lunedì 29 novembre 2010
venerdì 26 novembre 2010
Saremo in piazza con le lavoratrici e i lavoratori di AMIU E ATM
La Federazione della Sinistra (PRC e PdCI) di Alessandria aderisce e sostiene lo sciopero dei lavoratori AMIU ed ATM.
La Federazione della Sinistra di Alessandria – Il Circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Alessandria.
La messa a gara di queste due importanti servizi pubblici (raccolta rifiuti e trasporto pubblico) da parte del Comune, oltre a mettere a rischio numerosi posti di lavoro, rientra in un ben più articolato smantellamento di quel patrimonio comune di tutti i cittadini di questa città. Quindi lunedì saremo anche noi in piazza con le lavoratrici e i lavoratori in lotta per difendere il lavoro e per difendere quel “bene comune” rappresentato dalle aziende municipali alessandrine.
La Federazione della Sinistra di Alessandria – Il Circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Alessandria.
Il risultato delle primarie a Milano deve fare riflettere.
Nonostante la mia convinzione che le primarie non facciano parte della nostra tradizione politica, prendendo atto del risultato delle primarie di Milano per individuare il candidato Sindaco per il centro sinistra, non posso che manifestare soddisfazione per l'individuazione del compagno Pisapia per il ruolo di candidato Sindaco per il Comune di Milano.
La scelta del candidato sostenuto da Sinistra Ecologia Libertà e dalla Federazione della Sinistra-(Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani-Socialismo 2000-Lavoro e solidarietà), contrapposto agli altri candidati sostenuti dai più forti ed egemoni Democratici ed affini, dimostra che il popolo della Sinistra, e degli scontenti, è pronto a rimettersi in gioco senza partire dalla palla “al centro”.
Pur rispettando chi dignitosamente si ritiene “centrista”, c'è da dire che il centro è ormai affollato da personaggi che arrivano da destra e da sinistra, e forse bisogna anche tornare a collocarsi coraggiosamente da qualche altra parte.
Le varie reti televisive, e la maggior parte degli organi di stampa, dovrebbero smettere di considerare “tabù” la parola Comunismo, questa parola vuol dire giustizia sociale e divisione equa delle risorse planetarie, concetti condivisi anche con chi di questi ne ha fatto una religione.
Comunismo non vuol dire gulag e Stalin , come Cristianesimo non vuol dire roghi di eretici e di presunte streghe, inquisizione o la più recente ghigliottina per Giacobini e Patrioti Italiani nella Roma capitale dello Stato Pontificio.
Anche in questa occasione delle primarie Milanesi abbiamo riscontrato che alla figura di Pisapia veniva associata la sola Sinistra Ecologia Libertà, ma non la parte di sostegno “Comunista”.
Nella nostra discussione politica locale sarebbe il caso di fare qualche seria valutazione di merito sull'individuazione, oltre che di personaggi, anche di obiettivi.
Nell'iniziativa presa dai nostrani giovani militanti dei partiti “rappresentati in parlamento”, prendendo a riferimento tra loro quelli di presupposta collocazione di centro sinistra (PD- IDV), non sono certo partiti con il piede giusto.
Cercare punti di convergenza con giovani padani e giovani pidiellini, ma su di cosa?
Volete valutare cosa c'è di buono nella riforma scolastica del ministro Gelmini?
Chiedetelo alle decine di migliaia di giovani andati in piazza insieme ai loro docenti, che certo non fanno incontri di “vertice” come i vostri.
La vostra miopia, o presunzione, non vi fa neppure riscontrare che la maggior parte dei giovani non è allineata ne con partiti parlamentari, ne con quelli extra parlamentari, ma opera in realtà di collettivi autonomi, così da sempre .
Cercate con loro il confronto, se ve lo concedono.
Massimo Orero: Segretario circolo di Alessandria PRC- FdS
La scelta del candidato sostenuto da Sinistra Ecologia Libertà e dalla Federazione della Sinistra-(Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani-Socialismo 2000-Lavoro e solidarietà), contrapposto agli altri candidati sostenuti dai più forti ed egemoni Democratici ed affini, dimostra che il popolo della Sinistra, e degli scontenti, è pronto a rimettersi in gioco senza partire dalla palla “al centro”.
Pur rispettando chi dignitosamente si ritiene “centrista”, c'è da dire che il centro è ormai affollato da personaggi che arrivano da destra e da sinistra, e forse bisogna anche tornare a collocarsi coraggiosamente da qualche altra parte.
