martedì 5 febbraio 2013

A PROPOSITO DELL'OSPEDALE DI TORTONA E DEL DIRITTO ALLA SALUTE


Ancora una volta la realtà ha confermato quello che andiamo dicendo da un anno rispetto alla situazione Sanità, ovvero che è in atto un progetto di smembramento dell'ospedale di Tortona e, più in generale, uno smantellamento e un taglio massiccio dei servizi e delle cure forniti dalla sanità pubblica, a danno dei pazienti e a tutto vantaggio delle strutture private. Il riordino delle reti ospedaliere in Piemonte non nasce solo dalle indicazioni del regolamento Balduzzi sul rapporto posti letto-abitante (3,7 ogni mille di cui 0,7 per post acuzie) e sul rapporto tra posti letto e discipline cioè strutture complesse (primariati).
La riduzione dei posti letto che risultano in Piemonte fuori dai parametri per la post acuzie ( e carenti per l'acuzie), era già prevista nel piano di rientro della Giunta Cota del 2010 ed era stata adottata con delibere di indirizzo verso i direttori generali delle aziende.
Come evidenziato nella serata organizzata dall'Amministrazione Comunale di Tortona per illustrare il Piano Sanitario Regionale, presente il Direttore generale ASL AL Marforio, non esiste alcun piano sanitario. Si procede a tentoni, nella nebbia, senza competenze nè progettualità e senza alcun confronto democratico con  gli operatori sanitari, i cittadini,  le associazioni che lavorano nel settore; unico parametro: i numeri delle prestazioni e l'esigenza di tagliare i costi. Punto e basta. Abbiamo appreso  in quella occasione (e con noi, cittadini , operatori e giornalisti, cosa che riteniamo gravissima!) che sono già stati trasferiti  da Tortona a Novi Ligure ben tre reparti: urologia, oculistica, laboratorio analisi, a cui si andrà ad aggiungere ben presto ginecologia-ostetricia.
In realtà non vi è nessuna razionalità in quello che ci si ostina a definire un piano di "razionalizzazione": vengono ridotti i fondi al Cisa per un importo di circa 1.100.000 euro, i sindaci lamentano scarsa informazione, i cittadini e gli organi di informazione non sanno nulla. Tagliati posti letto, cure e servizi. In realtà non è accettabile che chi sostiene la Giunta Cota - piena promotrice di questi tagli - faccia finta di scoprire oggi come stanno le cose, quando l'allarme è stato lanciato- da noi e non solo- più di un anno fa! Al Sindaco Berutti diciamo ancora una volta di scegliere: o con i cittadini e gli operatori sanitari, a difesa dell'ospedale e del diritto alla salute -che va garantito a tutti indipendentemente dal reddito e dalle possibilità di spostamento- o con la Giunta Cota, da lui e dalla maggioranza dell'Amministrazione  comunale di Tortona sostenuta! Abbiamo chiesto un confronto continuo tra Regione, ASL AL ed operatori sanitari, associazioni, cittadini, Tribunale del malato, oltre che ovviamente con i sindaci e le rappresentanze sindacali (ci è stato risposto che  tale confronto "non è applicabile su larga scala"...!); abbiamo chiesto un consiglio comunale aperto su questo tema (che probabilmente non verrà dato, come al solito questa Amministrazione ha paura che i cittadini prendano parola direttamente!), chiediamo un impegno reale di tutti a difesa non del presidio ospedaliero di Tortona contro quello di Novi, poichè la riteniamo un'impostazione sbagliata, non è questione di campanilismi, bensì di ragionare su spese e costi: perchè buttar via più di 6 miliardi di euro nella costruzione della linea ad alta velocità Genova- Tortona (ben  sponsorizzata dalla Regione e anche dal Pd difensore dell'ospedale..) e tagliare sui servizi sanitari? Perchè mettere le fasce più deboli, anziani, persone sole o con difficoltà di spostamento e di reddito, nelle condizioni di non poter accedere ai servizi e dunque di non potersi curare?! Non è accettabile tutto questo! Inutile ripetere il mantra della necessità del risparmio, si taglino altri sprechi o spese inutili, piuttosto.
La discussione sul riordino ed il risparmio non può e non deve essere relegata all'applicazione di un indicatore statistico e non può e non deve essere confinata nel rapporto tra Assessore, il manager della  Federazione sanitaria ed i direttori generali, con al massimo qualche passaggio con i sindaci. Non è questa la strada della democrazia né della trasparenza! Serve uno studio delle specificità territoriali, dei percorsi che i pazienti potranno seguire, nella certezza della continuità delle cure e nella possibilità PER TUTTI  di accedere ai servizi: quindi separazioni e chiusure, accorpamenti e collaborazioni tra presidi diversi devono essere discussi con i malati e gli operatori, seguendo il metro delle garanzie date ai malati, piuttosto che quello del numero di prestazioni! Purtroppo è già esperienza che la continuità delle cure non sia  garantita adeguatamente: ne sono prova il difficile rapporto tra assistenza ospedaliera ed assistenza territoriale, in quanto dopo gli annunci del Ministro Balduzzi sugli studi medici h24 e dopo la chiusura delle cure primarie sperimentali voluta dalla Giunta Cota e dopo l'apertura di un unico CAP (centro di assistenza primaria ad Arona), nessuna novità è intervenuta nel rapporto tra la regione ed i medici di medicina generale. Un altro esempio di malfunzionamento sono le dimissioni protette, la residenzialità sociosanitaria, le cure domiciliari. Si ripete in continuazione che gli ospedali sono pieni ed i costi dei ricoveri troppo elevati, perché non si dimettono i pazienti non più acuti che potrebbero meglio esser seguiti in altre strutture sociosanitarie...nel frattempo però sono praticamente congelati sia gli inserimenti in RSA sia le concessioni degli assegni di cura, come testimoniano le liste d'attesa lunghissime..evidentemente si ritiene che la soluzione venga rappresentata dalle strutture private!!
Per parte nostra ( noi lo diciamo da prima della campagna elettorale e lo diremo dopo, come facciamo da un anno), faremo tutto ciò che è in nostro potere per ostacolare un simile progetto di macelleria sociale.Facciamo appello ai cittadini, al mondo delle associazioni e degli operatori sanitari affinchè si levi una voce forte dai territori, che - indipendentemente dalle prese di posizione dei sindaci o dalle strumentalizzazioni elettorali- mostri all'Assessore Monferino che su questa strada non si può passare e che il confronto con la realtà locale è un atto dovuto e non derogabile.

