Piazza Esedra-San Giovanni: alla fine del percorso le uniche concessioni alla tradizione potrebbero essere proprio i capolinea del corteo del 15 ottobre. Tutto il resto sarà affidato alla creatività di chi avrà deciso di accogliere l'appello degli indignados spagnoli per una giornata europea e internazionale "United for global change", prima scadenza internazionale convocata dal basso.Cosa accadrà al termine di quel corteo? L'indignazione riuscirà ad accamparsi, a occupare lo spazio pubblico coniando forme di democrazia reale e una propria piattaforma, che poi sono i tratti distintivi di quanto avviene in mezza Europa? Assedierà o si terrà alla larga, quasi a ignorarli, i palazzi del potere? Ci sarà un palco o verrà scelta una modalità più partecipativa e orizzontale? Ci sarà solo la piazza romana o ci si convocherà anche in altre città per decentrare e ampliare la partecipazione? Ciascuno di questi nodi esprime prospettive differenti ma inizia ad essere chiaro che quel giorno sarà l'inizio di una mobilitazione imponente e lunga almeno quanto la crisi. L'innovazione non allude a un "copia e incolla" di pratiche mutuate dall'estero ma di costruire un percorso a disposizione della sollevazione possibile visto che, nei mesi precedenti, l'indignazione italiana ha già espresso grandi mobilitazioni (studenti, donne, precari, il decennale del 2001 genovese) ma segnali di "eccedenza", alla ripresa estiva, non è che si siano registrati almeno al di fuori della partecipazione allo sciopero del 6 settembre. Il movimento studentesco ha appena rimesso piede nei suoi luoghi, l'Uds per il 7 ottobre ha convocato cortei in ogni città. L'attesa, tuttavia, è palpabile per una manifestazione che vedrà convergere a Roma decine di migliaia di persone. Segno ne è la terza riunione dello spazio di coordinamento che ha visto ieri la partecipazione di un centinaio di persone appartenenti a vario titolo alle sigle sociali, politiche e sindacali che agiscono lo spazio del movimento antiliberista di questo Paese. Solo la settimana precedente erano meno della metà.
Dal salone dell'Arci nazionale s'è usciti con un invito a costruire nei territori la partecipazione italiana «contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia compiuta, con le politiche anticrisi, a difesa dei profitti e della speculazione finanziaria», si legge nel comunicato finale prodotto dopo decine di interventi. Un'indicazione in sintonia con quanto sta già accadendo in periferia: da domani e ogni venerdì, fino al 15 ottobre, la società civile cosentina, ad esempio, manifesterà lungo Corso Mazzini e fino a Piazza dei Bruzi.
Il Coordinamento 15 ottobre, tuttavia, non è un social forum. Prevale, al momento, una versione piuttosto minimale, di servizio, con l'obiettivo di preparare una piazza grande e inclusiva ma che non scalfisce la polarità su cui l'esperienza nostrana sembra inchiodata, quella tra conflitto e sua rappresentazione. Una polarità tutta interna all'anomalia italiana (berlusconismo, bipolarismo, assenza di una opposizione politica, concertazione) in cui sono tutte da ricostruire la istituzioni di movimento e la rappresentanza politica dei soggetti conflittuali. Dunque il coordinamento curerà unitariamente la logistica e l'organizzazione della manifestazione nazionale di Roma e ne definirà le sue parti comuni. «Il suo obiettivo è favorire la massima inclusione, convergenza, convivenza e cooperazione delle molteplici e plurali forze sociali, reti, energie individuali e collettive che stanno preparando e prepareranno la mobilitazione con i propri appelli, le proprie alleanze, i propri contenuti. Ci impegniamo insieme a costruire una manifestazione partecipata, pacifica, inclusiva, plurale e di massa, il cui obiettivo è raccogliere e dare massimo spazio alla opposizione popolare, alle lotte e alle pratiche alternative diffuse nel nostro paese. Sarà una tappa della ripresa di spazio pubblico di mobilitazione permanente, come si sta realizzando in tutta Europa e nel Mediterraneo».
Nel fine settimana le singole realtà saranno occupate in vari appuntamenti: dalla Perugia-Assisi alla convention bolognese di San Precario fino alla kermesse di Uniti contro la crisi in un ex cinema romano occupato a San Lorenzo. Martedì prossimo, dalle 11 ancora all'Arci nazionale, il prossimo appuntamento per varare il titolo/slogan della manifestazione e l'arrivo del corteo che alcune reti preferibbero in una piazza più centrale. Funzioneranno una mailing list, un blog, la comunicazione virale sui social network.
Tratto da Liberazione.it
Dal salone dell'Arci nazionale s'è usciti con un invito a costruire nei territori la partecipazione italiana «contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia compiuta, con le politiche anticrisi, a difesa dei profitti e della speculazione finanziaria», si legge nel comunicato finale prodotto dopo decine di interventi. Un'indicazione in sintonia con quanto sta già accadendo in periferia: da domani e ogni venerdì, fino al 15 ottobre, la società civile cosentina, ad esempio, manifesterà lungo Corso Mazzini e fino a Piazza dei Bruzi.
Il Coordinamento 15 ottobre, tuttavia, non è un social forum. Prevale, al momento, una versione piuttosto minimale, di servizio, con l'obiettivo di preparare una piazza grande e inclusiva ma che non scalfisce la polarità su cui l'esperienza nostrana sembra inchiodata, quella tra conflitto e sua rappresentazione. Una polarità tutta interna all'anomalia italiana (berlusconismo, bipolarismo, assenza di una opposizione politica, concertazione) in cui sono tutte da ricostruire la istituzioni di movimento e la rappresentanza politica dei soggetti conflittuali. Dunque il coordinamento curerà unitariamente la logistica e l'organizzazione della manifestazione nazionale di Roma e ne definirà le sue parti comuni. «Il suo obiettivo è favorire la massima inclusione, convergenza, convivenza e cooperazione delle molteplici e plurali forze sociali, reti, energie individuali e collettive che stanno preparando e prepareranno la mobilitazione con i propri appelli, le proprie alleanze, i propri contenuti. Ci impegniamo insieme a costruire una manifestazione partecipata, pacifica, inclusiva, plurale e di massa, il cui obiettivo è raccogliere e dare massimo spazio alla opposizione popolare, alle lotte e alle pratiche alternative diffuse nel nostro paese. Sarà una tappa della ripresa di spazio pubblico di mobilitazione permanente, come si sta realizzando in tutta Europa e nel Mediterraneo».
Nel fine settimana le singole realtà saranno occupate in vari appuntamenti: dalla Perugia-Assisi alla convention bolognese di San Precario fino alla kermesse di Uniti contro la crisi in un ex cinema romano occupato a San Lorenzo. Martedì prossimo, dalle 11 ancora all'Arci nazionale, il prossimo appuntamento per varare il titolo/slogan della manifestazione e l'arrivo del corteo che alcune reti preferibbero in una piazza più centrale. Funzioneranno una mailing list, un blog, la comunicazione virale sui social network.
Tratto da Liberazione.it
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