Le varie reti televisive, e la maggior parte degli organi di stampa, dovrebbero smettere di considerare “tabù” la parola Comunismo, questa parola vuol dire giustizia sociale e divisione equa delle risorse planetarie, concetti condivisi anche con chi di questi ne ha fatto una religione.
Comunismo non vuol dire gulag e Stalin , come Cristianesimo non vuol dire roghi di eretici e di presunte streghe, inquisizione o la più recente ghigliottina per Giacobini e Patrioti Italiani nella Roma capitale dello Stato Pontificio.
Anche in questa occasione delle primarie Milanesi abbiamo riscontrato che alla figura di Pisapia veniva associata la sola Sinistra Ecologia Libertà, ma non la parte di sostegno “Comunista”.
Nella nostra discussione politica locale sarebbe il caso di fare qualche seria valutazione di merito sull'individuazione, oltre che di personaggi, anche di obiettivi.
Nell'iniziativa presa dai nostrani giovani militanti dei partiti “rappresentati in parlamento”, prendendo a riferimento tra loro quelli di presupposta collocazione di centro sinistra (PD- IDV), non sono certo partiti con il piede giusto.
Cercare punti di convergenza con giovani padani e giovani pidiellini, ma su di cosa?
Volete valutare cosa c'è di buono nella riforma scolastica del ministro Gelmini?
Chiedetelo alle decine di migliaia di giovani andati in piazza insieme ai loro docenti, che certo non fanno incontri di “vertice” come i vostri.
La vostra miopia, o presunzione, non vi fa neppure riscontrare che la maggior parte dei giovani non è allineata ne con partiti parlamentari, ne con quelli extra parlamentari, ma opera in realtà di collettivi autonomi, così da sempre .
Cercate con loro il confronto, se ve lo concedono.
Massimo Orero: Segretario circolo di Alessandria PRC- FdS
martedì 23 novembre 2010
UN DIBATTITO FINTO ED OMOLOGATO
Un dibattito finto ed omologato è quello che fra poco investirà i poveri studenti di alcuni istituti superiori della provincia di Alessandria. Infatti apprendiamo dai giornali che stanno per essere avviati una serie di incontri tra i ragazzi del triennio di molte scuole superiori e i rappresentati della giovanili dei cinque partiti presenti, ad oggi, nel parlamento. Il titolo di questi incontri è "Confronto, Libertà, Partecipazione" e sinceramente facciamo fatica a capire sia dove sia il confronto, visto che è lasciata libertà di parola solo alle forze omologate presenti in parlamento, sia dove sia la partecipazione.
Un dibattito tutto accentrato sulle istituzioni senza nessun spiraglio verso la società reale, come se il fare politica si limiti ad essere quel teatrino politicante che vediamo ogni giorno in televisione. Noi crediamo che il fare politica sia ben altro, sia essere al fianco dei lavoratori e degli studenti nelle lotte e nelle vertenze, sia sporcarsi le mani ogni giorno e non l'essere solo i portaborse di qualche parlamentare o consigliere regionale, nella speranza poi di succedergli al trono.
Curioso risulta leggere che attraverso questo dibattito si voglia dimostrare come si possa non cadere in contraddizione nonostante le differenze politiche, insomma se la politica non è contraddizione, scontro dialettico, con idee e visioni differenti della società, si riduce ad essere solo mera amministrazione del potere.
Forse noi non sempre riusciamo ad essere quello che vorremo essere, ma in città e provincia sono presenti anche tante associazioni, movimenti (e perché no centri sociali) in cui militano tanti giovani che avrebbero sicuramente diritto di parola e potrebbero dire agli studenti cosa significa realmente fare Politica. Dunque tenetevi pure il vostro finto ed inutile dibattito a cui invitiamo i ragazzi a non partecipare ed approfittare del tempo a disposizione magari per leggere Gramsci.
Le/I Giovani Comuniste/i di Alessandria – Partito della Rifondazione Comunista (PRC-FdS)
Curioso risulta leggere che attraverso questo dibattito si voglia dimostrare come si possa non cadere in contraddizione nonostante le differenze politiche, insomma se la politica non è contraddizione, scontro dialettico, con idee e visioni differenti della società, si riduce ad essere solo mera amministrazione del potere.