PRC TORTONA

lunedì 4 febbraio 2013

COMUNICATO STAMPA SUL CASO ASPAL


La segreteria della Federazione Provinciale di Alessandria del PRC, in accordo con il proprio circolo cittadino e con la FdS di Alessandria, ritiene grave la situazione che si è creata per i lavoratori dell’ Aspal.
Tale atto non vorremmo che preludesse ad una veloce liquidazione dell’ ente e del patrimonio di professionalità che i lavoratori di tale azienda rappresentano.
Per questo la giunta, il sindaco Rita Rossa e la maggioranza di centrosinistra, devono agire subito per chiarire strategie e interventi al fine di evitare ogni possibile ambiguità. Per questo pensiamo che sia utile avanzare alcune proposte.
Va ricordato che i servizi rappresentati dalle partecipate non possono essere liquidati e ceduti favorendo la iniziativa dei privati nel sostituire le funzioni pubbliche. Per questo è necessario preparare un grande piano strategico che raccolga l’ insieme dei piani industriali riguardanti le partecipate, evitando di affrontare le varie crisi separatamente. Ribadendo che il confronto fra le parti sociali è l’ unico strumento per affrontare dinamiche di questa natura, riteniamo vada aperta una trattativa più continua con i sindacati, con lo scopo di evitare accordi separati sia dal punto di vista sindacale che dal punto di vista delle singole partecipate.
Nella consapevolezza della gravità della situazione, che non può essere strumentalizzata a fini elettorali, ma che tuttavia non deve essere affrontata solo con tagli sul personale senza nessuna logica comprensibile, chiediamo alla amministrazione e alla coalizione di centrosinistra di approfondire le problematiche e le nostre proposte in un confronto aperto e proficuo.

