La
Corte Costituzionale ha più volte ravvisato che atti come la delibera di giunta
sul tema della prostituzione e dell’accattonaggio, realizzano un’indebita invasione
dei poteri dei sindaci nel campo della legislazione primaria ed una complessiva
mancanza dei presupposti di legge per poter procedere nel senso auspicato dal
Sindaco.
Sono
oramai a centinaia le ordinanze o gli atti che vorrebbero contrastare il fenomeno
della prostituzione (sul tema del cosiddetto “accattonaggio molesto” si sappia
che è già punito dal codice penale!) con nessun risultato sul fronte della
lotta al racket e nemmeno quello di dare soddisfazione a quei cittadini che
legittimamente vivono il disagio di dover convivere con questo questo fenomeno
che avviene sul marciapiede di casa. I clienti non vengono intimoriti dalle
sanzioni, a cui peraltro potrebbero far ricorso e anzi a causa delle ordinanze
pretendono prestazioni ad un prezzo inferiore innescando ulteriori fenomeni di
sfruttamento delle donne. Sul fronte poi dei controlli finalizzati alla
repressio ne del racket ci sembra di capire che le scarse risorse di cui dispongono
i lavoratori della PS non consentano di operare nelle direzione auspicabile.
Ogni anno centinaia di prostitute senza nome vengono trovate uccise a volte
dopo essere state torturate. Nessuno reclama il loro corpo, eppure sappiamo dai
racconti di chi, attraverso le poche misure di protezione messe in atto da
Province, Enti Locali ed Associazioni, è riuscita a riscattarsi: sono donne
migranti schiave, a volte con dei con figli, ricattate e violentate dalla
criminalità organizzata, spesso anche minorenni.
Come
organizzazione politica, non solo aderiamo all’appello della Comunità di San
Benedetto circa l’opportunità dell’Amministrazione di confrontarsi prima di
prendere decisioni che riguardano la vita delle persone, con quei soggetti che
sul territorio già operano sul tema della tratta (il Cissaca, Caritas e la
Provincia di Alessandria hanno aderito ad uno specifico progetto). Diversamente
si cavalca il disagio dei cittadini senza comunque dare risposte concrete,
mettendo l’Amministrazione nella condizione di essere comunque oggetto di
critiche da parte dei cittadini.
Il Circolo
PRC di Alessandria
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