Forse noi non sempre riusciamo ad essere quello che vorremo essere, ma in città e provincia sono presenti anche tante associazioni, movimenti (e perché no centri sociali) in cui militano tanti giovani che avrebbero sicuramente diritto di parola e potrebbero dire agli studenti cosa significa realmente fare Politica. Dunque tenetevi pure il vostro finto ed inutile dibattito a cui invitiamo i ragazzi a non partecipare ed approfittare del tempo a disposizione magari per leggere Gramsci.
Le/I Giovani Comuniste/i di Alessandria – Partito della Rifondazione Comunista (PRC-FdS)
martedì 16 novembre 2010
PER DARE UN SERVIZIO DECENTE I PREZZI RADDOPPIANO e intanto l’Assessore regionale scheda i pendolari che si organizzano in Comitati.
Ieri abbiamo avuto la grande notizia: sulle rotaie delle FFSS viaggieranno treni privati nella tratta Torino-Milano, gestiti dalla società Arenawais.
Tutti i telegiornali, locali e nazionali hanno dato grande risalto all’evento, con interviste entusiastiche di passeggeri “esploratori” che rilevavano la similitudine fra quel treno e un aereo. Questo conferma quanto temevamo, i treni anziché fare concorrenza alle auto dalle quali siamo invasi, cercano di fare concorrenza agli aerei, come ci hanno più volte raccontato con la Freccia rossa. Del resto il prezzo del biglietto fa davvero ricordare quello di un aereo, anche se è stato poco menzionato, 17 euro da Torino Lingotto a Milano Porta Garibaldi. Poiché si tratta di stazioni periferiche andranno, per la maggioranza dei viaggiatori, aggiunti i 2 biglietti per trasporto cittadino. In tutto 19 euro, quasi esattamente il raddoppio dell’attuale prezzo sui treni di Trenitalia, che è di 9,55 euro. Non abbiamo alcun dubbio che sia più comodo viaggiare su quei treni che su quelli dell’AD Moretti, visto l’attuale stato di abbandono, ma a quale prezzo?!
Naturalmente si fa finta di ignorare che tutte le infrastrutture ferroviarie, a partire dai binari sono pagate e mantenute con le tasse dei cittadini ed in particolare di quei tanti pendolari che vi viaggiano sopra, visto che a pagarle sono per l’85% i lavoratori. Derubati due volte: la prima, pagando un servizio pubblico, attraverso la fiscalità, che fa sempre più schifo; la seconda, per ottenere un servizio decente, riempiendo le tasche di Montezemolo and Company.
A questo si aggiunge la solerzia con cui l’Assessora (o preferirà essere chiamata Assessore Bonino) ha stabilito che per far parte di un qualsiasi Comitato di pendolari che voglia rivendicare qualcosa dovrà costituirsi presso un notaio e fornire il nome di tutti gli aderenti. Schedati come allo stadio?
Sarà ora di dire a questi signori e signore che siamo stufi di essere sfruttati e maltrattati? Noi pensiamo di Sì.
Gianni Naggi: Responsabile Ambiente e Beni Comuni del PRC Piemonte
Naturalmente si fa finta di ignorare che tutte le infrastrutture ferroviarie, a partire dai binari sono pagate e mantenute con le tasse dei cittadini ed in particolare di quei tanti pendolari che vi viaggiano sopra, visto che a pagarle sono per l’85% i lavoratori. Derubati due volte: la prima, pagando un servizio pubblico, attraverso la fiscalità, che fa sempre più schifo; la seconda, per ottenere un servizio decente, riempiendo le tasche di Montezemolo and Company.
A questo si aggiunge la solerzia con cui l’Assessora (o preferirà essere chiamata Assessore Bonino) ha stabilito che per far parte di un qualsiasi Comitato di pendolari che voglia rivendicare qualcosa dovrà costituirsi presso un notaio e fornire il nome di tutti gli aderenti. Schedati come allo stadio?
Sarà ora di dire a questi signori e signore che siamo stufi di essere sfruttati e maltrattati? Noi pensiamo di Sì.
Gianni Naggi: Responsabile Ambiente e Beni Comuni del PRC Piemonte
lunedì 15 novembre 2010
VIVA PREOCCUPAZIONE PER IL DESTINO DI ATM
La situazione di ATM Alessandria è arrivata a questa grave crisi finanziaria, a causa di una gestione disastrosa, alla quale non si è posto rimedio per tempo, nonostante le sollecitazioni espresse soprattutto da parte della Cgil. Si pensi all’aumento incontrollato di spese varie (oneri diversi di gestione) che nel solo 2009 ha registrato la cifra record di oltre 500.000 euro per sponsorizzazioni, feste, pubblicità ecc.
