domenica 17 gennaio 2010

Craxi e Almirante nella toponomastica di Alessandria, il revisionismo ha potenti radici nell'oggi

“L’indignazione che alcuni hanno dimostrato nei confronti della scelta di rinnovare la toponomastica alessandrina dedicando luoghi ad Almirante e Craxi – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE – coglie, a mio avviso, solo una parte, forse la più superficiale, del revisionismo storico che ha dettato questa scelta”.
“E’, quest’ultimo, - continua Deambrogio – un revisionismo attivo, che ha però potenti radici nell’oggi e nella piegata e piagata comunità alessandrina. Non basta fermarsi, dunque, alla sacrosanta repulsa del fascismo, dell’Almirante sostenitore del manifesto della razza, repubblichino, fascista mai pentito, punto di riferimento delle trame nere degli anni ’70. Se oggi ad Almirante e a tutto quello che ha rappresentato si può rendere un piccolo e osceno onore di questo tipo è esattamente perché razzismo e xenofobia, autoritarismo fascistoide ed estrema svalutazione della democrazia stanno nella pancia profonda della società di Alessandria, nel suo mainstream culturale diffuso, nelle piccole pratiche di tutti i giorni oltre che nell’orientamento di gran parte della classe politica”.

“Non mi stupisco poi – continua ancora Deambrogio – che su Craxi vada scemando persino l’indignazione superficiale, quella che almeno si dovrebbe avere esercitando un minimo la memoria a breve. Andando oltre questo, voglio ricordare che Craxi ha propriamente sfigurato il concetto di politica intesa come polis. Con lui ha potuto affermarsi una logica perversa per cui i fini giustificano i mezzi, il potere è un esercizio duro, personale o al limite di pochi illuminati, il danaro è elemento decisivo per prendere gestire e conservare il potere, la commistione inestricabile tra politica, affari ed economia è un valore, la questione morale è un orpello, invenzione per anime belle che non capiscono come va il mondo, la democrazia della partecipazione è insopportabile retaggio antimoderno”.

“Non mi stupisco della mancata reazione negativa – conclude Deambrogio – esattamente perché questi disvalori hanno fatto molta strada e innervano abbondantemente la politica al di là degli schieramenti. Se un uomo come Daniele Borioli ha candidamente dichiarato che quella di Craxi è ‘presenza importante sulla scena politica italiana’ vuol proprio dire che non basta un qualsiasi scatto morale nell’oggi. Per chi ha ancora energia e intelligenza per farlo è venuta l’ora di una lunga traversata nel deserto. C’è da riconquistare una responsabilità pubblica. C’è da lavorare a smentire, se ne saremo capaci, Pasolini sostenitore del fatto che in Italia il coraggio intellettuale della verità è inconciliabile con la politica. Sarà difficile, ma occorre pur provarci”.

Alberto Deambrogio - consigliere regionale PRC-SE

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