Il segretario Provinciale PRC: Simone Subrero
Per la segreteria: Giampiero Dorato, Filippo Orlando, Massimo Orero

martedì 22 gennaio 2013

ARTESIO (PRC): BALDUZZI SU SANITA’ PIEMONTESE, NE’ MEMORIA NE’ PUDORE

Il Ministro Balduzzi, dismessi i panni da tecnico e indossati quelli da politico pare non avere né memoria né pudore. Senza pudore, perché è almeno la seconda volta che in successive dichiarazioni suggerisce alla Regione Piemonte di convenzionarsi con l'Agenas (della quale alcuni rappresentanti sono stati e sono ben attivi presso l'assessorato), quasi dovesse garantire nuove commesse all'Agenzia Nazionale”, sottolinea Eleonora Artesio, capogruppo regionale della Federazione della Sinistra

Senza memoria, perché nell'arco di una settimana è riuscito a dire che lo stato di salute del sistema sanitario piemontese è buono al punto tale da scongiurare il commissariamento, con ciò accarezzando il pelo dell'assessore di cui dichiara di avere grande stima e con il quale, salvo rinuncia di Monferino, avrebbe anche condiviso un percorso politico nella Lista Monti.

Nell'odierna dichiarazione accarezza il pelo degli operatori ai quali rivolge il suo plauso (ai quali va anche il nostro) indicando l'origine delle colpe nelle incompetenze organizzative delle amministrazioni regionali che si sono succedute dal 2004: lo ringraziamo per aver chiarito che le problematiche economiche evidentemente sono diluite su più gestioni, ma non lo ringraziamo per la rimozione costante sulle conseguenze negative che gli operatori e i cittadini vedono e avvertono a causa del passaggio tra un precedente piano sanitario (di cui il Balduzzi professore non ministro e non politico aveva riconosciuto i meriti) e l'attuale, nonché a causa dei tagli lineari di un piano di rientro su cui il tavolo nazionale di monitoraggio (non indifferente al ministro Balduzzi) condivide grandi responsabilità.


Eleonora Artesio, Consigliere regionale della Federazione della Sinistra

martedì 15 gennaio 2013

No alla discarica di Sezzadio


La Segreteria Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista, esprime la più ampia solidarietà alla lotta degli abitanti di Sezzadio e dell'Acquese per la grande battaglia che stanno conducendo. Esprimiamo quindi la più ampia contrarietà alla realizzazione della discarica che metterebbe a rischi la salute di numerosi cittadini! Auspichiamo che la Provincia di Alessandria rigetti questo progetto e tuteli la salute dei propri conterranei, fermando l'operazione di devastazione ambientale già in atto con la realizzazione terzo valico, opera inutile e altamente dannosa per la salute di tante donne uomini e bambini. l'esperienza di Casale ci insegna che sulla salute non si deve scherzare, gli interessi economici non devono vivere sulla vita delle persone.

La segreteria provinciale del PRC di Alessandria



martedì 8 gennaio 2013

Il Quarto Stato

Abbiamo appreso con un misto di stupore e divertimento la notizia che il sindaco di Volpedo Caldone Giancarlo Filippo Pio, ha denunciato al Viminale il candidato premier Antonio Ingroia della lista “Rivoluzione Civile” per una forma di “appropazione indebita” (come se il quarto stato sia di proprietà esclusiva del signor Sindaco). Non entriamo in merito, chi di dovere ha già provveduto a rispondere, ma ci permettiamo di fare solo due considerazione:
Siamo sorpresi che un sindaco socialista (sulla cui onestà personale non discutiamo) di fede Craxiana possa accusare qualcuno di un simile fatto, dopo che per  30 anni a questa parte è successo il contrario, come dimostra la triste fine del PSI durante tangentopoli.
Va bene che oggi, il Sindaco debba cercare di posizionarsi in “ Pole position” per una sua futura candidatura per questa tornata elettorale, ma non vorremmo che rinvendicasse il merito a se  tesso del fatto che Pelizza sia nato a Volpedo.
Per il resto buona campagna elettorale.