Anche se il Bilancio chiude formalmente in pareggio, in realtà, le difficoltà strutturali rischiano nei prossimi anni di portare al collasso finanziario la nostra azienda di trasporto pubblico comunale: dal Bilancio 2009 i debiti ammontano a oltre 25 milioni di euro.
Su questo punto si registra una prima contraddizione: non si comprende il perché nella Provincia di Alessandria debba persistere la separazione tra servizio urbano ed extraurbano. In genere il servizio extraurbano (quello che trasporta quotidianamente studenti e lavoratori pendolari) genera utili in grado di equilibrare le difficoltà del servizio urbano comuni a tutte le aziende di trasporto pubblico locale.
Tranne nel caso Milano, e delle altre metropoli, in genere, per le aziende di trasporto pubblico il settore più remunerativo è il servizio extraurbano che, noi crediamo, dovrebbe essere accorpato nella medesima azienda pubblica di ATM.
La giunta di centro destra, a fronte delle difficoltà finanziarie di ATM, ha pensato di prendere la palla al balzo e continuare nella sua opera di distruzione delle aziende pubbliche municipali (vedi il caso di Amiu per i rifiuti).
La proposta della Giunta Comunale di centro destra, sarebbe quella di aggregare ATM Alessandria ad altri operatori del settore, come ATM Milano, per poter affrontare le future gare.
Su questo aspetto va, da subito, smontata una evidente forzatura: quella del presunto obbligo di assegnare il servizio di trasporto pubblico mediante gara. Anche se il decreto Ronchi ha cercato in tutti i modi di forzare verso la privatizzazione dei servizi pubblici, a partire dall’acqua, non ha potuto imporre questa sciagurata scelta in quanto a livello europeo è perfettamente ammesso la gestione pubblica dei servizi. Si tratta del cosiddetto “modello in house” che prevede la possibilità per una società interamente pubblica di gestire i servizi locali senza nessun obbligo di privatizzazioni o di ricorso al mercato.
Secondo: riteniamo importante segnalare i rischi a cui andrebbe incontro ATM Alessandria a seguito di una aggregazione con Milano, visto che in Italia esistono già esempi (molto preoccupanti) in proposito.
Innanzitutto non si tratterebbe di una aggregazione vista la disparità delle forze in gioco: ATM Milano è un colosso del settore che nel 2009 ha realizzato un utile netto di 4,5 milioni di euro (5,5 nel 2008). Ogni anno investe dai 200 ai 300 milioni di euro per acquisto di mezzi di trasporto, intervento sugli impianti, attivazione di nuovi servizi. Nella sola Milano gestisce 74 km di metro e 1.096 km di rete in superficie (autobus e tram).
Gestisce la metropolitana di Copenaghen e sul piano internazionale punta ad un rafforzamento
Ma soprattutto ATM Milano sta realizzando una aggressiva campagna di espansione anche in Italia: ha acquisito quote di controllo nelle società di trasporto di Monza, Como e Mantova.
Su quest’ultimo caso, quello di Mantova, disponiamo di informazioni che ci fanno rabbrividire al solo pensiero che anche Alessandria possa fare la stessa fine.
Anche Apam Mantova è stata portata, da scelte scellerate, sull’orlo del disastro finanziario, è stata indebolita a tal punto da presentare l’aggregazione con ATM Milano come l’unica possibilità per salvare l’azienda.
ATM Milano ha acquistato il 45% di Apam Mantova ma attraverso il Patto Parasociale ha imposto le sue regole: il diritto a nominare due membri su 5 del Consiglio di Amministrazione e, soprattutto, il diritto di nominare l’Amministratore Delegato.
Sempre nel Patto Parasociale venivano definiti i poteri dell’Amministratore Delegato garantendo a questa figura di diventare il vero e proprio plenipotenziario dell’azienda.
E così è stato; ATM Milano ha imposto un proprio dirigente come Amministratore Delegato che, da subito, ha fatto capire quali erano le intenzioni di Milano: ridurre il personale e i servizi.
