori del polo chimico, nonchè agli abitanti di Spinetta e del territorio provinciale, perchè il problema ci riguarda tutti.
Si smetta una buona volta di contrapporre il diritto al lavoro al diritto alla salute e alla salvaguardia dell'ambiente; non si può barattare l'occupazione con la sicurezza sul lavoro o con la salute nostra e del territorio che abitiamo.
Non si può accusare chi chiede, giustamente, di far luce sulla vicenda e si preoccupa dello stato delle falde, della salubrità di aria ed acqua, di mirare a far chiudere l'azienda e togliere il lavoro ai suoi dipendenti.
Non si possono, d’altro canto, ignorare la questione lavorativa e le preoccupazioni dei lavoratori: per favore, però, non ci si presti, non prestiamoci, al solito ricatto "o di qua o di là". Occorre che sindacati, associazioni e comitati, i partiti, assumano una posizione chiara, in difesa della salute e del lavoro, tenendoli insieme, non contrapponendoli.
Confrontiamoci e adoperiamoci perchè venga fatta piena luce sulla faccenda, nessuna remora o reticenza. Combattere l’inquinamento della terra, dell’acqua e dell’aria è qualcosa che deve coinvolgerci tutti se vogliamo avere un futuro e soprattutto offrire un futuro a chi verrà dopo di noi.

Daniela Cauli-Segretaria del circolo PRC di Tortona

lunedì 7 dicembre 2009

Salute, si inaugura la nuova PET ad Alessandria. "San Tommaso" Cavallera cosa si inventerà ora?

“Sarà inaugurata mercoledì 9 dicembre – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE – la nuova PET presso l’Azienda Ospedaliera di Alessandria. In questa occasione intendo ricordare che la ristrutturazione delle strutture che ospitano la nuova tecnologia e l’acquisizione della strumentazione sono avvenuti per impegno della Regione Piemonte con un finanziamento di 3.300.000 euro”.
“Con la nuova PET - continua Deambrogio – ci sarà uno strumento diagnostico capace di rilevare con grande precisione tridimensionale la presenza di cellule anormali. Di più: essa sarà inoltre completata da una TC (Tomografia Computerizzata). Questa fusione delle due modalità diagnostiche in un’unica apparecchiatura permetterà esami in immediata sequenza senza muovere il paziente tra le due indagini”.
“Con l’acquisizione della nuova PET – continua ancora Deambrogio – l’Azienda Ospedaliera si dota della miglior tecnologia sul mercato per la diagnosi oncologica, e la mette a disposizione di tutti i pazienti dell’area sud-est del Piemonte. Ora, forse, anche Ugo ‘san tommaso’ Cavallera potrà, una volta ficcato il naso mercoledì, cessare la sua litania sul mancato arrivo di questa tecnologia ad Alessandria. Semmai potrei cominciare io a chiedergli come mai nei dieci anni in cui lui era protagonista di un governo regionale di centro destra nulla, ma proprio nulla si era mosso in tal senso”.
“Come consigliere regionale di una maggioranza di centro sinistra – conclude Deambrogio – rivendico appieno la bontà di questo ennesimo risultato per la sanità nella nostra provincia. Chi, in special modo da parti politiche importanti del centro sinistra, sostiene in questi giorni che serve discontinuità e individua nelle politiche sanitarie un terreno di nuova apertura al privato è un autolesionista e un nemico dichiarato delle riforme portate avanti negli ultimi cinque anni. Mi piacerebbe che su questo tema, quello della valorizzazione del lavoro svolto, ci fossero chiare prese di posizione da parte dei consiglieri regionali di centro sinistra eletti in provincia di Alessandria”.

Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE

Lavorare in sicurezza, vivere in sicurezza

L'industria chimica ha sempre avuto una difficile convivenza con il territorio, gli esempi da manuale non mancano certo (Seveso e Bhopal per quanto riguarda gli incidenti disastrosi, l'Acna per quanto riguarda un inquinamento cronico e costante per decenni). Il confronto perenne tra lavoratori ed abitanti, e molto spesso c'è chi ricopre entrambi i ruoli, il perenne dilemma di scelta tra difesa del posto di lavoro ed ambiente, ma questo non dovrebbe essere una contrapposizione perché il lavoro fa parte del vivere quotidiano, e si vive nell'ambiente.
Pensare a difendere il proprio posto di lavoro è giusto ed ovvio, però questo non può significare che lavoratori e sindacalisti di categoria costituiscano un blocco con l'azienda.
Gli interessi dei lavoratori molto spesso non coincidono con le strategie aziendali. Se in un'occasione di confronto con ambientalisti ed abitanti della zona limitrofa all'azienda (prendiamo ad esempio la Solvay di Spinetta Marengo) le posizioni dei lavoratori sembrano coincidere con quelle aziendali, non bisogna pensare che questo possa essere un eterno idillio. I vertici aziendali sono sempre molto pronti a cogliere certe occasioni per far aggiungere qualche buco alle cinture, o peggio, ed il peggio è sempre per i lavoratori non certo per i colossi della chimica. Il lavorare in sicurezza è senza dubbio il primo solido gradino da cui partire. Il nostro gruppo consigliare al comune di Alessandria in data 18 settembre 2008 presentò un ordine del giorno con oggetto: “Proposta di istituzione di un osservatorio che monitori nel territorio comunale lo stato di sicurezza sul posto di lavoro,prioritariamente nei siti industriali a maggiore rischio ambientale.” l'ente pubblico, comune o provincia, deve essere al corrente di cosa si produce sul suo territorio, deve essere il collettore delle informazioni delle varie realtà, fornite da Vigili del fuoco, A.S.L., ARPA, Ispettorato del lavoro e naturalmente, la dichiarazione periodica ed aggiornata dalle aziende sui materiali e sui componenti chimici trattati. In tal modo da garantire che anche in caso di variazioni degli elementi trattati le condizioni di sicurezza siano adeguate. Naturalmente il nostro ordine del giorno sta ancora a far polvere da qualche parte. Quello che è avvenuto in passato nell'area della Solvay, ex Montedison, ex....ex...ex (le sigle delle aziende andando a ritroso sono molte possiamo arrivare sino all'Italgas e proseguire ancora), era ben noto ai più,ma naturalmente tollerato e ovattato per l'infinita storia della contropartita occupazionale.
Oggi la Solvay deve dimostrare che l'impianto della Fraschetta è in sicurezza, per i lavoratori e per gli abitanti della zona, come di norma deve essere. Considerando che nell'area di Marengo sta potenzialmente sorgendo un nuovo problema, cioè che con il decollo della politica filo-nucleare del governo per il problema scorie si devono individuare stazioni di stoccaggio,e queste sono individuabili in comuni non denuclearizzati, come Bosco Marengo ad esempio.
Inoltre il piano di protezione civile per l'area deve essere portato a conoscenza a tutti i livelli, non conosciuto da pochi e quindi di difficile rapida attuazione in caso di non augurato bisogno.
Gli stabilimenti chimici hanno sempre avuto un gran riguardo anche da parte degli alleati durante la seconda guerra mondiale, tranne pochi casi, gli Anglo-Americani non bombardarono gli stabilimenti (che sarebbero serviti a loro in seguito), per fermare la produzione bombardarono i quartieri operai. Il peggio è sempre toccato alla salute dei lavoratori e degli abitanti. Consigliamo una lettura, “Storia dell'Italgas”, molto interessante per la storia arcaica dell'impianto di Spinetta e di quello di Cengio per molto tempo legati a filo doppio.
Saluti a pugno chiuso.

Federazione della Sinistra di Alternativa Anti-capitalista
Partito della Rifondazione Comunista: Circolo di Alessandria
Partito dei Comunisti Italiani: Circolo di Alessandria

