“La nota vicenda che vede come protagonista involontario Renato Kovacic – dice Alberto Deambrogio – sta andando oltre la pur penosa volontà dichiarata, da parte di un’azienda municipalizzata, di licenziare un dipendente gravemente ammalato”.
“La solidarietà diffusa nei confronti di Kovacic espressa nei giorni scorsi da molti – continua Deambrogio – non riesce a cancellare un contesto di piombo in cui ad Alessandria si è deciso di relegare il lavoro: lavoro come scoria, lavoratori come escrescenza di quella scoria. In un Paese dove la gente si odia, dove una guerra civile strisciante ha sdoganato il peggio del ‘cattivismo’, ad Alessandria non si scherza, magari si pagano centinaia di migliaia di euro consulenti per mirabolanti piani strategici di sviluppo, ma si lasciano lavoratori in crisi assolutamente soli, si snobbano totalmente le loro rappresentanze sindacali se non per chiedere ridicole fideiussioni per occupazione di suolo pubblico”.
“Bisogna sapere che questo è il brodo di coltura – continua ancora Deambrogio – in cui la storia recente di Kovacic si colloca. Se è così allora occorre riflettere su un salto di qualità complessivo da parte della politica e della società civile su tutto il territorio. Non basta una manifestazione, pur sacrosanta, di solidarietà, ma occorre costruire una vertenza generale, perché il caso di Renato Kovacic possa subito trovare soluzione e, allo stesso tempo, si accendano davvero i riflettori sulle persone che lavorano, temono di perdere il loro posto, o già l’hanno perso. Serve, insomma, discontinuità rispetto alle logiche difensive.”.
“Contribuire a ridare la dignità al lavoratore Kovacic oggi – conclude deambrogio – deve dunque servire ad annullare il senso di deprivazione complessiva di tutti i lavoratori e le lavoratrici della provincia. Saperlo fare significherà anche capire quale spazio quel mondo rivendica ancora per se”.
Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE
“La solidarietà diffusa nei confronti di Kovacic espressa nei giorni scorsi da molti – continua Deambrogio – non riesce a cancellare un contesto di piombo in cui ad Alessandria si è deciso di relegare il lavoro: lavoro come scoria, lavoratori come escrescenza di quella scoria. In un Paese dove la gente si odia, dove una guerra civile strisciante ha sdoganato il peggio del ‘cattivismo’, ad Alessandria non si scherza, magari si pagano centinaia di migliaia di euro consulenti per mirabolanti piani strategici di sviluppo, ma si lasciano lavoratori in crisi assolutamente soli, si snobbano totalmente le loro rappresentanze sindacali se non per chiedere ridicole fideiussioni per occupazione di suolo pubblico”.
“Bisogna sapere che questo è il brodo di coltura – continua ancora Deambrogio – in cui la storia recente di Kovacic si colloca. Se è così allora occorre riflettere su un salto di qualità complessivo da parte della politica e della società civile su tutto il territorio. Non basta una manifestazione, pur sacrosanta, di solidarietà, ma occorre costruire una vertenza generale, perché il caso di Renato Kovacic possa subito trovare soluzione e, allo stesso tempo, si accendano davvero i riflettori sulle persone che lavorano, temono di perdere il loro posto, o già l’hanno perso. Serve, insomma, discontinuità rispetto alle logiche difensive.”.
“Contribuire a ridare la dignità al lavoratore Kovacic oggi – conclude deambrogio – deve dunque servire ad annullare il senso di deprivazione complessiva di tutti i lavoratori e le lavoratrici della provincia. Saperlo fare significherà anche capire quale spazio quel mondo rivendica ancora per se”.
Alberto Deambrogio, Consigliere Regionale PRC-SE
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