Nel Piano Industriale 2009 – 2011 sono stati quantificati gli esuberi in circa 18 unità lavorative:cioè 18 posti di lavoro in meno, con il timore che questa “cura dimagrante” possa proseguire anche nei prossimi anni. Questo obiettivo è stato indicato attraverso il blocco del turn – over (cioè chi va in pensione non viene sostituito) e il mancato rinnovo dei contratti a termine.
Inoltre, dietro ai termini manageral-aziandalistici di “ottimizzazione” ecc, si nascondeva una realtà amara per i cittadini mantovani: la riduzione dei servizi con il taglio di diverse corse sulle linee considerate meno remunerative nell’ottica aziendalista, dimenticando la valenza sociale del servizio di trasporto pubblico locale.
Non vogliamo che i lavoratori alessandrini e i cittadini che fruiscono del servizio di trasporto pubblico debbano finire nelle stesse condizioni di Mantova, per questo chiediamo una diversa soluzione per ATM Alessandria rispettosa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini utenti.
CIRCOLO DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - FdS ALESSANDRIA
Su questo punto si registra una prima contraddizione: non si comprende il perché nella Provincia di Alessandria debba persistere la separazione tra servizio urbano ed extraurbano. In genere il servizio extraurbano (quello che trasporta quotidianamente studenti e lavoratori pendolari) genera utili in grado di equilibrare le difficoltà del servizio urbano comuni a tutte le aziende di trasporto pubblico locale.
Tranne nel caso Milano, e delle altre metropoli, in genere, per le aziende di trasporto pubblico il settore più remunerativo è il servizio extraurbano che, noi crediamo, dovrebbe essere accorpato nella medesima azienda pubblica di ATM.
La giunta di centro destra, a fronte delle difficoltà finanziarie di ATM, ha pensato di prendere la palla al balzo e continuare nella sua opera di distruzione delle aziende pubbliche municipali (vedi il caso di Amiu per i rifiuti).
La proposta della Giunta Comunale di centro destra, sarebbe quella di aggregare ATM Alessandria ad altri operatori del settore, come ATM Milano, per poter affrontare le future gare.
Su questo aspetto va, da subito, smontata una evidente forzatura: quella del presunto obbligo di assegnare il servizio di trasporto pubblico mediante gara. Anche se il decreto Ronchi ha cercato in tutti i modi di forzare verso la privatizzazione dei servizi pubblici, a partire dall’acqua, non ha potuto imporre questa sciagurata scelta in quanto a livello europeo è perfettamente ammesso la gestione pubblica dei servizi. Si tratta del cosiddetto “modello in house” che prevede la possibilità per una società interamente pubblica di gestire i servizi locali senza nessun obbligo di privatizzazioni o di ricorso al mercato.
Secondo: riteniamo importante segnalare i rischi a cui andrebbe incontro ATM Alessandria a seguito di una aggregazione con Milano, visto che in Italia esistono già esempi (molto preoccupanti) in proposito.
Innanzitutto non si tratterebbe di una aggregazione vista la disparità delle forze in gioco: ATM Milano è un colosso del settore che nel 2009 ha realizzato un utile netto di 4,5 milioni di euro (5,5 nel 2008). Ogni anno investe dai 200 ai 300 milioni di euro per acquisto di mezzi di trasporto, intervento sugli impianti, attivazione di nuovi servizi. Nella sola Milano gestisce 74 km di metro e 1.096 km di rete in superficie (autobus e tram).
Gestisce la metropolitana di Copenaghen e sul piano internazionale punta ad un rafforzamento
Ma soprattutto ATM Milano sta realizzando una aggressiva campagna di espansione anche in Italia: ha acquisito quote di controllo nelle società di trasporto di Monza, Como e Mantova.
Su quest’ultimo caso, quello di Mantova, disponiamo di informazioni che ci fanno rabbrividire al solo pensiero che anche Alessandria possa fare la stessa fine.
Anche Apam Mantova è stata portata, da scelte scellerate, sull’orlo del disastro finanziario, è stata indebolita a tal punto da presentare l’aggregazione con ATM Milano come l’unica possibilità per salvare l’azienda.
ATM Milano ha acquistato il 45% di Apam Mantova ma attraverso il Patto Parasociale ha imposto le sue regole: il diritto a nominare due membri su 5 del Consiglio di Amministrazione e, soprattutto, il diritto di nominare l’Amministratore Delegato.
