Venerdì 11 marzo si è tenuto in una Sala Romita piena di cittadini ed operatori sanitari, l’incontro organizzato da Rifondazione con l’ex Assessora Regionale alla Sanità nella Giunta Bresso, Eleonora Artesio.
La Consigliera Reg.le del Prc-Fed. della Sinistra ha illustrato i punti focali di quello che a tutt’oggi è l’unico vero atto ufficiale e già approvato in Regione in merito di Sanità: il Piano di Rientro, fatto per risanare il buco in Bilancio 2004,prodotto dal centro-destra, che allora governava la Regione.
La Regione Piemonte volge alla riorganizzazione del 118, delle continuità assistenziali e delle strutture del Dea e Pronto Soccorso: dietro le parole si nascondono progetti insidiosi, vediamoli con più chiarezza.
Le ambulanze potrebbero veder ridotta la presenza dei medici, potrebbe esser ridotta anche la presenza della Guardia Medica, mentre Dea e Pronto Soccorso verranno valutati in tutta la Regione per numero di passaggi, secondo criteri aziendali e non qualitativi, rischiando così un declassamento pericoloso che potrebbe portare alla riduzione dei servizi, così come si potrebbe rischiare di non avere più laboratori analisi o reparti di radiologia funzionanti 24 ore su 24.
In merito al personale, potrebbero essere circa 1600 i posti in meno in Regione; per l’assistenza integrativa in provincia potrebbero esservi circa 2,5 milioni di euro in meno, a danno di disabili e non autosufficienti, in termini di pannoloni,presidi per diabetici e protesi (circa 20 milioni di euro in meno per le protesi).
Previsti inoltre tagli ai posti letto post-acuzie, circa 1300 in Regione: qui quanti saranno?
Vengono introdotte le “cure intermedie”, ovvero chi dopo un problema acuto non sia ancora indipendente, verrà trattenuto in una struttura (clinica o struttura convenzionata , non è chiaro) dove dopo il decimo giorno dovrà pagare una quota e dal trentesimo in poi, la metà dell’intero costo di degenza. E chi non potrà permetterselo?!
Addirittura la Regione Piemonte prevede di risparmiare là dove le altre Regioni sforano, ovvero i farmaci ospedalieri oncologici di ultima generazione.
Tali dati si ricavano dall’esame del Piano di Rientro e sono tutti verificabili sul sito della Regione, esaminando i documenti approvati. Essi sono già di per sé allarmanti, lo diventano ulteriormente in quanto accompagnati da un Comunicato Stampa dell’11 marzo in cui il Presidente Cota minaccia di agire per vie penali nei confronti di “chi diffonde dati falsi sulla Sanità” (la Consigliera Artesio? il Sindacato?) e dalla pesante assenza, l’altra sera al dibattito, del Sindaco Berutti e della maggioranza, invitati tutti ma tutti assenti.
Peccato, hanno perso un’ottima occasione per confrontarsi con i cittadini e con gli operatori sanitari,presenti in gran numero, e con i dati - oggettivi, documentati, non discutibili - forniti da Eleonora Artesio. Del resto, capiamo l’imbarazzo di chi appartiene a quelle forze politiche, Lega e Pdl, che in Regione e a Roma tagliano i servizi, mentre in loco si fingono paladine del territorio…Che abbiano il coraggio del confronto, e quello di schierarsi, se necessario – e crediamo lo sia- a difesa dell’ospedale e dei cittadini, anche in opposizione alla propria parte politica. Per parte nostra, continueremo a diffondere i dati il più possibile, e a partecipare alla mobilitazione dei cittadini e degli operatori sanitari, sostenendola in ogni modo e auspicando che così facciano pure i sindaci del tortonese: la salute è un diritto di tutti e non dipende dal reddito.
Circolo del Partito della Rifondazione Comunista-FdS di Tortona
La Regione Piemonte volge alla riorganizzazione del 118, delle continuità assistenziali e delle strutture del Dea e Pronto Soccorso: dietro le parole si nascondono progetti insidiosi, vediamoli con più chiarezza.
Le ambulanze potrebbero veder ridotta la presenza dei medici, potrebbe esser ridotta anche la presenza della Guardia Medica, mentre Dea e Pronto Soccorso verranno valutati in tutta la Regione per numero di passaggi, secondo criteri aziendali e non qualitativi, rischiando così un declassamento pericoloso che potrebbe portare alla riduzione dei servizi, così come si potrebbe rischiare di non avere più laboratori analisi o reparti di radiologia funzionanti 24 ore su 24.
In merito al personale, potrebbero essere circa 1600 i posti in meno in Regione; per l’assistenza integrativa in provincia potrebbero esservi circa 2,5 milioni di euro in meno, a danno di disabili e non autosufficienti, in termini di pannoloni,presidi per diabetici e protesi (circa 20 milioni di euro in meno per le protesi).
Previsti inoltre tagli ai posti letto post-acuzie, circa 1300 in Regione: qui quanti saranno?
Vengono introdotte le “cure intermedie”, ovvero chi dopo un problema acuto non sia ancora indipendente, verrà trattenuto in una struttura (clinica o struttura convenzionata , non è chiaro) dove dopo il decimo giorno dovrà pagare una quota e dal trentesimo in poi, la metà dell’intero costo di degenza. E chi non potrà permetterselo?!
Addirittura la Regione Piemonte prevede di risparmiare là dove le altre Regioni sforano, ovvero i farmaci ospedalieri oncologici di ultima generazione.
Tali dati si ricavano dall’esame del Piano di Rientro e sono tutti verificabili sul sito della Regione, esaminando i documenti approvati. Essi sono già di per sé allarmanti, lo diventano ulteriormente in quanto accompagnati da un Comunicato Stampa dell’11 marzo in cui il Presidente Cota minaccia di agire per vie penali nei confronti di “chi diffonde dati falsi sulla Sanità” (la Consigliera Artesio? il Sindacato?) e dalla pesante assenza, l’altra sera al dibattito, del Sindaco Berutti e della maggioranza, invitati tutti ma tutti assenti.
Peccato, hanno perso un’ottima occasione per confrontarsi con i cittadini e con gli operatori sanitari,presenti in gran numero, e con i dati - oggettivi, documentati, non discutibili - forniti da Eleonora Artesio. Del resto, capiamo l’imbarazzo di chi appartiene a quelle forze politiche, Lega e Pdl, che in Regione e a Roma tagliano i servizi, mentre in loco si fingono paladine del territorio…Che abbiano il coraggio del confronto, e quello di schierarsi, se necessario – e crediamo lo sia- a difesa dell’ospedale e dei cittadini, anche in opposizione alla propria parte politica. Per parte nostra, continueremo a diffondere i dati il più possibile, e a partecipare alla mobilitazione dei cittadini e degli operatori sanitari, sostenendola in ogni modo e auspicando che così facciano pure i sindaci del tortonese: la salute è un diritto di tutti e non dipende dal reddito.
Circolo del Partito della Rifondazione Comunista-FdS di Tortona
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