venerdì 2 aprile 2010

Sulla RU486 l’onorevole Cota ignora il contenuto della legge 194

Non si può certo dire che Roberto Cota abbia fatto molto per nascondere il proprio vero volto, nelle prime 48 ore del suo mandato di presidente.

I suoi primi due interventi riguardano due temi (la revoca del patrocinio al Gay Pride e il blocco della somministrazione della RU 486), sui quali ha immediatamente adottato un comportamento per nulla istituzionale e profondamente autoritario. L’uscita sul “tenere la RU 486 nei magazzini” non solo contrasta con le norme che prevedono l’accesso ai farmaci registrati dall’AIFA, ma lascia intendere una presunzione istituzionale secondo la quale il Piemonte a guida leghista potrebbe permettersi l’intimidazione ai medici e l’offesa alla determinazione delle persone.

Le modalità per le quali le donne arrivano a decidere un’interruzione di gravidanza attengono alle loro storie e alle loro responsabilità, ben più complesse che le esortazioni immaginate con una diffusa presenza dei comitati per la vita negli atri degli ospedali: l’onorevole Cota ancorché avvocato ignora il contenuto della legge 194 e il ruolo dei consultori.

I primi pensieri del nuovo presidente del Piemonte sono stati esclusivamente mirati ad occupare le pagine nazionali della cronaca, con prese di posizione puramente ideologiche, volte ad accreditarsi presso gli ambienti ecclesiastici e a caratterizzarsi sui valori predicati piuttosto che sulla concreta condizione di vita delle persone.

Che il Cota Presidente ragioni con le stesse logiche del Cota comiziante non può che essere un elemento di forte preoccupazione per la nostra regione.

Eleonora Artesio, Federazione della Sinistra
Monica Cerutti, Sinistra Ecologia Libertà

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