Sempre nel Patto Parasociale venivano definiti i poteri dell’Amministratore Delegato garantendo a questa figura di diventare il vero e proprio plenipotenziario dell’azienda.
E così è stato; ATM Milano ha imposto un proprio dirigente come Amministratore Delegato che, da subito, ha fatto capire quali erano le intenzioni di Milano: ridurre il personale e i servizi.
Nel Piano Industriale 2009 – 2011 sono stati quantificati gli esuberi in circa 18 unità lavorative:cioè 18 posti di lavoro in meno, con il timore che questa “cura dimagrante” possa proseguire anche nei prossimi anni. Questo obiettivo è stato indicato attraverso il blocco del turn – over (cioè chi va in pensione non viene sostituito) e il mancato rinnovo dei contratti a termine.
Inoltre, dietro ai termini manageral-aziandalistici di “ottimizzazione” ecc, si nascondeva una realtà amara per i cittadini mantovani: la riduzione dei servizi con il taglio di diverse corse sulle linee considerate meno remunerative nell’ottica aziendalista, dimenticando la valenza sociale del servizio di trasporto pubblico locale.
Non vogliamo che i lavoratori alessandrini e i cittadini che fruiscono del servizio di trasporto pubblico debbano finire nelle stesse condizioni di Mantova, per questo chiediamo una diversa soluzione per ATM Alessandria rispettosa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini utenti.
CIRCOLO DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - FdS ALESSANDRIA
mercoledì 3 novembre 2010
ARTESIO (PRC-FdS): "COMMISSIONE LEO" SULL’EDISU, CHI VI PARTECIPA? – COTA SA CHE IL PIEMONTE IL PIEMONTE HA UN SALDO NEGATIVO SUI “FUORI SEDE”?
Nella Commissione Istruzione e Università l’Assessore Giordano per conto del Presidente Cota, che detiene la delega, ha presentato non le proposte di bilancio della Giunta regionale bensì ciò che riterrebbe auspicabile ottenere attraverso un riparto del famoso fondo indistinto a cui Cota si appella per giustificare tutte le sue promesse, dalle protesi, ai pannoloni, al diritto allo studio, ecc.
Il capitolo di bilancio 2010 destinato all’Edisu è di 17 milioni; quelli ritenuti necessari da Giordano per confermare la spesa storica regionale nel 2011 sarebbero 18, quelli ideali sarebbero 25, anche perché i 7 milioni di trasferimento attesi dallo Stato sono, alle notizie odierne, improbabili a causa dei tagli del Ministro Gelmini.
La fase onirica del bilancio regionale è però condita dal sale del federalismo che, come il Presidente non ha mancato di ricordare in totale spregio alle leggi sul diritto allo studio, consentirebbe di salvaguardare gli studenti piemontesi, secondo la proclamata intenzione di concedere i benefici ai provenienti dalle altre regioni solo in regime di compensazione, o governativa (il che sembra improbabile data la Gelmini) o tramite accordi inter-regionali.
La novità sta nelle dichiarazioni del Consigliere Leo che ha annunciato alla Commissione di essere stato insignito insieme agli altri colleghi di maggioranza dal Presidente Cota del lavoro istruttorio sulla nuova regolamentazione. Ha poi dichiarato essere prossima l’ istituzione di un tavolo di lavoro cui avrebbero dato l’adesione i rettori degli atenei e non meglio definiti professori universitari. Stupisce l’originalità dei rapporti istituzionali in base alla quale le istituzioni- università non si rapportino all’istituzione-Regione, cioè al Presidente e all’esecutivo, bensì a una parte del governo regionale, cioè la maggioranza politica consiliare.
Stupisce che dopo le dichiarazioni pubbliche sul valore culturale ed economico insito nella capacità di attrazione delle università, tanto più prestigiose quanto più capaci di richiamare studenti provenienti da altre regioni e dall’estero, le stesse università si adattino a misurare la praticabilità del regionalismo universitario.
Stupisce inoltre che nessuno, né tra i consiglieri di maggioranza né tra i professori universitari reclutati al tavolo, abbia ancora presentato un’analisi sui flussi di mobilità: nonostante la valentia dei nostri atenei, si potrebbe anche scoprire che, per ragioni logistiche o per la capacità attrattiva di altre sedi, il Piemonte si troverebbe a rimborsare le risorse del diritto allo studio dei piemontesi “fuori sede” magari in dimensioni non così vantaggiose per il bilancio regionale. Ovviamente sempre stando al micragnoso ragionamento di Cota.
