mercoledì 14 settembre 2011

Coalizione e beni comuni

Il risultato dei referendum, conferma la necessità di un cambiamento da tempo al centro della nostra elaborazione e proposta politica, che non divide ma accomuna. Ad Alessandria il 93,97% dei cittadini votanti ha deciso per abolire l’obbligo di privatizzare i servizi. Non solo acqua, ma anche trasporti, rifiuti, energia, educazione, formazione, cultura, insomma i beni comuni.
Il rilancio della gestione dei servizi, che devono rimanere in mani pubbliche e sul territorio, riconvertendo economie e professionalità, puntando su progetti innovativi e non su modelli bocciati tanto elettoralmente quanto culturalmente ed industrialmente. Dunque ogni proposta sensata di rilancio della città passa per la tutela dei beni comuni, acqua, energia, lavoro, trasporti non secondo le logiche di mercato, ma della Democrazia.
Occorre una discussione dal basso, scevra da recriminazioni o pregiudizi, in cui sviluppare e condividere un confronto politico e culturale che tenga conto dell’espressione referendaria, che lanci una campagna generale sui beni comuni, . Rifondazione Comunista è già stata protagonista presentando documenti in molti consigli comunali in provincia, ora queste battaglie devono essere condivise da un’unità sociale e politica.
Andrebbero superati i modelli di confronto politicista e per costruire un vero laboratorio in cui convergere esperienze dai lavoratori ai movimenti, alla politica, in un processo programmatico vero e proprio. Le forze che pensano di governare la città dovranno riformulare e comprendere la nuova agenda, sulla quale costruire una spinta di cambiamento profondo, di partecipazione e quindi di cammino democratico.
Il concetto di un “welfare diffuso” passa anche attraverso la gestione diretta e pubblica dei beni comuni. A questo proposito riteniamo doveroso, ribadire la necessità di utilizzare proporzionate risorse, per sostenere tutti i cittadini con particolare attenzione agli anziani ai disabili e ai minori. Siamo a conoscenza della gravissima situazione che molte famiglie con figli disabili devono sostenere a causa della politica nazionale e locale che non intende in alcun modo occuparsi delle famiglie e dei più deboli. Il Cissaca sta attendendo 8 milioni di euro dal Comune che ha proposto una rateizzazione del debito mai portata avanti. Le conseguenze sono state descritte in questi giorni dai volontari dell'Aias e dalle cooperative sociali, ed altre, meno conosciute sono ancora più drammatiche. I cittadini più fortunati hanno comunque il diritto di ottenere un'offerta adeguata e pubblica di servizi a domanda individuale, di qualità così come è sempre stato nella tradizione amministrativa di questa città che ha sempre vantato servizi di qualità superiore a quelli offerti dai privati. Questi servizi non dimentichiamocelo significano anche integrazione sociale, che sta alla base di una convivenza pacifica e non conflittuale dei cittadini. Esiste un bisogno di rilevante importanza circa i preadolescenti che non hanno luoghi e sostegno del loro camminino di crescita: la mancanza di prevenzione ed ascolto, la mancanza di un tempo accompagnato e guidato può voler significare un futuro incerto dal punto di vista della salute e dell'educazione, per i nostri figli e ingenti danni per tutta la nostra comunità.
Questa è una città malsana che necessita immediatamente un piano articolato per la tutela della salute dei cittadini e che sappia coniugare le necessità del lavoro con quelle della salvaguardia del territorio e del suo ecosistema, attraendo quelle aziende che investendo in ricerca, innovazione e responsabilità sociale sappiano offrire opportunità di lavoro qualificate e stabili e che investano sull'ambiente.
La politica deve definitivamente sganciarsi dai poteri finanziari e spesso al limite della legalità, mostrando alla città stili di vita sobri, passione per i cittadini e motivazione. Non possiamo più permetterci di farci fare “la festa” da oscuri imprenditori legati peraltro anche alla malavita organizzata. Fare politica nella nostra città non dovrà più essere “un posto di lavoro”ma una responsabilità precisa nei confronti della comunità.
La partecipazione dei cittadini alle decisioni amministrative non può più essere disattesa: esistono e vengono già praticati da altri comuni strumenti efficaci che permettono ad ogni singolo cittadino di esprimere il proprio parere sugli investimenti e sulle priorità da affrontare.
Questi sono per noi punti irrinunciabili per costruire un progetto di città e al contempo sostenere un candidato.

Circolo della Rifondazione Comunista di Alessandria - Federazione della Sinistra

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