La segreteria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista.


martedì 1 gennaio 2013

Lettera alle compagne e ai compagni di Rifondazione Comunista


Cari compagni e compagne, vi scrivo nel giorno in cui Ingroia ha sciolto le riserve sulla sua candidatura e si è ufficialmente candidato a presidente del consiglio per una lista che si chiama rivoluzione civile. Si tratta di un risultato positivo in se perché vuol dire che alle prossime elezioni vi sarà una lista a sinistra della coalizione de democratici e progressisti, su posizioni chiaramente antiliberiste e antimontiane. La possibilità di portare in parlamento una delegazione di coloro che in questi anni – partiti, associazioni e comitati - si sono battuti contro le politiche liberiste - e negli ultimi mesi con le politiche di Monti – è oggi alla portata di mano e si tratta di un risultato di grande portata. Noi pensiamo che questo sia il punto fondamentale e che a partire da questo risultato – tutt’altro che scontato – occorra dare una valutazione positiva del risultato raggiunto.
A questo percorso abbiamo lavorato da mesi, all’interno del percorso aperto dall’appello cambiare si può e - da quando Ingroia ha fatto il suo appello - anche con le forze che si sono raccolte attorno a io ci sto, lavorando per unificare questi due percorsi.
In particolare abbiamo posto il tema della collocazione politica, chiedendo di sciogliere ogni ambiguità nel rapporto con il pd, cosa puntualmente avvenuta anche nella conferenza stampa di Ingroia di stamattina. In secondo luogo abbiamo chiesto ed ottenuto - rispetto al primo programma presentato da Ingroia - che vi fossero inseriti con assoluta chiarezza il no alle grandi opere a partire dalla TAV, il no al fiscal compact ed in generale una decisa messa al centro delle questioni sociali e del lavoro. In pratica una qualificazione chiara in senso antiliberista della lista stessa. Questo è avvenuto e quindi il problema della collocazione e del programma della lista si è risolto positivamente nella direzione da noi auspicata.
Per quanto riguarda il simbolo, trattandosi di una lista di coazione non contiene alcun simbolo di partito ma – per quanto ci riguarda – ha una chiaro riferimento al movimento operaio nella riproduzione del “quarto stato” in rosso nella parte bassa del simbolo. La scritta Ingroia al centro del simbolo – che certo è al di fuori della nostra tradizione e cultura politica - si rende necessaria dati i tempi strettissimi che abbiamo per far conoscere il simbolo a qualche decina di milioni di persone e quindi conseguire il risultato. In ogni caso noi faremo propaganda come Rifondazione Comunista invitando a votare la lista “rivoluzione civile”.
Per quanto riguarda la candidatura del sottoscritto – che come sapete non avevo mai posto come questione dirimente, in quanto consideravo la costruzione della lista il punto principalissimo e centrale a cui sacrificare ogni altra considerazione - la scelta di Ingroia è quella di avere la candidatura dei segretari di partito come riconoscimento del passo indietro fatto attraverso la non presentazione dei simboli in campagna elettorale. Proprio sulla questione della candidatura dei segretari di partito la delegazione nominata dall’assemblea nazionale di cambiare si può (Revelli, Pepino e Sasso) ha marcato un dissenso molto forte che adesso viene posto in votazione all’interno della rete di cambiare si può.
Nei prossimi giorni proseguiranno quindi gli incontri e nel CPN del 5 decideremo in via definitiva su tutte le materie riguardanti queste prossime elezioni.
Credo che abbiamo fatto un decisivo passo nella direzione giusta che stiamo perseguendo da mesi: Occorre continuare a lavorare per allargare le forze che concorrono alla lista a partire dall’obiettivo del pieno coinvolgimento di “Cambiare si può”.

Un caro saluto, Paolo Ferrero