La fase onirica del bilancio regionale è però condita dal sale del federalismo che, come il Presidente non ha mancato di ricordare in totale spregio alle leggi sul diritto allo studio, consentirebbe di salvaguardare gli studenti piemontesi, secondo la proclamata intenzione di concedere i benefici ai provenienti dalle altre regioni solo in regime di compensazione, o governativa (il che sembra improbabile data la Gelmini) o tramite accordi inter-regionali.
La novità sta nelle dichiarazioni del Consigliere Leo che ha annunciato alla Commissione di essere stato insignito insieme agli altri colleghi di maggioranza dal Presidente Cota del lavoro istruttorio sulla nuova regolamentazione. Ha poi dichiarato essere prossima l’ istituzione di un tavolo di lavoro cui avrebbero dato l’adesione i rettori degli atenei e non meglio definiti professori universitari. Stupisce l’originalità dei rapporti istituzionali in base alla quale le istituzioni- università non si rapportino all’istituzione-Regione, cioè al Presidente e all’esecutivo, bensì a una parte del governo regionale, cioè la maggioranza politica consiliare.
Stupisce che dopo le dichiarazioni pubbliche sul valore culturale ed economico insito nella capacità di attrazione delle università, tanto più prestigiose quanto più capaci di richiamare studenti provenienti da altre regioni e dall’estero, le stesse università si adattino a misurare la praticabilità del regionalismo universitario.
Stupisce inoltre che nessuno, né tra i consiglieri di maggioranza né tra i professori universitari reclutati al tavolo, abbia ancora presentato un’analisi sui flussi di mobilità: nonostante la valentia dei nostri atenei, si potrebbe anche scoprire che, per ragioni logistiche o per la capacità attrattiva di altre sedi, il Piemonte si troverebbe a rimborsare le risorse del diritto allo studio dei piemontesi “fuori sede” magari in dimensioni non così vantaggiose per il bilancio regionale. Ovviamente sempre stando al micragnoso ragionamento di Cota.
Eleonora Artesio: consigliere Regionale PRC-FdS
lunedì 1 novembre 2010
CONGRESSO PROVINCIALE della FEDERAZIONE DELLA SINISTRA
Sabato 6 novembre la Federazione della Sinistra va a congresso nella nostra provincia, ad Alessandria, presso la sala “Caneva” della Camera del Lavoro di Alessandria di Via Cavour.
I partiti del PRC, del PdCI, Lavoro e Solidarietà e Socialismo 2000, si federano insieme per rilanciare l’ idea di una sinistra anticapitalista in questo paese.
L’asse centrale della discussione congressuale è il lavoro e la sua dignità così tanto violata in questi anni, e la necessità di costruire una forza politica capace di rappresentarlo e di farlo contare dentro gli orizzonti politici dell’ oggi.
Inoltre la Federazione della sinistra vuole unire la sinistra sulla ricerca di un nuovo modello di sviluppo per uscire dalla crisi del capitalismo attuale.
Le conclusioni del nostro congresso saranno tenute dal compagno Armando Petrini segretario del PRC Piemonte.
I partiti del PRC, del PdCI, Lavoro e Solidarietà e Socialismo 2000, si federano insieme per rilanciare l’ idea di una sinistra anticapitalista in questo paese.
L’asse centrale della discussione congressuale è il lavoro e la sua dignità così tanto violata in questi anni, e la necessità di costruire una forza politica capace di rappresentarlo e di farlo contare dentro gli orizzonti politici dell’ oggi.
Inoltre la Federazione della sinistra vuole unire la sinistra sulla ricerca di un nuovo modello di sviluppo per uscire dalla crisi del capitalismo attuale.
Le conclusioni del nostro congresso saranno tenute dal compagno Armando Petrini segretario del PRC Piemonte.
PROGRAMMA
- Costituzione congresso ore 9.00
- Inizio del Lavori ore 9.30
- Presentazione del Documento Politico Nazionale ore 10.00
- Saluti degli invitati ore 10.30
- Inizio dibattito ore 11.30
- Sospensione dei lavori per pausa pranzo ore 12.30
- Ripresa del dibattito ore 13.30
- Chiusura del dibattito ore 15.30
- Votazioni ore 15.40
- Votazioni Coordinamento Provinciale Provvisorio ore 16.30
- Conclusioni del congresso ore 17.00
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