mercoledì 2 dicembre 2009

Non fermate la raccolta differenziata

Negli ultimi anni in Piemonte il dato della raccolta differenziata dei rifiuti è cresciuto in termini estremamente positivi. Siamo cresciuti dal 14,8 del 1999 al 32,9 del 2004 fino al 48,4 del 2008. Il risultato quest’ anno crescerà ancora. Siamo una delle pochissime regioni italiane in linea con gli obiettivi di legge. Certo molta strada deve essere ancora fatta, non solo sulle RD per cui l’Europa pone obiettivi sempre più ambiziosi, ma soprattutto sul versante della diminuzione della produzione dei rifiuti. Molto dipenderà anche dalle politiche messe in campo dalle varie amministrazioni a livello locale, anche perché non è scritto da nessuna parte che, una volta raggiunto un certo tipo di risultato positivo, lo si migliori automaticamente a prescindere dagli sforzi e dalle tecniche messe in campo. Insomma: se non ci si applica si può anche tornare indietro.
Apprendo dalla stampa locale che l’amministrazione di Casale Monf. intende rendere operativo “un nuovo sistema realizzato con più estetiche isole ecologiche seminterrate” e subito penso che questa è esattamente una decisione in grado di mettere in pericolo ulteriori miglioramenti per quanto riguarda una seria raccolta differenziata dei rifiuti.
Non intendo in questa sede difendere acriticamente il processo che ha portato all’inserimento del sistema fin qui usato a Casale. Molto probabilmente degli errori sono anche stati fatti e non tutto quel che si poteva produrre per rendere condivisa ed efficace l’innovazione per andare oltre il cassonetto stradale indifferenziato è stato prodotto.
Questo detto, provo a indicare alcuni elementi di criticità della modalità di raccolta attraverso isole seminterrate.
In primo luogo occorre sapere che tale sistema richiede costi di investimento davvero notevoli sia per l’acquisto delle postazioni che per i lavori di installazione delle stesse. I costi di installazione in città per gli scavi, i lavori di muratura e quant’altro sono di norma ancora più ingenti. L’incremento di costi può risultare assai significativo e questo deve essere un elemento da prendere in considerazione da parte di qualsiasi amministrazione pubblica o azienda, che certo non naviga nell’oro. In ogni caso va fatta un’ analisi costi benefici a confronto con altre modalità di conferimento e raccolta.
In secondo luogo occorre segnalare che persino presso le isole ecologiche dotate di sistemi di identificazione sono ancora più frequenti i fenomeni di abbandono dei rifiuti nei pressi delle medesime non solo da parte di cittadini dotati di scarso senso civico, ma anche da parte di utenti che non intendono perdere troppo tempo (la fase di identificazione risulta spesso laboriosa e può durare alcuni minuti allorquando il sistema prevede la rotazione dei contenitori sotto il punto di conferimento), per gli utenti non abilitati (turisti di passaggio) o male informati. Bisogna infine tenere anche presente che, scegliendo sistemi molto complessi e delicati quali quelli che prevedono l’identificazione degli utenti, si può andare incontro con maggiore frequenza a casi di vandalismo e di danneggiamento del sistema che comportano lunghi periodi di inattività del sistema e costosi interventi di riparazione e/ sostituzione. In ogni caso la vita di impianti come questi è assai più corta di sistemi con piccoli cassonetti per il porta a porta.
Le isole interrate possono essere una buona soluzione per contesti molto particolari, ad esempio le zonee auliche dei centri storici, nei quali si scelga di mettere in secondo piano i risultati di RD e i costi. Ipotizzarle inceve quale soluzione di massa per tutta la Città mi pare molto problematico.
I casi di fallimento di questo modello di raccolta sono numerosi e vanno da Bari dove le 12 isole interrate hanno funzionato solo pochi mesi fino a Trento, una città virtuosa in termini di RD e attenta al proprio decoro urbano.Il sistema adottato nel 2003 in circa 8 postazioni nel centro storico, ma ad oggi, a causa di varie problematiche di funzionamento e abbandono dei rifiuti, ne sono rimaste attive solo 2.
Spero che questi miei dubbi possano trovare in città luoghi dove essere dibattuti seriamente. Illudere i cittadini, magari arrabbiati per come funziona ora la raccolta, sarebbe davvero imperdonabile.

Lettera ai giornali locali di Alberto Deambrogio Consigliere Regionale PRC-SE

martedì 1 dicembre 2009

DImissioni Grassano e nuovo presidente

Finalmente Grassano, dimettendosi, ha fatto quello che secondo noi doveva fare molto tempo fa. Con le sue dimissioni ha liberato, momentaneamente, il signor Sindaco da una situazione non felice e da cui la maggioranza, di fatto, ne sarebbe uscita spaccata, basti pensare che non tutti i consiglieri di maggioranza avevano firmato la cosiddetta “mozione del sindaco” e che c’è stato bisogno del soccorso di una buona parte dei consiglieri dell’opposizione.
Le dimissioni in extremis hanno evitato che andasse in porto il goffo tentativo di modifica dello statuto del consiglio comunale, cioè di portare a due anni e mezzo la durata della carica di presidente, modifica “ad personam” per liberarsi del problema che avrebbe, però, indebolito la figura e il ruolo istituzionale del presidente del consiglio comunale.
Adesso si apre la partita per la nomina del nuovo presidente del consiglio comunale e dopo la vicenda Grassano, riteniamo per lo meno inopportuno proporre il nome di un altro consigliere comunale appartenente al gruppo della Lega Nord. In questo contesto la Lega Nord ha già dato ed ha fallito nel mettere un suo uomo a capo del consiglio comunale, sarebbe il caso che si facessero da parte, sempre che il loro attaccamento alle poltrone non sia troppo forte.

Il circolo di Alessandria del Partito della Rifondazione Comunista