mercoledì 2 dicembre 2009

Non fermate la raccolta differenziata

Negli ultimi anni in Piemonte il dato della raccolta differenziata dei rifiuti è cresciuto in termini estremamente positivi. Siamo cresciuti dal 14,8 del 1999 al 32,9 del 2004 fino al 48,4 del 2008. Il risultato quest’ anno crescerà ancora. Siamo una delle pochissime regioni italiane in linea con gli obiettivi di legge. Certo molta strada deve essere ancora fatta, non solo sulle RD per cui l’Europa pone obiettivi sempre più ambiziosi, ma soprattutto sul versante della diminuzione della produzione dei rifiuti. Molto dipenderà anche dalle politiche messe in campo dalle varie amministrazioni a livello locale, anche perché non è scritto da nessuna parte che, una volta raggiunto un certo tipo di risultato positivo, lo si migliori automaticamente a prescindere dagli sforzi e dalle tecniche messe in campo. Insomma: se non ci si applica si può anche tornare indietro.
Apprendo dalla stampa locale che l’amministrazione di Casale Monf. intende rendere operativo “un nuovo sistema realizzato con più estetiche isole ecologiche seminterrate” e subito penso che questa è esattamente una decisione in grado di mettere in pericolo ulteriori miglioramenti per quanto riguarda una seria raccolta differenziata dei rifiuti.
Non intendo in questa sede difendere acriticamente il processo che ha portato all’inserimento del sistema fin qui usato a Casale. Molto probabilmente degli errori sono anche stati fatti e non tutto quel che si poteva produrre per rendere condivisa ed efficace l’innovazione per andare oltre il cassonetto stradale indifferenziato è stato prodotto.
Questo detto, provo a indicare alcuni elementi di criticità della modalità di raccolta attraverso isole seminterrate.
In primo luogo occorre sapere che tale sistema richiede costi di investimento davvero notevoli sia per l’acquisto delle postazioni che per i lavori di installazione delle stesse. I costi di installazione in città per gli scavi, i lavori di muratura e quant’altro sono di norma ancora più ingenti. L’incremento di costi può risultare assai significativo e questo deve essere un elemento da prendere in considerazione da parte di qualsiasi amministrazione pubblica o azienda, che certo non naviga nell’oro. In ogni caso va fatta un’ analisi costi benefici a confronto con altre modalità di conferimento e raccolta.
In secondo luogo occorre segnalare che persino presso le isole ecologiche dotate di sistemi di identificazione sono ancora più frequenti i fenomeni di abbandono dei rifiuti nei pressi delle medesime non solo da parte di cittadini dotati di scarso senso civico, ma anche da parte di utenti che non intendono perdere troppo tempo (la fase di identificazione risulta spesso laboriosa e può durare alcuni minuti allorquando il sistema prevede la rotazione dei contenitori sotto il punto di conferimento), per gli utenti non abilitati (turisti di passaggio) o male informati. Bisogna infine tenere anche presente che, scegliendo sistemi molto complessi e delicati quali quelli che prevedono l’identificazione degli utenti, si può andare incontro con maggiore frequenza a casi di vandalismo e di danneggiamento del sistema che comportano lunghi periodi di inattività del sistema e costosi interventi di riparazione e/ sostituzione. In ogni caso la vita di impianti come questi è assai più corta di sistemi con piccoli cassonetti per il porta a porta.
Le isole interrate possono essere una buona soluzione per contesti molto particolari, ad esempio le zonee auliche dei centri storici, nei quali si scelga di mettere in secondo piano i risultati di RD e i costi. Ipotizzarle inceve quale soluzione di massa per tutta la Città mi pare molto problematico.
I casi di fallimento di questo modello di raccolta sono numerosi e vanno da Bari dove le 12 isole interrate hanno funzionato solo pochi mesi fino a Trento, una città virtuosa in termini di RD e attenta al proprio decoro urbano.Il sistema adottato nel 2003 in circa 8 postazioni nel centro storico, ma ad oggi, a causa di varie problematiche di funzionamento e abbandono dei rifiuti, ne sono rimaste attive solo 2.
Spero che questi miei dubbi possano trovare in città luoghi dove essere dibattuti seriamente. Illudere i cittadini, magari arrabbiati per come funziona ora la raccolta, sarebbe davvero imperdonabile.

Lettera ai giornali locali di Alberto Deambrogio Consigliere Regionale PRC-SE

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